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 2014  ottobre 14 Martedì calendario

SORRIDENTE

«Io sembro sempre sorridente, ma con tante pressioni tutto era più complicato. Diciamo che sono stato bravo a gestire la situazione» (Marc Marquez dopo la conquista del secondo titolo consecutivo).

LONTANI «Tutti ricordano le mie esplosioni ma anche la passione che ci mettevo. Oggi i tennisti sono più professionali, ma anche più lontani» (John McEnroe).

BERSAGLIO «Andrea è taciturno e in campo non troppo aggressivo, ma è un talento che negli ultimi anni è stato soprattutto sfortunato: troppi infortuni ravvicinati. È diventato un bersaglio facile per la critica, ma può ancora venire fuori» (Bergnani secondo Alessandro Gentile).

RADICI «Io sono qui per trasferire alla squadra il mio spirito vincente. Mi piace giocare duro. Sono diventato giocatore negli Usa ma non ho reciso le mie radici lituane ed europee: cerco di prendere il meglio dei posti in cui mi trovo» (Linas Kleiza, da questa stagione all’Olimpia Milano).

ITALIANO «A me piace ridere, scherzare, stare in compagnia. I tedeschi sono come vengono dipinti: chiudi, inquadrati, seriosi. Ecco perché non mi sono mai sentito uno di loro. Io sono italiano» (il centrocampista italo-tedesco della Sampdoria Roberto Soriano).

TRAPIANTO «Mi addolora che un milanese “doc” come Moratti abbia lasciato. Non credo che sarei capace di affidare il nostro Milan ad un cittadino straniero. Ma, forse, nemmeno ad un italiano. Mio padre diceva che ho il Milan tatuato sul cuore. E non ho alcuna intenzione di fare un trapianto» (Silvio Berlusconi).

PARLARE «Penso che sia molto importante per noi difensori parlare col portiere, perché vediamo l’intero gioco e possiamo aiutare i giocatori davanti a noi. L’ho sempre fatto durante la mia carriera e sto provando anche a farlo qui, dire cosa vedo in campo per aiutare i giocatori» (Nemanja Vidic, che sta studiando l’italiano).

PRIMA «Conoscevo il progetto dei nuovi proprietari prima che si sviluppasse. Quindi posso svelare che ero la prima opzione per andare al Psg nel 2011 insieme al d.s. Leonardo, non Ancelotti» (José Mourinho).

RAGAZZINI «Sono felice di poter fare gli auguri a un grandissimo attaccante perché stimo l’uomo e il grande campione e perché mi aiuti a dimostrare che non serve essere “ragazzini” per essere molto forti» (gli auguri di Francesco Totti a Totò Di Natale per i suoi 37 anni, compiuti ieri).