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 2014  ottobre 07 Martedì calendario

IL CONGRESSO DI OCULISTICA. L’INTERVENTO AGLI OCCHI, PURTROPPO, NON È PER TUTTI


Miopia, astigmatismo, presbiopia, cataratta (anche in combinazione), laser al femtosecondi: la chirurgia oculare, e quella refrattiva in particolare, hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni. Tanto da dare ormai la sensazione
che tutto sia possibile, o quasi. E siccome il diavolo si nasconde nei dettagli cerchiamolo in quel «quasi», per non avere brutte sorprese e trovarci con pentole senza coperchio. Il «quasi» non è da ascrivere
a incapacità dei chirurghi (basta scegliere quelli più bravi e aggiornati) o in promesse false, bensì alle attese di chi si opera. Almeno in certi casi, per esempio quello della chirurgia refrattiva delle presbiopia, un ottimo risultato chirurgico non deve illudere che terminata l’operazione si possa avere sempre e comunque una vista che può competere con quella focale macro di una reflex professionale. Così come chi si sottopone a cataratta anticipata con inserimento di lentina correttiva deve essere consapevole che potrebbe sentirsi chiedere se preferisce privilegiare il «fuoco» da vicino o da lontano. Il «quasi» va poi cercato anche nelle indicazioni. Non tutti e sempre sono candidati ideali per qualsiasi intervento chirurgico, e questo vale per la chirurgia refrattiva come per qualsiasi altra terapia. Quindi, prima di dare la colpa al chirurgo se il risultato non è quello desiderato e se la vista da Superman rimane un sogno, chiediamoci se davvero questi interventi fanno al caso nostro, fisicamente e anche psicologicamente. Anche perché, dopo una vita con gli occhiali, potrebbe essere magari un po’ triste separarsene. In fondo quei due vetri sul naso per molti fanno parte della carta d’identità, sono diventati un tratto distintivo, un modo per far riconoscere il proprio gusto e le proprie inclinazioni. Insomma, non è sempre e necessariamente una tragedia continuare a portarli, tanto più che ormai sono diventati uno dei codici
per essere alla moda, oppure, al contrario, per segnare la propria distanza dai gusti correnti e argomentare, con montature dal taglio volutamente tradizionale, o ricercatamente «vintage», che si possiedono personalità e indipendenza di pensiero. Senza essere per forza stravaganti.