Adriana Bazzi, Corriere della Sera 7/10/2014, 7 ottobre 2014
IL CONGRESSO DI OCULISTICA. I FEMTOSECONDI E LA CHIRURGIA DEL GLAUCOMA
[Intervista a Zoltan Tsolt Nagy] –
Navigando in Internet ci si imbatte in uno Zoltan Nagy fotografo e fotoreporter ungherese, nato a Budapest nel 1943, che vive in Italia, fra Roma e Torino. Ma non è il nostro. Poi c’è un secondo Zoltan Nagy, baritono di una certa notorietà, che però è rumeno. E c’è anche un calciatore, che porta lo stesso nome, nelle file della squadra di Debrecen (Ungheria). Il quarto, Zoltan Tsolt Nagy, di nazionalità ungherese, fa un altro mestiere ed è quello che ci interessa: è un oculista di fama mondiale. Lui, che attualmente è capo del Dipartimento di Oftalmologia alla Semmelweis University di Budapest, è stato il primo a utilizzare il laser a femtosecondi nella chirurgia della cataratta.
Dottor Zoltan, quali sono le più importanti innovazioni in oftalmologia negli ultimi 30 anni?
«Direi le lenti a contatto, inventate dagli ungheresi fin dagli anni 40, per correggere la miopia. Poi il perfezionamento delle tecniche chirurgiche per la cataratta: prima si estraeva il cristallino in toto (la cataratta è una malattia che colpisce il cristallino, una lente che sta all’interno del bulbo oculare, lo rende opaco e impedisce la visione, ndr ) con un grande trauma per l’occhio. Poi l’oftalmologo americano Charles Kelman ha inventato la facoemulsificazione. Con questa tecnica, basata su ultrasuoni capaci di frantumare il cristallino, si è cominciato a ridurre la dimensione dell’incisione. Parallelamente sono state messe a punto lenti intraoculari, da inserire nell’occhio per ripristinare le funzioni del cristallino, grazie alle osservazioni di sir Harold Ridley. Questo ricercatore inglese aveva scoperto che i piloti della Seconda guerra mondiale, colpiti da schegge di vetro nell’occhio, non presentavano alcuna reazione negativa».
Quali sono stati i progressi della chirurgia refrattiva (è una chirurgia che interviene sulla cornea e sul cristallino e corregge i vizi dovuti a un difetto di focalizzazione delle immagini sulla retina, ndr)?
«Dagli anni Novanta questa chirurgia (che ha potuto contare su un particolare tipo di laser chiamato a eccimeri: il laser è un fascio di luce che funziona come un bisturi) ha guadagnato sempre più terreno e, grazie a questa tecnologia, la capacità visiva di milioni di persone è completamente cambiata. Oggi molte condizioni legate a disordini della rifrazione, come la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo possono essere corretti».
E il laser a femtosecondi che lei per primo ha usato nella chirurgia della cataratta? Quali sono i suoi sviluppi futuri (Il laser si chiama così perché la durata dell’impulso del raggio è infinitesimamente piccolo: uguale a 10-15 femtosecondi che equivalgono a un milionesimo di miliardesimo di secondo, ndr)?
«Questo tipo di laser permette di eseguire l’intervento di cataratta con una estrema precisione (venti volte superiore a quella della mano dell’uomo) con traumi ridottissimi per i tessuti oculari. La tecnica è interessante, può essere usata anche per interventi sulla cornea e, in futuro, per la chirurgia del glaucoma. Ed è promettente anche nei bambini. Non può, comunque, prescindere da un bravo chirurgo! C’è, però, un problema: i costi. Ma si spera che potranno essere ridotti nel prossimo futuro in modo che sempre più pazienti possano accedere a questi trattamenti».
Secondo lei le nuove abitudini di vita legate alle tecnologie possono modificare le capacità visive?
«L’uso di computer, smartphone e tablet richiedono un’acuità visiva da vicino. Mi aspetto un aumento della miopia perché i ragazzi che cominciano a usare il computer in giovanissima età si abituano, appunto, a guardare a brevi distanze. E l’uso di questi dispositivi può provocare un’altra condizione: la sindrome dell’occhio secco. Che può portare a un abuso di colliri. Occorre allora insegnare alle persone come convivere con le nuove tecnologie».