Giuseppe Pollicelli, Libero 8/10/2014, 8 ottobre 2014
CINEMA: CROLLA L’IMPEGNO, GALLEGGIANO LE COMMEDIE
Dalle cifre riportate ieri su Italia Oggi si evincono tre dati: andare al cinema è un’attività che in Italia si pratica sempre meno; vi è, da parte del pubblico, una diffidenza di base verso i film italiani; il cinema viene essenzialmente percepito come un mezzo per svagarsi e non come un’occasione per informarsi e riflettere. Esaminando i dati di mercato relativi alle sole pellicole italiane per il periodo che va dalla fine di luglio al 5 ottobre 2014, emerge il tramonto del cinema politico e impegnato, con La trattativa di Sabina Guzzanti che incassa 179.000 euro e Arance e martello di Zoro 138.000. Va appena un po’ meglio, ma comunque male, al Pasolini di Abel Ferrara (275.000) e al Belluscone di Franco Maresco (227.000). Neppure la commedia, in assenza di calibri alla Zalone o De Sica, riesce a evitare il flop (596.000 euro per La buca, con Papaleo e Castellitto), né sembrano bastare i nomi molto noti (359.000 euro per Perez con Luca Zingaretti e 632.000 per Un ragazzo d’oro con Scamarcio e la Stone). Nessuno di questi film, per capirci, ha ripagato i suoi costi. Se nell’era di smartphone e social network la progressiva marginalizzazione della sala cinematografica è un fenomeno ineluttabile, va anche detto che l’ostilità verso i prodotti italiani, specie se qualitativamente di livello, non vale sempre. Lo dimostra l’enorme successo di una serie tv come Gomorra. Anche per il grande schermo, forse, occorre concentrarsi su un numero minore di progetti dal budget e dalle ambizioni più elevate, senza uccidere il cinema più sperimentale e a basso costo ma eliminando le troppe proposte «medie» che non attraggono nessuno e non riescono mai a pareggiare i bilanci. Non sappiamo se sia la via giusta, ma di certo continuare come adesso non è più possibile.