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 2014  ottobre 12 Domenica calendario

Cosa c’entrano George e Amal Clooney con i marmi Elgin, i grandiosi fregi del Partenone, capolavori di Fidia, conservati dal 1816 al British Museum? Non è fiction, ma realtà legale

Cosa c’entrano George e Amal Clooney con i marmi Elgin, i grandiosi fregi del Partenone, capolavori di Fidia, conservati dal 1816 al British Museum? Non è fiction, ma realtà legale. Finita la breve luna di miele, Amal Alamuddin sarà ad Atene da domani, lunedì 13 ottobre. Incontrerà il primo ministro Antonis Samaras: Amal è consulente legale del governo greco per la restituzione dei marmi da parte della Gran Bretagna. Secondo il Times , Atene si è rivolta a lei e al suo collega, Geoffrey Robertson, per trovare una soluzione che chiuda la diatriba fra i due Paesi, cominciata nel 1993 quando l’allora ministro della Cultura greco, l’attrice Melina Mercouri, chiese per prima la restituzione. Amal è spalleggiata dal neo marito. George Clooney è stato il protagonista-regista-sceneggiatore-produttore del film «Monuments men» tratto dal libro di Robert M. Edsel: il racconto del gruppo specializzato di soldati americani che restituirono a diversi Paesi europei le opere d’arte trafugate dai nazisti. Clooney, durante la presentazione del film alla Berlinale nel febbraio 2014, dichiarò: «La restituzione dei marmi è la cosa giusta da fare»: governo greco entusiasta, il sindaco di Londra, Boris Johnson, offeso. La storia è nota. I marmi Elgin (metope dell’architrave del Partenone, parte delle grandi sculture dei due frontoni, fregio della cella con la statua della dea) prendono il nome da Thomas Bruce, VII conte di Elgin, ambasciatore inglese presso l’Impero Ottomano. Secondo la sua versione i marmi furono asportati e condotti in Gran Bretagna grazie a un firman (un permesso) del sultano Selim III. Secondo altre versioni, il permesso era limitato solo ad alcuni pezzi e si trattò di un furto. Dopo mille traversie legate alle sfortune personali di Elgin (i marmi si deteriorarono per due anni in un deposito nella campagna inglese), le opere approdarono al British Museum. Il museo ha più volte ricordato di non aver potere in materia di restituzione. E i governi britannici hanno sempre insistito sulla regolarità della compravendita. Che possibilità ha Atene di veder restituiti i marmi Elgin? Risponde Francesco Rutelli, ex ministro dei Beni culturali e oggi presidente onorario dell’Icd, Institute for cultural diplomacy , nonché presidente dell’associazione «Priorità cultura». Fu lui a riportare in Italia la Venere di Morgantina e altri tesori illegalmente trafugati dall’Italia: «Sono contrario alla restituzione dei marmi. Credo si debba demarcare un confine con l’accordo internazionale Unesco 1970. Un conto è l’arte illegalmente trafugata, un conto sono i fatti ormai storicizzati. Altrimenti noi italiani potremmo chiedere lo svuotamento di mezzo Louvre sostenendo l’irregolarità della vendita di pezzi straordinari da parte delle dinastie dell’Italia preunitaria o dei tanti principi romani in difficoltà economica. Per la stessa identica ragione non avrebbe senso la richiesta di restituzione dell’Altare di Pergamo da parte delle autorità turche a Berlino. Inizierebbe una guerra mondiale di vari stampi nazionalistici contraria alla vocazione universalistica della cultura e dell’arte». Paolo Conti