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 2014  ottobre 15 Mercoledì calendario

IL MALTEMPO ADESSO DEVASTA LA TOSCANA. DUE SORELLE TROVATE MORTE IN UNA CITROEN SPAZZATA VIA DAL TORRENTE LA SGRILLA


Ancora morte e distruzione per il maltempo. Questa volta in Maremma, dove già nel novembre del 2012 si contarono tre vittime. Due donne ieri sono state trovate senza vita in una Citroen C3 spazzata via dal torrente la Sgrilla, uno degli affluenti dell’Elsa, che si è gonfiato trasformandosi in un fiume di fango. Le vittime sono due sorelle, Marisa e Graziella Carletti, pensionate di 69 e 65 anni, stavano percorrendo la strada regionale 74 di Manciano e sono state travolte dall’acqua in località Sgrillozza, sulle colline dell’Albegna, a circa duecento metri d’altezza. I loro corpi sono stati recuperati in serata.
Lesquadree di soccorso hanno salvato ventisette persone rimaste intrappolate intervenendo con gli elicotteri e usando i verricelli per tirarle fuori dal fango. I danni sono ingenti: «Un ponte è franato a Saturnia e anche le terme sono state danneggiate — ha detto ieri sera il sindaco di Manciano, Marco Galli —. Altri cinque ponti sono inagibili e ci sono frazioni isolate, senza elettricità e con i telefoni che non funzionano». Problemi anche a Orbetello, dove il Comune ha deciso di evacuare i cittadini in alcune frazioni a rischio alluvione (di Polverosa, Aunti, Alberone e Priorato) e ha consigliato agli altri di non uscire di casa. Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, in mattinata aveva accusato il Consorzio di bonifica della Toscana sud di «ritardi ingiustificabili per un ente a cui spetta di intervenire per la sicurezza idraulica dei fiumi maremmani».
Sul disastro di Genova, invece, è intervenuto ieri il presidente della Repubblica. Napolitano ha parlato di «incuria» nei confronti del territorio e di «inerzie locali», definendo «fatti sbalorditivi e sconvolgenti» quelli che hanno accompagnato l’alluvione: le opere ferme da anni, i contenziosi aperti dalle ditte e rimbalzati da un Tar all’altro, il lungo elenco degli appuntamenti mancati che si sono conclusi il 9 ottobre con la città, per l’ennesima volta, sotto il fango. Tre alluvioni in dieci anni 1994, 2011 e 2014. «Però — ha detto il capo dello Stato incontrando ieri gli allievi del Corpo Forestale — non bastano motivazioni vaghe delle responsabilità o delle cause. Bisogna essere molto circostanziati nell’individuare dove ci sono stati dei comportamenti che hanno provocato danni. La tutela del territorio e del patrimonio naturale è il modo di salvaguardare la vita del cittadino».
Napolitano si riferiva ai lavori per la nuova copertura del Bisagno, il torrente che attraversa Genova e che è uscito dagli argini giovedì notte, bloccati da quasi tre anni per un contenzioso aperto dalle ditte escluse dalla gara di appalto. I finanziamenti ci sono, 35 milioni di euro, e ieri il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, che è anche commissario governativo, ha annunciato di aver ricevuto l’ok da parte dell’Avvocatura dello Stato per affidare subito i lavori. Burlando ha voluto assicurarsi l’appoggio dell’Avvocatura nel caso — non impossibile — che il Consiglio di Stato ribalti la sentenza del Tar del Lazio favorevole alla Regione aprendo la strada a costosi risarcimenti danni. Inizieranno così i lavori per il secondo lotto della copertura del Bisagno che non è tuttavia un’opera risolutiva: per contenere un’onda di piena di mille metri cubi al secondo è necessario realizzare anche l’ultimo lotto. E per questo, ha detto il sindaco Doria in consiglio comunale, «i soldi a oggi non ci sono», mostrando cautela rispetto alle assicurazioni del capo di Italiasicura, Erasmo D’Angelis.
Domani è stato proclamato il lutto cittadino in occasione dei funerali di Antonio Campanella, l’ex infermiere di 57 anni ucciso dall’onda di piena del Bisagno. Intanto la Federcalcio ha proposto di giocare il 18 a Marassi la partita Italia-Albania, a sostegno della città, e aspetta una risposta dal Comune.