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 2014  ottobre 14 Martedì calendario

MESSICO, LA COPPIA CHE BALLAVA TRA I CADAVERI

Iguala è una città di quasi 120.000 abitanti situata nello Stato di Guerrero in Messico. Ne è sindaco José Luis Abarca, legato a filo doppio ai cartelli della droga. Già il 31 maggio 2013 il sindaco Abarca – secondo la testimonianza resa da Nicolas Mendoza Villa dinanzi a un notaio di Città del Messico – avrebbe ucciso personalmente Arturo Hernandez Cardona sequestrato insieme ad altri sette attivisti tra cui lo stesso Villa scampato alla morte. Il sindaco avrebbe dato ordine di torturarlo e poi lo avrebbe ucciso urlando: “Visto che rompi così tanto le scatole voglio togliermi il gusto di ammazzarti con le mie mani”. Il capo della polizia di Iguala, che accompagnava il sindaco, gettò Cardona nella fossa che i sequestrati erano stati costretti a scavare, e il sindaco gli sparò prima in faccia poi al petto. In quella circostanza furono uccisi altri esponenti di Unidad Popular, movimento di difesa dei diritti dei contadini. L’uomo che aveva visto tutto, l’autista dell’ingegner Cardona, era Nicolas Mendoza Villa.
Grazie alla sua testimonianza giurata fu avviata una inchiesta dalla Procura della Repubblica ma, come accade spesso in Messico, tutto finì in una bolla di sapone. Il sindaco di Iguala continuò a reggere le sorti della città, a tagliare nastri e inaugurare centri commerciali costruiti con il denaro della droga. Nelle foto, accanto all’onnipresente consorte Maria de los Angeles Pineda Villa, appariva sempre sorridente e con la camicia sbottonata. Sembrava che il sindaco di Iguala – malgrado le denunce della vedova di Cardona – l’avesse fatta franca.
L’ascesa politica di José Luis Abarca è stata incoraggiata e favorita dalla moglie, donna dal carattere deciso e imparentata con narcotrafficanti di spicco. In una terra con un tasso di omicidi 3 volte quello del Messico e 20 quello dell’Europa, la parola di una donna simile veniva ascoltata con rispetto. Maria Pineda Villa è stata il vero sindaco di Iguala e il collegamento tra Comune e cartelli della droga.
Sembrava che nulla potesse fermarla. Ma il 26 settembre un gruppo di attivisti e studenti di sinistra fece irruzione nel Municipio. Secondo quando dichiarato del Centro per la sicurezza nazionale (Cisen) fu proprio la moglie del sindaco a chiedere al capo della polizia di sbarrare la strada ai dimostranti. Gli studenti tornarono allora verso gli autobus, ma ad attenderli c’erano gli agenti e avvenne un massacro. Alcuni studenti furono uccisi, 43 furono sequestrati con l’appoggio dei sicari del cartello Guerreros Unidos. Da allora il sindaco e la sua dama nera sono scomparsi divenendo le persone più ricercate del Messico.
Gli investigatori danno per certo che ha lasciato Iguala e si sta godendo da qualche parte i frutti della sua carriera di politico corrotto iniziata vendendo in strada sandali e sombreros e conclusa nel sangue. Qualche giorno fa la svolta: in tre fosse alla periferia di Iguala sono stati rinvenuti i resti di numerose persone. Sebbene la polizia inviti alla prudenza, sembra certo che i corpi appartengano ai 43 desaparecidos del 29 settembre. Resta il fatto che per l’assassinio di Cardona nessuno è stato processato.