Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 21/09/2014, 21 settembre 2014
QUEI VOLTI CHIUSI IN UN ARMADIO
Nella stanza di uno dei quindici borsisti che oggi soggiornano all’Accademia di Francia di Villa Medici c’è un armadio dove sono chiusi oltre quattrocento borsisti del passato. Furono ritratti, dall’inizio dell’Ottocento ai primi del Novecento, su pezzi di tela tutti della stessa misura, larghi 36,8 centimetri, alti 46. Aspettano di ritornare alla luce, visibili sulle pareti delle sale di Villa Medici. Una sessantina di loro hanno già avuto questa fortuna. Ma è toccata soltanto ai più famosi. A pittori come David e Ingres, scultori come David d’Angers, compositori come Berlioz, Debussy, Gounod, Bizet. I loro volti giovani e per lo più ombrati da tormenti romantici, sono disseminati tra le librerie della biblioteca di Villa Medici. Tutti uomini, una sola donna: Lili Boulanger, compositrice, la prima ad essere ammessa, nel 1913, all’Accademia di Francia a Roma. Éric de Chassey, da cinque anni direttore della prestigiosa istituzione, ha deciso di far rivivere questa folla di artisti in erba, oggi in gran parte dimenticati. «Quando sono arrivato a Villa Medici ‘ racconta ‘ i miei predecessori avevano appena finito di restaurare il palazzo. Ma dentro ci sono ricchissime collezioni che hanno bisogno di essere ripulite e valorizzate, magari sistemandole in sale finora chiuse ai visitatori». Il progetto ha trovato un aiuto nella Onlus Luigi De Cesaris, nata per onorare la memoria del grande restauratore scomparso nel 2012 in Egitto, mentre lavorava sui dipinti di una chiesa copta. Ha così preso forma «Ritratti in movimento», una collaborazione internazionale tra l’Accademia, Francesca Fasani, presidente della Onlus e l’Iscr (Istituto superiore per la conservazione e il restauro). L’Accademia ospita i borsisti restauratori, che ravvivano gli strati pittorici e risistemano le tele sui supporti di legno lavorando nei laboratori dell’Iscr sotto la direzione dei maestri italiani. Questi giovani restauratori arrivano ormai da tutto il mondo, da quando de Chassey ha deciso di rendere internazionale l’Accademia. E ha reso onore ai pensionnaires del passato mandando alle stampe, tre anni fa, un dizionario in tre volumi, curato da Annie e Gabriel Verger, con le biografie dei 1.262 borsisti dal 1666 al 1968 (anno di soppressione del Prix de Rome). Si racconta, in questi volumi, anche la storia dell’Accademia, fondata direttamente da Luigi XIV, per ospitare giovani pittori e scultori con lo scopo di educarli alla conoscenza del patrimonio artistico e culturale di Roma. I primi pensionnaires arrivarono nel 1666 e furono alloggiati a Casa Saraca, sulla salita di Sant’Onofrio. Nel 1725 la sede si spostò a Palazzo Mancini, in via del Corso, saccheggiato dai contro-rivoluzionari romani nel febbraio 1793. Nel 1803 si stabilì infine a Villa Medici. I ritratti dei borsisti dei secoli precedenti andarono perduti nel sacco di Palazzo Mancini. I famosi, come Fragonard, Bouchet, David, furono ridipinti nell’Ottocento. Le sembianze degli altri sono dimenticate per sempre.