Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 12/09/2014, 12 settembre 2014
UN IMPERATORE A CASA DI LIVIA
Caligola, per sottolineare la sua furbizia, la definì «Ulisse con la stola». Ma forse Livia Drusilla, più che astuta, fu donna intelligente e saggia. Ben lontana dagli eccessi e dalle efferatezze che in seguito avrebbero travolto l’immagine delle imperatrici romane. Augusto ne rimase folgorato al primo incontro, quando era ancora sposato con Scribonia e lei era la moglie di Tiberio. Divorziarono quasi subito, si sposarono e il loro matrimonio fu lunghissimo e felice. Un refolo di questa felicità spira ancora nella loro casa di campagna, costruita nel 38 a. C., subito dopo le nozze, nei terreni che lei aveva ereditato dal padre. La leggenda racconta di un prodigio: mentre Livia stava seduta in questi suoi campi, un’aquila le lasciò cadere in grembo una gallina bianca con un ramo di alloro nel becco. Livia allevò la gallina e piantò il ramo, che dette vita a un bosco così rigoglioso da rifornire per decenni con le sue foglie i trionfi degli imperatori. Di certo Livia e Augusto costruirono di comune accordo la casa. Insieme progettarono il giardino pieno di alberi da frutto, l’orto dove Livia coltivava le piante medicinali, il piccolo parco dove Augusto sfogava la sua passione per l’«ars topiaria». Insieme idearono il delizioso triclinio ipogeo, dove pranzavano al fresco nelle giornate d’estate, tra pareti dipinte con immagini che riflettevano la visione del giardino esterno. Oggi questi affreschi sono conservati nel Museo nazionale romano in Palazzo Massimo. Restano nella Villa di Livia alcuni delicati dipinti murali raffiguranti grottesche, animali selvaggi, cavalli marini che inseguono delfini sulle onde. Si riconoscono il viridarium affacciato sulla piana del Tevere, la camera da letto degli imperatori, la terrazza dove oggi hanno piantato arbusti di alloro dentro olle di terracotta ricostruite sul modello di quelle ritrovate durante gli scavi. E poi le camere degli ospiti con i pavimenti in mosaico o in marmi colorati, il portico diviso da pilastri e dedicato alle passeggiate, con le pareti rosse e gialle decorate in bianco e blu. Il sito è stato risistemato in occasione del bimillenario augusteo e da oggi riapre al pubblico (info e orari in www.archeoroma.beniculturali.it). Ma non è facile trovarlo, mancando ogni indicazione. È auspicabile che nel frattempo venga posto un cartello all’ingresso della strada che dalla Flaminia (Prima Porta) conduce alla Villa. La direttrice Marina Piranomonte non è riuscita a ottenerlo neppure in dodici mesi di richieste, per lettera e per telefono, agli «uffici competenti»: Anas, Regione, Provincia, Municipio, Astral. Ha risposto solo il Municipio. Per dire che lui non è competente.