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 2014  ottobre 10 Venerdì calendario

MONTEPASCHI APRE IL CDA AI FONDI

Dopo un braccio di ferro durato un mese e i necessari tempi tecnici il consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi si apre ai rappresentanti dei fondi esteri Fintech Advisory e Btg Pactual. Ieri il board ha infatti cooptato infatti David Martinez Guzman, numero uno del fondo Fintech, e Roberto Isolani, responsabile dei mercati e clienti internazionali di Btg Pactual, al posto dei due consiglieri di missionari della Fondazione Monte dei Paschi. Il passaggio, atteso dai mercati, chiude il cerchio sul delicato riassetto azionario che ha interessato la banca senese tra la primavera e l’inizio dell’estate e che ha portato all’ingresso nel capitale di nuovi investitori internazionali. Al termini di un delicato processo di diluizione infatti la Fondazione (scesa al 2,5%) ha sottoscritto un patto di sindacato con Fintech Advisory e Btg Pactual entrati in Rocca Salimbeni rispettivamente con quote del 4% e del 2%. La mossa è servita per stabilizzare la governance della banca e creare un nocciolo duro di azionisti in grado di pilotare la banca nel delicato processo di rilancio. Da parte loro però Fintech e Btg hanno chiesto garanzie sulla rappresentanza in consiglio, richiesta del tutto legittima se si pensa che i due investitori hanno investito oltre mezzo miliardo nella partita senese (180 milioni per l’acquisto delle partecipazioni dalla Fondazione e 325 milioni per la sottoscrizione pro quota dell’aumento di capitale da 5 miliardi). Il rimpasto non è stato semplice visto che, in assenza di vincolo di mandato, Palazzo Sansedoni ha potuto esercitare solo una moral suasion sui propri consiglieri, inizialmente arroccati nelle proprie poltrone. Alla fine però il braccio di ferro si è concluso con le dimissioni di Marco Turchi e Paola Demartini, il cui posto in cda è stato ieri preso dai rappresentanti dei fondi. Il nuovo assetto del board però resterà stabile solo fino alla primavera prossima, quando l’assemblea sarà chiamata a eleggere i nuovi vertici. In base agli accordi sottoscritti nei mesi scorsi, alla Fondazione, se la lista dei pattisti vincesse, spetterà l’indicazione del presidente e ai soci sudamericani quella del ceo. Per adesso qualsiasi previsione sarebbe prematura, anche se non vi è dubbio che, in caso di uscita, Fabrizio Viola e Alessandro Profumo lascerebbero Siena con l’indiscusso prestigio dei risanatori.
In aggiunta, non c’è solo il rinnovo dei vertici tra i temi caldi della governance del Monte. Già l’ex presidente Antonella Mansi aveva ipotizzato l’allargamento del patto ad altri soggetti per dare maggiore stabilità alla governance della banca e, indirettamente, rafforzare il potere negoziale di Palazzo Sansedoni. Il proposito è messo nero su bianco nel documento pluriennale pubblicato nelle scorse settimane dove si fa riferimento a «un consolidamento e un possibile allargamento del patto ad altri partner». Ma chi potrebbe entrare al fianco di Fintech e Btg? In una delle sue prime interviste il nuovo presidente Marcello Clarich ha suggerito un’alleanza con Axa, socio storico della banca che oggi detiene il 2,05%, anche se il gruppo assicurativo francese ha declinato l’invito. Altri investitori robusti di lungo periodo non se ne vedono nella compagine azionaria del Monte dove oggi prevalgono fondi speculativi come l’hedge fund americano York Capital Management, oggi primo socio della banca con oltre il 5% del capitale. L’idea di Clarich sembra insomma destinata a restare nel cassetto ancora per qualche tempo, ma c’è da scommettere che il sistema Siena non l’abbandonerà tanto facilmente.
Luca Gualtieri, MilanoFinanza 10/10/2014