Elena Tebano, Corriere della Sera 15/10/14, 15 ottobre 2014
PRIMA ETEROLOGA COL TICKET A FIRENZE, OSPEDALE CAREGGI. I GAMETI VENGONO DA UNA BANCA ESTERA
I prossimi quindici giorni saranno decisivi per sapere se l’inseminazione ha avuto buon fine. Ma ieri, nella prima eterologa della sanità pubblica italiana, effettuata all’ospedale Careggi di Firenze, tutto è andato come previsto: una coppia di trentenni ha fatto ricorso al seme di un donatore per riuscire ad avere un figlio. Originari del Lazio, 35 anni lei, 38 lui, hanno dovuto usare i gameti inviati da una «banca» estera. «Siamo sereni — hanno assicurato —. E pronti a riprovarci se questo tentativo non riuscirà».
La coppia aveva iniziato la trafila per la fecondazione assistita ad agosto, senza aver mai tentato la cosiddetta «omologa» (ovuli e seme della coppia), e ha pagato un ticket di 100 euro. Massimo riserbo sulla loro identità: vogliono affrontare il percorso dell’eterologa il più tranquillamente possibile. A effettuare l’inseminazione, con un intervento ambulatoriale, è stata la professoressa Elisabetta Coccia che guida la nuova struttura specializzata dell’ospedale. «È stata una procedura semplice e non invasiva — ha spiegato Maria Teresa Mechi, direttrice sanitaria del Careggi —. Abbiamo dimostrato che ci sono le condizioni professionali e normative per fare l’eterologa in Italia».
I medici hanno scelto un donatore con «caratteristiche fenotipiche» simili a quelle degli aspiranti genitori. Il seme, che arriva da un istituto europeo, sarà usato solo per loro. Almeno al Careggi. L’altra coppia che la prossima settimana si sottoporrà all’eterologa riceverà i gameti da un altro donatore. Sono circa mille in lista a Firenze, con tempi di attesa di un anno, nonostante il potenziamento della struttura che farà 40 visite a settimana. E da lunedì l’ospedale fiorentino avvierà il reclutamento di donatori locali di spermatozoi e di ovuli: ci sono già volontari.