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 2014  ottobre 14 Martedì calendario

RITRATTO DI JEAN TIROLE, NOBEL PER L’ECONOMIA

Se ci aiutasse a riscrivere le convenzioni autostradali, forse in capo a qualche anno i pedaggi al casello calerebbero. Se ci aiutasse a cambiare le leggi che regolano gli appalti pubblici, forse accadrebbe di meno che i costi si moltiplichino strada facendo o che i ricorrenti bracci di ferro tra politica e aziende allunghino i tempi delle opere.
Le autorità antitrust di tutto il mondo devono molto ai suoi lavori su come far funzionare meglio i mercati. Ha anche studiato come evitare che giganti come Google e Microsoft conquistino posizioni di monopolio; o quali sono le normative più efficaci per ridurre l’inquinamento. Questo è Jean Tirole, l’economista francese di 61 anni premiato ieri con il Nobel.
Tra il grande pubblico pochi ne hanno sentito parlare, eppure tra gli esperti era considerato da tempo uno dei candidati più quotati. Uomo schivo, non scrive sui giornali e non si sa per quale partito voti. Ma la grande crisi lo ha spinto a un maggior impegno civile; anche a studiare come le banche vadano meglio regolate per evitare che combinino guai.
«Noi economisti ci siamo svegliati tardi. Invece dobbiamo parlare; il nostro compito è discutere, dibattere, indagare quale è il modo migliore di uscire da questa crisi» diceva due anni fa a Roma, chiamato per una laurea honoris causa dell’Università di Tor Vergata. Ad esempio gli piacerebbe una regolazione antitrust su scala mondiale.
Lo hanno indignato i rapporti troppo stretti tra potere politico e potere finanziario che la crisi ha portato alla luce. Così è un gran sostenitore dell’unione bancaria che partirà da novembre, con la vigilanza sulle grandi e medie banche affidata in tutti i Paesi euro alla Bce. Vorrebbe anzi che le normative sul credito venissero del tutto sottratte ai governi nazionali.
Tirole vuole il mercato ma cerca di capire come lo si costruisce, perché vede che lasciato a sè stesso perlopiù funziona male. «Capisce i limiti del mercato molto meglio di chi vi è ideologicamente ostile; è allo stesso tempo un idealista e un pragmatico» ha scritto di lui Esther Duflo, l’economista francese nota per l’impegno a favore dei Paesi poveri.
Tirole non sopporta, nemmeno, che tanti giovani in Francia come in Italia restino impantanati nel lavoro precario. Anche lui (ne parla almeno dal 2003) è fautore di un contratto unico: proprio come quello che il governo Renzi promette di realizzare, seppur ancora senza spiegare in quale modo.
«Non è un caso che tutta l’Europa del Sud, che ha esattamente le stesse norme per il mercato del lavoro, si sia ritrovata con tanti disoccupati, mentre la Scandinavia ad esempio, con un sistema differente, ne abbia assai pochi» ha detto ieri per l’appunto in una conferenza stampa. E ancora: «È assurdo che a forza di proteggere troppo i salariati si finisca per non proteggerli più».
I colleghi professori paiono tutti contenti che sia stato scelto lui. Ne sottolineano la dedizione nel fare della sua università, quella di Tolosa, un centro di studi di primissimo livello nel mondo.
Stefano Lepri, La Stampa 14/10/2014