Geraldine Pedrotti, la Repubblica 12/10/2014, 12 ottobre 2014
NAZIONALE - 12
ottobre 2014
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Economia RMDom
Sì di Termini Imerese all’auto elettrica Grifa “Salvi così 756 posti”
Operai Fiat e Magneti Marelli esultano. Cisl: patto esemplare Renzi sente Landini. Il vice ministro: ora l’impegno di tutti
GERALDINE PEDROTTI
PALERMO .
Una società costituita sette mesi fa, controllata per intero da un’altra con sede a Bolzano, controllata a sua volta al 100% da una società immobiliare guidata da un amministratore congolese. Il tutto finanziato da un Fondo di investimenti brasiliano e assistito da ex dirigenti Fiat nella veste di consulenti. Si chiama Grifa, sigla che sta per Gruppo italiano fabbriche automobili, ed è l’azienda a cui sarà affidato il futuro dell’ex Fiat di Termini Imerese e dei suoi 756 operai. Una società di cui però si sa ben poco. Sul sito Internet dell’azienda, solo una home page, si legge: «Siamo la prima società italiana che progetta e produce auto ibride ed elettriche di ultima generazione. Il nostro team, altamente qualificato, è composto da manager, professionisti e tecnici italiani, specializzati nel settore auto». Quel che è certo è che Grifa non ha mai avviato una produzione di automobili e vorrebbe iniziare a farlo proprio a Termini Imerese.
Si sa anche che il capitale sociale di Grifa è attualmente di 25 milioni di euro, che diventeranno 100 solo dopo aver concluso l’accordo siglato venerdì tra ministero dello Sviluppo economico, Regione siciliana, sindacati e Fiat per la cessione dello stabilimento siciliano. Questa la condizione posta dal Fondo brasiliano che porterà il capitale nel progetto. Nei piani dell’azienda c’è la produzione di una citycar ibrida del segmento A, quello della Panda, un modello di utilitaria a basso costo che non esiste sul mercato. Di auto la società ne vorrebbe costruire 35 mila all’anno e l’avvio della produzione dovrebbe avvenire tra fine 2015 e inizio 2016. Grifa si avvarrà della collaborazione di Fiat: secondo indiscrezioni, alcune parti meccaniche saranno comprate dalla casa torinese e assemblate in Sicilia.
Il valore complessivo dell’investimento è di 350 milioni, cento di Grifa e la restante parte da finanziamenti nazionali e della Regione Sicilia. Lo stabilimento sarà ceduto da Fiat a costo zero e Grifa assumerà fin da subito i 756 dipendenti ex Fiat e Marelli, che passeranno da un periodo di cassa integrazione per poi essere gradualmente riassorbiti dalla nuova società.
Ma chi c’è dietro il marchio che prenderà il posto della Fiat in Sicilia? L’ad lucano Antonio Forenza, classe 1940, si circonderà di una squadra di esperti del settore auto: Giancarlo Tonelli, ex dirigente Fiat, Giuseppe Ragni, già direttore di Alfa Romeo, e Giovanni Battista Randelli con un passato alla Ferrari. Un team che ha rassicurato sindacati e istituzioni sul progetto (sulla svolta si sono sentiti Renzi e il leader Fiom Landini, mentre Furlan della Cisl parla di intesa che può diventare un «modello», a patto che «ci sia ora l’impegno di tutti», aggiunge il vice ministro De Vincenti).
Dietro la società un intricato sistema: Grifa è controllata al 100% da Energy Crotone 1, società di produzione di energia con sede a Bolzano e capitale sociale di 10 mila euro, controllata a sua volta interamente dalla immobiliare Professional Asset Management, con sede a Milano, di proprietà dell’imprenditore pugliese Raffaele Cirillo e amministrata dal congolese Kiala Dielunguidi, presente in un’altra decina di società con sede in Italia. Anche in questo caso il capitale è di appena 10 mila euro. La vera garanzia di solidità sarebbe l’ingresso del Fondo di investimento brasiliano e dei suoi 100 milioni. Ce la farà la piccola Grifa a sopravvivere sul mercato e ridare fiducia alle quasi mille tute blu dell’ex Sicilfiat?
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