9 ottobre 2014
Angelina Butera, 71 anni, e sua figlia Concetta Traina, 27. Di San Giovanni Gemini (Agrigento), la Traina, aspirante insegnante con un lavoro saltuario da baby sitter, «solare, piena di amici e voglia di vivere, ironica, colta, amante del cinema e di buone letture», era fidanzata con un Mirko Lena di anni 27, disoccupato anche se ogni tanto dava una mano al padre che ha una piccola fabbrica di materassi, tipo «anonimo, magro, non molto espansivo e sempre vestito di nero» che da qualche tempo s’era convinto che la ragazza lo cornificasse
Angelina Butera, 71 anni, e sua figlia Concetta Traina, 27. Di San Giovanni Gemini (Agrigento), la Traina, aspirante insegnante con un lavoro saltuario da baby sitter, «solare, piena di amici e voglia di vivere, ironica, colta, amante del cinema e di buone letture», era fidanzata con un Mirko Lena di anni 27, disoccupato anche se ogni tanto dava una mano al padre che ha una piccola fabbrica di materassi, tipo «anonimo, magro, non molto espansivo e sempre vestito di nero» che da qualche tempo s’era convinto che la ragazza lo cornificasse. L’altra notte il Lena, forzando una finestra, entrò nella casa dove Concetta viveva con la madre vedova, la sorprese che dormiva e le infilò più volte un coltello nel corpo. Lei si svegliò di botto e prese a urlare ma lui continuò a colpirla con la lama con tanta forza da fracassarle il collo. La Butera sentendo le grida della figlia corse in camera sua e fu accoltellata a sua volta più e più volte. Subito dopo il Lena poggiò su un tavolino un libro della Divina commedia aperto su una pagina dell’Inferno, su un muro scrisse «è finito il buio», e infine andò in soffitta, legò una corda a una trave, l’altro capo se lo passò attorno al collo, e si lasciò penzolare. Notte di martedì 7 ottobre in una casa in via Leopardi, rione Sacramento, San Giovanni Gemini, Agrigento.