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 2014  ottobre 08 Mercoledì calendario

LA FRENATA DELL’ECONOMIA DELLA GERMANIA MANDA AL TAPPETO LE BORSE

Giornata sofferta per i mercati finanziari a causa di vari market mover ribassisti. Last but not least l’ennesimo veto tedesco a mosse espansionistiche nell’Eurozona. Il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ha criticato l’azione di Mario Draghi e dalla Banca centrale europea di comprare bond del settore privato (corporate bond e le asset backed securities, Abs) e si è detto contrario anche all’acquisto di titoli di Stato (il cui mancato accenno nell’incontro di giovedì scorso da parte di Draghi spinse nella stessa seduta i listini in forte ribasso con la Borsa milanese in calo del 3,92%, il peggiore in 19 mesi). Gli ha fatto eco, con gli stessi toni da falco, la Banca di Olanda - in un rapporto semestrale - sottolineando che le misure di politica monetaria della Bce rischiano di creare bolle nei mercati che potrebbero causare instabilità finanziaria.
È stata questa solo l’ultima di una serie di notizie e moniti che hanno mandato al tappeto ancora una volta le Borse. In media i listini europei hanno ceduto l’1,75% (indice Eurostoxx 50): Francoforte (-1,81%) e Madrid (-2,02%) hanno fatto peggio. Il Ftse Mib di Piazza Affari ha ceduto l’1,73% sui minimi di una seduta iniziata in leggero calo e poi via via andata peggiorando. In mattinata Berlino ha diffuso i dati sulla produzione industriale nel mese di agosto, scesa del 4% rispetto al mese precedente, molto peggio del -1,5% atteso. È il secondo brutto dato tedesco in due giorni (dopo il calo degli ordini dell’industria del 5,7% sul mese ad agosto e del 4,1% su base annua). A questo punto il rischio che la Germania cada in recessione tecnica nel terzo trimestre è elevato.
Ma non finisce qui: al flusso di notizie "ribassiste" si è aggiunto l’arrivo del virus Ebola in Europa: tre persone sono state messe in isolamento a Madrid perché entrate in contatto con l’infermiera che ha contratto il virus in un ospedale della capitale spagnola, contagiata da un paziente arrivato dalla Sierra Leone. Non a caso la compagnia International consolidated airlanes (un conglomerato a cui fa capo anche la spagnola Iberia) è crollata sul listino londinese (-7%). Il quadro finanziario è stato appesantito dalle stime di crescita globale del Fondo monetario internazionale, riviste al ribasso.
L’Fmi è pessimista in particolare sulla zona euro: «C’è il rischio che possa entrare in una fase di stallo e cadere in deflazione» il prossimo anno, ha detto il capo economista del Fondo, Olivier Blanchard, secondo il quale Eurolandia diventerebbe così «il maggior problema dell’economia mondiale».
Peggiorate anche le prospettive per l’economia italiana, che subirà una flessione dello 0,2% quest’anno. L’Fmi ha poi lanciato una frecciata agli investitori. «C’è il timore che i mercati stiano sottovalutando i rischi non includendo nei prezzi di Borsa, le incertezze legate all’outlook e le loro implicazioni per il passo della riduzione degli stimoli monetari in alcune delle economie avanzate». L’Fmi ritiene che i rischi siano aumentati e le valutazioni in qualche asset class (come le obbligazioni aziendali ad alto rendimento) sembrino «tirate». In questo quadro le Borse hanno sofferto, meno lo spread BTp-Bund salito leggermente a 144 punti con il tasso del decennale al 2,34% (2 punti in più della vigilia).
L’euro, dopo una escursione sotto 1,25 dollari, si è riportato sopra 1,26. Ma per gli analisti il trend resta a favore del biglietto verde con il cambio che potrebbe arrivare in area 1,2 entro fine anno. Oggi parte la stagione delle trimestrali negli Usa e alle 20 verranno pubblicate le minute dei verbali della riunione del Fomc del 16-17 settembre (il comitato operativo della Federal Reserve) da cui potrebbero emergere novità sulla tempistica del rialzo dei tassi atteso negli Usa.
Vito Lops, Il Sole 24 Ore 8/10/2014