Tommaso Ciriaco, la Repubblica 12/10/2014, 12 ottobre 2014
Grillo-show: “Il premier va fermato con l’esercito, usciamo dal Parlamento” Il leader sulla gru lancia il referendum anti-euro
Grillo-show: “Il premier va fermato con l’esercito, usciamo dal Parlamento” Il leader sulla gru lancia il referendum anti-euro. Casaleggio contro i cronisti: “Fuori dai c...”. Blitz di ribelli sul palco: “Trasparenza sullo staff di Milano” TOMMASO CIRIACO ROMA . Il puntino con la chioma si sgola dall’alto di una gru: «Cambiamo l’Italia, oppure mi butto!». È il colpo di teatro, l’omaggio comico di Beppe Grillo ai militanti radunati al Circo Massimo. Sul Palatino scende la sera, ma il capo del Movimento - parole sue - è ancora carico come un carillon. Si prende la scena, “muove” l’esercito contro Matteo Renzi, promette una rapida conquista di Palazzo Chigi. E lascia a un inedito Gianroberto Casaleggio il gravoso compito di scivolare nel turpiloquio: «Cosa serve? Che voi giornalisti vi togliate dai coglioni». L’hotel dei cofondatori, a due passi dal raduno, è un’oasi insonorizzata. Ogni tanto la coppia che governa il Movimento si concede una pausa, ma è nel back-stage che Beppe e Gianroberto trascorrono un lungo sabato romano. Senza preavviso - e prima del grande epilogo serale - regalano un paio di incursioni tra la gente. Ma quando una cortina di cronisti rallenta i movimenti del Fondatore, lo schiaffo è immediato: «I media ci impediscono di girare, fanno proprio una barriera». È il segnale: «Giornalisti! venduti! - si leva il coro dalla galassia degli attivisti - Servi, andate via!». E contro una giornalista del Tg3 scatta l’insulto: «Vacca!». Il morale, in realtà, è in rapida ascesa. Dopo il flop di venerdì, i numeri strappano un sorriso a cinquestelle. Fin dal mattino, nonostante il caldo, il flusso di attivisti rincuora il quartier generale. Agorà improvvisate, parlamentari che dibattono con i cittadini da un palchetto improvvisato, famiglie in giro tra i gazebo. Nella “borsa grillina” vanno a ruba i selfie con Di Battista, Di Maio e il “comunicatore” Rocco Casalino. E c’è spazio anche per il merchandising, in nome dell’autofinanziamento: vanno a ruba soprattutto portachiavi a forma di stellina. Tocca al leader mettere pepe alla giornata. La battaglia è tutta contro i «parassiti al governo ». Di più: «Sono scimmie dal culo peloso ». La ricetta sembra racchiusa in un Aventino parlamentare per adesso solo accarezzato: «Il Parlamento è una dimensione che non ci appartiene. Ai ragazzi ho detto: da domani uscite e fate in piazza quello che fate in Parlamento ». Sul palco, però, una parola tira l’altra. E così, a metà pomeriggio, Grillo improvvisa un durissimo monologo contro il premier, mettendo in mezzo anche le forze armate: «Lunedì vado al casello e voglio che l’esercito arrivi lì prima di Renzi. Questa gente va fermata con l’esercito, perché l’esercito deve stare con gli italiani». Un affondo che non piace a Palazzo Chigi: «Che strumentalizzi il disastro di Genova, non è una novità». La foga di Beppe si abbatte presto sul resto del mondo: «Contro il Jobs Act combatteremo con ogni mezzo, l’Italia rischia il default, l’azienda Terna è gestita da un massone e Renzi l’avrei mandato affanculo». Nel mirino finisce pure l’editorialista di Repubblica Vittorio Zucconi: «A costo di prendere un aereo, io volo a New York per prenderlo a calci nel culo». Ma il progetto più ambizioso del comico - anche se al momento un po’ stridente con la Costituzione - riguarda la moneta unica: «Stasera lanciamo il referendum consultivo sull’euro. Raccoglieremo un milione di firme. Avremo tutto il tempo per portarlo in Parlamento e fare una legge». Non tutto, però, funziona come dovrebbe. È una festa, d’altra parte, e alla porta bussano ospiti indesiderati. Un manipolo di attivisti, quando è già sera, conquista la scena. Sfoggiano lo striscione “occupypalco”, strappano il microfono e invocano «trasparenza nel controllo dei voti e sul famoso staff di Milano». Il buffetto alla Casaleggio associati è tollerato solo per qualche secondo, poi Max Bugani ristabilisce l’ordine accompagnando i temerari nel back stage, tra i fischi e gli insulti dei militanti. Non tutto si esaurisce nelle accuse di Grillo. Gli occhi, stavolta, sono puntati sull’altro cofondatore. Casaleggio appare provato dopo l’intervento alla testa subito sei mesi fa. Calzato l’abituale cappellino, il guru abbandona la diplomazia del passato. «Monti, Letta e Renzi - va giù duro - sono i portaordini della Bce». Un titolo sul diktat di Draghi ai governi è lo spunto per una domanda: «A che titolo parla per cacciare governi?». Il resto è l’ennesima promessa sulla trasparenza delle votazioni sul portale: «Ci saranno controlli esterni». Ogni tanto i due cofondatori scompaiono. Dietro le quinte hanno montato una saletta vip, coperta da teloni verdi a prova di teleobiettivo. Ma quando sul palco sale Edoardo Bennato, il richiamo della musica travolge Beppe. Improvvisa un giro di blues, canticchiando: «Loro hanno un leader senza base, noi abbiamo più iscritti del Pd». Un’altra nota e torna in pista il cantautore napoletano, con la storica “Sta arrivando Mangiafuoco...». A quel punto della sera è scomparso dai radar anche Antonio Di Pietro. Avvistato tra i gazebo, arringa a lungo i cittadini contro l’odiata casta. © RIPRODUZIONE RISERVATA