Notizie tratte da: Gianni Oliva # Fra i dannati della terra. Storia della legione straniera # Le Scie Mondadori 2014 # pp. 264, 22 euro., 7 ottobre 2014
Notizie tratte da: Gianni Oliva, Fra i dannati della terra. Storia della legione straniera, Le Scie Mondadori 2014, pp
Notizie tratte da: Gianni Oliva, Fra i dannati della terra. Storia della legione straniera, Le Scie Mondadori 2014, pp. 264, 22 euro.
Vedi Libro in gocce in scheda: 2295338
Vedi biblioteca in scheda: 2285106
Vita «Dal 1831 la Legione offre a quelli che lo desiderano una nuova partenza e la possibilità di prendersi la rivincita su una vita diventata difficile o pesante» (il generale de Saint-Chamas nel 2013, nel 150 anniversario del Camerone).
Volontari Nel 1831 Luigi Filippo «Egalité», portato al trono dalla rivoluzione liberale del Luglio parigino, decide di affidare ai volontari stranieri le incombenze della conquista dell’Algeria. Da allora, fino al 1962, anno in cui ottiene l’indipendenza, l’Algeria è la terra della Legione e Sidi-bel-Abbès la base di comando.
Idoneità La legione straniera arruola stranieri volontari, di età compresa tra i 18 e i 40 anni, che siano alti almeno 1,55 metri, che dimostrino di avere l’idoneità fisica e morale, e che prestino servizio per almeno tre anni.
Identità I legionari sono uomini mediamente colti, tuttavia non vi sono solo patrioti, alcuni sono mossi da uno spirito di avventura, altri sono vinti, spiantati, dannati, senza patria, idealisti in fuga, rivoluzionari sconfitti, mentre altri vogliono dimenticare un amore, o ancora rifarsi una vita e un’identità dopo qualche guaio con la giustizia: «In mancanza di documenti, lo straniero sarà mandato davanti a un ufficiale superiore che deciderà se la domanda potrà essere accolta». La Legione garantisce la nazionalità francese dopo cinque anni di servizio.
Stranieri Nei primi anni, tra le fila della Legione, ci sono gli sconfitti delle rivoluzione nazionali, molti esuli dei moti Napoletani (1830-1848), gli insorti di Vienna e Budapest, i democratici francesi che si iscrivono come belgi. Negli anni Venti del novecento arrivano i russi cacciati dall’armata rossa bolscevica, negli anni trenta i repubblicani spagnoli in fuga dalla Falange franchista, negli anni Quaranta fascisti e nazisti e negli anni Cinquanta e Sessanta ungheresi e cecoslovacchi schiacciati dai carri armati sovietici, infine dal 1989 gli slavi in cerca di un futuro.
Specchio «Come sempre è stato, la Legione è lo specchio delle turbolenze del mondo».
Combattimenti I legionari hanno combattuto in Algeria; Marocco; Madagascar; Spagna, Messico, Togo, Sudan, Niger, Indocina
Museo Nel museo della Legione, il monumento ai caduti costruito negli anni Trenta a Sidi-bel-Abbès, «dove tutto ebbe inizio» e portato in Francia nel 1962 perché «La Légion n’abbandonne jamais ses morts», il ritratto del generale Rollet, padre della Legione moderna, le bandiere di Dien Ben Phu, il fucile del principe Aage, le divise del reggimento di Tonchino.
Stretta Quei due legionari dell’Indocina, «degradati perché avevano stuprato diverse donne, e ridevano dicendo che le donne viet l’avevano etruàt (étroite), cioè stretta, e che questo gli eccitava da matti» (Sebastiano Veneziano, classe 34, siciliano, arruolatosi nella Legione per sfuggire alla disoccupazione).
Algeria 1 «La società musulmana del Nordafrica non è priva di civiltà: ha unicamente una civiltà arretrata e imperfetta» (così Alexis de Tocqueville, all’Assemblea Nazionale di Parigi nel 1847)
Algeria 2 Già nel 1834 quasi tutti gli arabi sapevano scrivere e ogni villaggio aveva due scuole.
Carlo X Carlo X, conte D’Artois, ultimo dei Borboni, infantile, giudicante, sentenzioso, insofferente alle critiche, sostenitore del potere sovrano. Il re incapace di stare al passo con una nazione che sta cambiando sotto la spinta della prima rivoluzione industriale il 10 giugno 1830 fa sbarcare trentasettemila uomini, comandati dal conte Louis de Bourmont, vicino ad Algeri, il 5 luglio conquista la città, il 9, forte della vittoria, promulga ordinanze restrittive [quelle di Saint-Cloud, ndr] con le quali si guadagna l’ira dei parigini che, per nulla affascinati dall’avventura africana, insorgono in piazza [la rivoluzione di Luglio], costringendolo alla fuga verso Cherbourg e al conseguente esilio in Inghilterra.
Ordinanze Tra le ordinanze emesse dal Carlo X: Divieto di pubblicazione di alcun libello senza previa autorizzazione della regia; Innalzamento dei parametri censitari per restringere il numero degli aventi diritti al voto; Lo scioglimento delle camere.
Schiaffo L’invasione dell’Algeria iniziata perché un giorno del 1827 il dey, il governatore di Algeri insediato dal governo ottomano, diede al console francese della «perfida canaglia idolatra», del «maledetto francese» e poi lo schiaffeggiò con un ammazzamosche nella pubblica piazza. Lo schiaffo di Algeri verrà rispolverato tre anni dopo da Carlo X che bisognoso di distogliere l’attenzione della pubblica opinione dalla politica interna invaderà l’Algeria.
Guerre Altre guerre iniziate per incidenti diplomatici: nel 1618 la defenestrazione di Praga, ovvero i due delegati imperiali buttati giù dal palazzo reale boemo, diede inizio alla Guerra dei Trent’anni. Nel 1900 l’assassinio dell’ambasciatore di Germania a Pechino dà il via alla cosiddetta Guerra dei boxer.
Dio Luigi Filippo, duca d’Orléans, incoronato «re dei francesi» sancendo il principio che il suo potere non deriva da Dio ma gli è stato conferito dal popolo.
Legione La Legione straniera, istituita il 9 marzo del 1831 da un’idea di alcuni liberali vicini al ministro della guerra Nicolas-Jean Dieu de Soult e a Filippo Egalité per affiancare le truppe francesi nella guerra d’Algeria. Del resto il re non poteva né accettare una sconfitta ritirando le truppe né mettersi contro la pubblica opinione inviando rinforzi. L’arruolamento di stranieri sembra la soluzione migliore.
Battaglioni Il primo centro di accoglienza per il reclutamento apre a Langres, nella Champagne. Subito vengono istituiti i primi sette battaglioni: nel primi 3 ci sono tedeschi e svizzeri, nel 4° spagnoli, nel 5° italiani, nel 6° olandesi e belgi e nel 7° polacchi e slavi. Al 31 dicembre 1831 si contano 4.978 volontari. Verranno poi ridistribuiti e le nazionalità verranno mischiate quando, nel 1835, Filippo Egalité manderà la Legione anche in Spagna per evitare che gli italiani si scontrino con l’esercito del re di Sardegna o che i tedeschi non debbano combattere contro i prussiani o gli austriaci.
Italiani Tra i primi arruolati italiani, Raffaele Poerio, ufficiale calabrese, costretto all’esilio dopo i moti di Napoli (1820). Ma nella Legione viene messo subito a capo del Quinto battaglione. Tutto di volontari italiani. Combatterà per diciassette anni una guerra di civiltà contro la barbarie islamica per la Francia. A farlo tornare in patria sarà la nuova ondata di moti italiani, quella del ’48; E poi ci sono Filippo Agesti ufficiale borbonico anch’esse coinvolto nei moti del 1820; Sebastiano Montallegri, romagnolo, prima ufficiale napoleonico poi combattente in Spagna e infine membro della Carboneria bolognese, riparerà in Francia costretto dall’esercito austriaco durante la campagna dell’Umbria; Andrea Ferrari, ex ufficiale napoleonico, costituzionalista che entrerà nelle fila della legione nel 1832, Ottaviano Vimercati, aristocratico cremasco, a cui la Lombardia appariva troppo stretta per il suo desiderio di azione che sfogherà dal 1841 a servizio della Francia.
Furti Francesco Zola nato a Venezia il 7 agosto 1795. Futuro padre di Emile, il romanziere. Laureato in ingegneria nel 1818, realizza nel 1830 la prima linea ferroviaria continentale, la linea Linz-Budweis in Austria. Uomo probo e misurato, liberale, carbonaro e massone, si arruola nella Legione nel 1831 in cerca di nuove avventure. E le trova. Durante il servizio, infatti, perde la testa per una giovane donna già sposata. Per lei spende tutti i suoi denari in ninnolerie e mazzi di fiori. Ma non basta per il suo amore – seppur platonico– compie anche un furto: in una bottega di Algeri, ruba un abito in seta bianca e giallo con bordature in filigrana d’argento, un abito talmente unico – creato per la futura sposa di un capotribù locale – che appena lo fa consegnare alla sua amata viene scoperto. Convocato dalla Legione dà le sue dimissioni, senza conseguenze perché «la legione protegge sempre i suoi membri». Il 15 gennaio 1833 ripara in Francia, a Parigi dove torna a fare l’ingegnere e incontra Emilie Aubert che diventa sua moglie: dalla coppia il 2 aprile 1840 nasce Emile Zola.
Libretti Carlo Pepoli, poeta e librettista compone le sue prime opere durante l’esperienza legionaria. Conclusa l’attività, espatria in Inghilterra dove scrive il libretto I Puritani per Bellini e alcune liriche musicate da Rossini nelle Soirées Musicales.
Battesimo Il 27 aprile 1832 il 3° battaglione mette in fuga i cavalieri della tribù di El-Ouffia e conquista le fortificazioni di Maison-Carrée. È il battesimo del fuoco. Il 28 maggio sempre a Maison Carée la prima perdita: un drappello di legionari viene sorpreso da un gruppo di guerriglieri arabi che mozzano le teste di 25 di loro. Quest’attacco dà il via a una forte rappresaglia: il 3° regimento rade al suolo in centro abitato dalla tribù di El-Ouffia. Abbattono case, moschee, minareti, danno fuoco alle coltivazioni e uccidono tutti anche donne e bambini. Solo i capi tribù vengono condannati a morte con esecuzioni spettacolarizzate.
Villaggi Durante le conquiste coloniali anche un semplice sottotenente poteva decidere di fucilare, incendiare o radere al suolo un intero villaggio. Scrive George Blond: «I legionari distruggevano i villaggi ribelli sapendo che qualche tempo dopo li avrebbero ricostruiti e che al posto degli arabi oggi sterminati, altri arabi sarebbero stati accolti domani in quelle case».
Pozzi Oltre ad affiancare le truppe francesi la Legione straniera ha anche compiti edificatori per soddisfare le proprie esigenze e civilizzare la costa africana. Uno dei primi impegni è la costruzione della strada che va da Doua a Boufarik, una sopraelevata di due metri che ancora oggi viene chiama la strada dei legionari. Ma scavano anche pozzi, coltivano orti ecc. Scrive George Blond in Histoire de la légion étrangère (Perrin, Parigi 2008): «I legionari che costruiscono strade, pozzi, dighe, che piantano alberi e irrigano migliaia di ettari, sono gli stessi che trapassano migliaia di ventri e di petto, che fanno saltare migliaia di scatole craniche».
Isabella II Intanto in Spagna muore Ferdinando VII di Borbone, il potere passa alla consorte, Maria Cristina delle Due Sicilie, reggente in nome di Isabella II, una figlia di appena tre anni. Il fratello del re defunto però non ci sta e rivendica il trono. Il paese si spacca e dà il via a una guerra civile: i legittimisti (pro Isabella II) si scontrano con i Carlisti (ovviamente dalla parte di don Carlos). Il 18 agosto del 1835 Filippo Egalité invia la Legione ha sostegno di Isabella II. Dopo tre anni di combattimenti, nonostante il riconoscimento del trono a Isabella II i cinquemila legionari che hanno combattuto per la futura regina sono ridotti a poco più di cinquecento. Nel 1836 la Legione arruola un altro reggimento che ritorna in Algeria dove vi resterà fina al 1847.
Battaglie Le battaglie salienti della guerra in Spagna: gli scontri di Tirapegni e Zubiri nel 1836; la battaglia di Barbastro il 2 giugno 1837; la difesa di Huesca sempre nel 1937.
Adulterio Carlo Pisacane, futuro martire di Sapri. Orfano di padre a 6 anni, educato alla Nunziatella tra i rampolli della nobiltà nell’accademia Nunziatella di Napoli, risultando uno dei migliori allievi del proprio corso fino a guadagnarsi l’ingresso nelle «Armi dotte», il biennio di perfezionamento in artiglieria e in genio. Entra nell’esercito del Regno delle Due Sicilie, nominato alfiere partecipa alla costruzione della ferrovia di Portici (la prima italiana), da primo tenente lavora al progetto per la nuova strada del Vomero e nel 1846, a 28 anni, è membro del consiglio del Real Corpo del Genio. Una carriera brillante fin quando non s’imbarca sotto mentite spoglie su un postale francese diretto a Livorno con Enrichetta di Lorenzo, moglie di un cugino del Pisacane, tale Dionisio Lazzari, già madre di tre figli. Oltre a creare scalpore nella Napoli bene, poiché ha lasciato lo stato viene considerato un disertore da condannare a morte in contumacia e poiché lei ha lasciato marito e figli viene tacciata d’infamia. Da Livorno fuggiranno presto in Corsica, poi Marsiglia, per infine installarsi a Londra dove per un breve periodo lui farà l’insegnante di matematica e lei lavorerà all’uncinetto. Dopo qualche mese però vengono scoperti e riprendono la fuga, attraversano la manica e raggiungono Parigi, ma anche qui vengono scovati dall’ambasciatore napoletano in Francia. I due vengono arrestati ma per mancata denuncia del Lazzari vengono rilasciati. I due si arrabattano qua e là per sopravvivere, e lui diventa un lettore infaticabile di libri e pamphlet di denuncia, entra nel circolo degli intellettuali dell’epoca per acquisire una nuova coscienza politica. Enrichetta rimane incinta e per garantire una dignità alla sua famiglia si aggrappa all’ultima possibilità che in Francia sorride ai vinti: La legione straniera. Poco prima di partire per l’Africa, il 5 maggio del 1847, Enrichetta perde il bambino. Pisacane, partito per l’Algeria per combattere le barbarie ottomane, si trova i guerriglieri arabi che combattono solo per difendere la propria libertà e lui liberalista com’è non può che richiedere il congedo. Raggiunge Enrichetta a Marsiglia e i due poi vanno a Milano dove lui viene subito arruolato come capitano. Nel 1849 sono a Roma, protagonista della difesa della Repubblica lui, assistente ai feriti lei, poi Ginevra, Losanna, gli ideali mazziniani, la scoperta del marxismo, una figlia Silvia (nata nel 1852), il rientro a Genova, la liberazione dei prigionieri politici a Ponza, e infine l’impresa di Sapri dove morì nel 1857, lasciando una moglie anche marchiata dall’infamia dell’adulterio e una figlia, Silvia, nata nel 1852.
Tresca «Io amo Enrichetta dall’8 settembre del 1830, il giorno in cui, giovinetto, la vidi la prima volta. […] L’impressione fattami nella prima fanciullezza crebbe insieme col cuore e fu un’impronta e fu un’impronta sull’acciaio, incancellabile. […] Tra noi non vi era che una corrispondenza muta: io l’adoravo come si può adorare una divinità, io temevo di offenderla solamente con uno sguardo, e avrei solamente desiderato la grazia di potermi inginocchiare ai suoi piedi e contemplarla. […] Da quando ella mi ha detto “je t’aime”, abbiamo sostenuto l’impresa più eroica che si possa immaginare. Non religione, non tema ci spingevano a questo eroismo, ma solamente la considerazione essere infame la donna che appartiene a due uomini nell’epoca istessa. I nostri caratteri non sono tali da potersi piegare a una tresca comune. […] Non abbiamo veduto il nostro avvenire colorato di rosa, anzi lo abbiamo immaginato nei colori più tristi » (così Pisacane il 28 gennaio del 1847 in una lettera d’addio ai familiari).
Magenta Quella volta che il colonello Martinez insanguinato, alla testa dei legionari, conquistò Magenta casa dopo casa, con in pugno una carabina tirolese. Era il 4 giugno 1859.
Morire «Voi legionari siete soldati pronti a morire e io vi manderò là dove si muore» (così il generale Negrier prima di ordinare l’assalto a Bac Ninh, Vietman).
Colonie Nel 1890 viene creato «il Comitato dell’Africa Francese che riunisce uomini politici, intellettuali e ufficiali per sviluppare l’influenza e il commercio di Parigi in Africa». Nel 1892 a l’Assemblée Nationale viene costituito un gruppo di 91 parlamentari, presieduto da Eugene Etienne, non a caso deputato eletto a Orano, che controlla il ministero delle Colonie; nel 1895 viene fondata l’unione coloniale, nella quale si riuniscono uomini d’affari per le attività economiche La Terza repubblica vuole espandersi vuole il Dahomey, il Togo, il Sudan, le alte valli del Niger, il Madagascar.
Mulo Un mulo può portare sul basto circa 100 chili, aggiogato alla carretta arriva sino a 250.
Malattie Nel 1895 Madagascar furono spediti 21mila soldati, solo sette caddero sul campo altri cinquemilasettecentotrentasei morirono autrement (diversamente). Furono sterminati dalle malattie tropicali, dalla malaria, dalla dissenteria, altri si riempivano di pustole purulenti. La maggior parte dei caduti avvenne nella legione straniera che ovviamente era in posizione di avanguardia: degli 834 uomini partiti dall’Algeria nell’aprile del 1895 solo 378 vi fanno ritorno a fine dicembre.
Conveniente «Ho bisogno di 600 uomini delle legione per morire, nel caso, in modo conveniente» (il generale Gallieni nella campagna del Madagascar 1895-1905).
Manhattan Allo scoppio della prima guerra mondiale il numero di arruolati nella Legione aumenta notevolmente, oltre quarantamila nei primi mesi di guerra. Fanno domanda studenti, professori, artisti, artigiani, liberi professionisti, tutti stranieri che vivono in Francia e che preferiscono combattere per i miti rivoluzionari del 1789 che per il proprio paese. Così chi ha partecipato alla campagna di Tonchino, i rastrellamenti sahariani, si mescola con chi, fino al giorno prima, viveva negli arrondissement parigini o nelle avenue di Manhattan: «La normalità viene scambiata per fiacchezza e la durezza per prevaricazione».
Figliolanza «Gran parte degli uomini che si arruolarono volontari furono sbattuti in un reggimento composto quasi interamente dalla feccia della società, ricercati in fuga dalla giustizia e teppisti, comandati da sottoufficiali che ci trattavano tutti, senza distinzioni, nella stessa maniera in cui erano abituati a trattare la loro turbolenta figliolanza laggiù in Africa» (Alan Seeger, recluta)
Uniti Nella compagnia dell’irlandese Woodhall si contano un americano, un ex ufficiale della repubblica del Sudamerica, un avvocato olandese, un ebreo russo, tre cosacchi, due italiani, uno spagnolo, un inglese che ha sempre vissuto a Parigi e pochi altri personaggi dall’identità nascosta. «Tutti però eravamo uniti e avevamo voglia di combattere, anche in quell’inferno di trincee e di assalti».
Trincea La guerra funziona così. Prima di tutto si scava una trincea, un fossato scavato per 1-1,5 metri e rinforzato da sacchi di terra, pietre e ramaglie, davanti alla trincea si posiziona una fascia di filo spinato ancorata a un palo di ferro, di legno o direttamente agli alberi. Poi ad alcune centinaia di metri dalla prima linea se ne costruisce un’altra collegata alla prima da camminamenti e muretti di pietre. La seconda linea è il punto di massima resistenza. Quando si è sotto attacco, i nemici si trincerano nella seconda linea lasciando solo qualche vedetta nella prima poi sparano palle di cannone per indebolire la difesa. Quando i colpi si diradano entrano in gioco i fanti, che attraverso i camminamenti raggiungono la prima linea mentre i nemici escono a ondate dalle proprie trincee e si lanciano all’assalto. Se però l’artiglieria pesante non ha fatto bene il suo dovere, i nemici si trovano impigliati nei reticolati di filo spinato che devono quindi – armati di cesoie – tagliare diventando facili prede per gli avversari che riparati in trincea dovranno solo puntare il mitra.
Mitra Durante la prima guerra mondiale le mitragliatrici sparavano dalla trincea 400 colpi al minuto contro i 20 di un fucile di un soldato all’attacco. Un solo mitra era capace di fermare 200 uomini all’attacco.
Numeri Nei quattro anni di conflitto i legionari, ormai arruolati sotto il nome di Rmle (Reggimento di marcia della Légion Etrangère comandato da Rollet), sono 36mila di cui 5.242 russi, 2832 alsaziani, 1996 spagnoli e 6.402 italiani.
Garibaldi Peppino Garibaldi, nipote dell’Eroe dei due mondi, a 18 anni lascia gli studi per combattere al fianco del padre, Ricciotti Garibaldi, in Grecia contro il dominio turco. Nel 1899 parte per l’Argentina dove trova lavoro come perito tecnico. Annoiato dopo quattro anni si mette al servizio britannico in Sudafrica per combattere i Boeri, qualche tempo dopo si unisce ai ribelli venezuelani e lotta contro il dittatore Cipriano Castro, sempre con i ribelli anche in Messico e in Guyana. Sempre alla ricerca di giuste cause per cui battersi nel 1912 è in Grecia contro l’oscurantismo ottomano, poi però deluso da Atene che si schiera con l’impero turco molla tutto e se ne va in carca di fortuna a New York. Allo scoppio della prima guerra mondiale però il richiamo alle armi è quasi obbligatorio per cui riattraversa l’Atlantico e passando per Londra, guadagna Parigi e si arruola nella Legione, dove per l’alta risonanza del suo cognome diventa sin da subito comandante del reggimento italiano. Con lui, al fronte, anche i suoi quattro fratelli. Il primo Garibaldi a morire è Bruno, il 26 dicembre 1914, mentre attacca i tedeschi al Bois de Boulogne, il secondo è ??? il 5 gennaio del 1915 viene colpito alla gola a Coutes Chausse. «Per ironia della sorte la notizia giunge a Roma nello stesso momento in cui si celebra il funerale del fratello. Peppino e i suoi altri due fratelli sopravvivono alle Argonnes e restano operativi fino a Vittorio Veneto».
Malaparte Kurt Suckert, meglio noto come Curzio Malaparte, arruolatosi nella Legione a 16 anni (dichiarandone due di più) combatte in nome della Francia repubblicana nelle Argonne con Peppino Garibaldi, poi nel 1915, quando l’Italia entra in guerra sente il richiamo patriottico e va nelle fila del Regio Esercito dove rimarrà fino al 1918.
Pionieri In Legione anche il pugliese Ricciotto Canudo, che sarà poi uno dei pionieri della critica cinematografica. Combatterà nella Prima Guerra mondiale, morirà qualche anno dopo il suo congedo.
Codardia La Legione che fece perdere una gamba a John Ford Elkington ma riconquistare il grado di ufficiale nella Royal Army, «per valoroso comportamento» dopo essere stato destituito per codardia.
Inferno «Dal 1831 la Francia manda all’inferno i figliastri per risparmiare i figli!» (così scriveva un giornalista italiano quando i legionari furono inviati nel Mar Bianco nel 1919).
Képi È nei primi del 1900 che in Marocco nasce il «Képi blanc», simbolo universale della Legione. Anche se il képi in dotazione ha un copriképi cachi, il sole del Sahara stinge presto la stoffa fino a farla diventare bianca. Il Képi blanc verrà dato ufficialmente in dotazione a partire del 1939.
Marocco Il 30 marzo 1912 viene firmato il trattato di Fes, con cui il Marocco diventa ufficialmente protettorato Francese. Tuttavia le tribù non intendono sottomettersi e pochi giorni dopo la firma massacrano 68 europei.
Numeri 2 I diecimila legionari del 1915, nel ’20 sono diventati 15mila. Quasi la metà sono tedeschi ma dopo dell’Armata bianca fu sconfitta dai bolscevichi centinaia di soldati dell’Armata Bianca raggiungono le fila della Legione.
Cinema Tra i legionari cinematografici si ricordano i lunghi primi piani marcati di Pierre Richard-Willm e di George Pitoëff in La donna dei volti (Jacques Feyder, 1934), Jean Gabin nei panni di un ufficiale orbo e monco in La Bandera (Julien Duvivier, 1935), ancora Jean Gabin nella parte del disertore in Il porto delle nebbie, Gary Cooper diretto da Herbert Brenon racconta la saga di Beau Geste, storia scritta da Percival Christopher Wren nel 1924, mentre i baffetti ben curati di Ronald Colman sono i protagonisti con Claudette Colbert di Sotto due bandiere. Il cinema americano ha poi stravolto la figura del legionario trasandato conferendogli un’immagine di bravi ragazzi, un po’ leggeri.
Dune In Atlantide (Jacques Feyder, 1921) si vedono legionari barbuti, dune solitarie e l’ultima principessa di un popolo favoloso che sopravvive nel deserto
Russia Zinovij Peskov nato da una famiglia ebrea nella Russia contadina di fine Ottocento, morto, cattolico ortodosso, a Neuilly-sur-Seine negli anni Sessanta del Novecento. Ha visto lo zarismo soccombere alla rivoluzione di Ottobre, la sua madre patria diventare la superpotenza dell’Urss, l’impero coloniale francese trasformarsi negli stati indipendenti dell’Africa e dell’Asia. Ha visto le fila delle sue compagnie incrementate dagli germanici dopo il 1918, dai russi bianchi che scappavano dai bolscevichi nei primi anni Venti, da tedeschi e italiani dopo la seconda guerra mondiale e infine dagli ungheresi campato ai carri armati sovietici della primavera del 1956: «Era quella la vita che avevo sognato, dove nulla è mai scontato, dove i rapporti tra gli uomini sono autentici, dove si inventa l’esistenza ogni giorno». I suoi legionari lo chiamano «il nostro magnifico mostro».
Sverdlov Zinovvij Sverdlov, a 18 anni si converte alla religione cristiano ortodossa, battezzato da Aleksej Maksimovic Peskov, meglio noto come Maksim Gor’kij. Militante social democratico, entra ed esce dal carcere in continuazione perché considerato sovversivo. Rivoluzionario antizarista non avverte però una passione politica e al momento di compiere il servizio militare scappa via: Africa, Canada, Messico, Nuova Zelanda, New York… Allo scoppio della guerra si arruola nel 1° reggimento della Legione e assume il cognome del suo padrino, Zinovij Peskov. Nel 14 è sergente nelle Argonne, nel 15 gli amputano un braccio, nel 16 viene riformato ma subito dopo riarruolato come sottotenente e viene inviato in missioni come interprete, nel 18 torna a combattere nel Rif e nell’Atlante con il grado di capitano, nel 25 viene ferito gravemente ad una gamba, sei mesi dopo è di nuovo alla testa della sua compagnia, lascerà il Marocco a metà degli anni Trenta. Nel 40 grazie alla sua amicizia con De Gaulle entra nel Corpo diplomatico.
Principe 1 «Noi stranieri abbiamo un solo modo per dimostrare alla Francia la gratitudine per come ci ha accolti: morire per lei». Queste le ultime parole di Dimitri Amilakhvari nato principe in Georgia, espatriato nel 1921, in Legione dal 1925, morto a El Alamein il 24 ottobre 1942 colpito a morte dai mezzi blindati del federmaresciallo Rommel sul tavoliere di Qaret el-Himeimat.
Principe 2 Il principe Aage di Danimarca, figlio di Valdemaro, ultimogenito di re Cristiano IX di Danimarca e della principessa Maria Amelia d’Orléans, nipote del re di Francia Luigi Filippo Egalité che troverà pace solo tra i legionari senza passato nella ferocia del colonialismo.
Flirt Aage di Danica che prestato all’esercito greco per combattere contro i bolscevichi, ebbe un flirt con Maria Bonaparte, moglie di suo cugino Giorgio, quello che nel 1922 diventerà re di Grecia.
Sentimenti «Ricordo un episodio del 1925, ero andata in Marocco per incontrare Aage. Una sera tornò a casa furioso, perché la sua compagnia era partita per un’azione di guerra e il suo superiore lo aveva invece trattenuto in sede per lasciarlo vicino a me. “Ci pensi cosa vuol dire?” mi disse Aage. “Ti fa piacere avere un marito imboscato?”. La sera parlai al suo comandante e gli dissi che non doveva tener conto dei miei sentimenti, ma dei desideri di mio marito. Capii quel giorno che per lui la Legione contava molto più di me e di mio figlio» (Matilde Calvi di Bergolo, moglie del Tenente Aage, il principe di Danimarca che per sposarla rinunciò alla sua linea di successione al trono, ma che poi scoprì che all’amore preferiva la guerra. Quella combattuta tra le fila della Legione).
Pater Noster Il vichingo Hoberg, due metri di altezza e oltre cento chili di peso, che ogni sera beve un litro di vino bianco per poter recitare il Pater Noster in svedese.
Maiale Il Caporale Salaud (maiale), arruolatosi con questo nome, se lo fece tatuare sul palmo della mano destra per poter insultare i superiori ogni volta che si metteva sull’attenti.
Senofonte Quel professor di greco di Francoforte che pur di dimenticare una ballerina entrò nelle fila della Legione, con la baionetta inastata e i libri di Senofonte nello zaino.
Numeri 3 All’inizio degli anni Trenta gli effettivi arrivano a trentamila uomini divisi in 5 reggimenti.
Diable Il generale Paul-Frederic Rollet, per tutti «le grand diable Rollet», figlio di un ufficiale, in forza alla Legione dal 1899 al 1935 di stanza per lo più in Algeria. Barba a ventaglio del color del deserto, fisico nervoso. Chiamato il grande diavolo perché, per verificare la fedeltà della sua compagnia, fu capace di dare ordine agli uomini di turno i fucilare quattro suoi ufficiali e nessuno si oppose: «Con giovanotti come questi, mes amis, possiamo dormire tra due guanciali! Sarebbero capaci di fucilare se stessi, se glielo ordinassi. Questo sudicio sole algerino li ha proprio cotti some si conviene!».
Imposte «Avanzammo in mezzo a un tuono di zoccoli al galoppo, le sciabole scintillanti alle prime luci dell’alba. Dalla rovine delle loro casa gli arabi fecero fuoco con i loro lunghi moschetti e poi si batterono all’arma bianca. Anche quando finivano sotto gli zoccoli dei cavalli, cercavano ancora di colpirci con il coraggio della disperazione. Le loro donne affrontarono la carica con la stessa determinazione, armate di spade coltelli e persino mezzi agricoli. Molte avevano i loro bimbi appesi al collo. Nel giro di pochi minuti non era rimato più nessuno. Saccheggiammo le rovine fumanti e strappammo ai morti i loro ninnoli. Cinquecento pecore, duecento capre e una dozzina di cavalli furono mandati a Damasco in sostituzione delle imposte non pagate» (così John Harvey, un inglese attendente del reggimento di cavalleria, ricorda la battaglia di Tel-y-Ded in Siria). [Nota: Nel 1919, con la pace di Sèvres alla Francia viene assegnata l’amministrazione fiduciaria della Siria e del Libano. Nel 1925 la richiesta da parte del governo di tributi pesanti dà il via primi scontri con i drusi. Parigi invia l’esercito regolare e la legione in avanscoperta]
Ometti Nel 1939 si arruolano in Legione soprattutto ebrei. Sarti, venditori, ambulanti, negozianti, impiegati tentano di arruolarsi: «Nel campo di addestramento nessuno li prendeva in considerazione, parlavano solo yiddish, sembravano spaventati da una mitragliatrice eppure in combattimento, se servivano volontari per andare a rifornirsi di munizioni sotto un fitto bombardamento o c’era da montare un reticolato di filo spinato davanti all’artiglieria nemica, questi ometti erano i primi ad offrirsi».
Hitler «Eravamo russi, belgi, rumeni, egiziani, latinoamericani, qualche cinese, spagnoli, italiani, una vera babele, ma con una lingua in comune: l’odio per Hitler».
Bottai Giuseppe Bottai, nato a Roma nel 1895, in prima fila tra gli arditi della prima guerra mondiale, nel 1919 tra i fondatori del movimento dei Fasci, giornalista, nel ’23 fonda Critica fascista, nel ’24 è deputato, nel ’29 ministro delle Corporazioni, nel 1932 dell’Educazione nazionale. Segna la fine della sua carriera il 24 luglio 1943 quando si schiera con Grandi e provoca la caduta di Mussolini. Condannato a morte nel processo di Verona, nel 1944, si arruola nella Legione come soldato semplice, con il nome di Andrea Battaglia, dichiarando la falsa età di 44 anni (ne aveva già 50). Nel 1945 è caporale, poi sergente, il suo reparto viene persino passato in rassegna da De Gaulle, ma nonostante le tante immagini fotografiche non viene riconosciuto, forse per la barba bianca. Dopo l’estate viene trasferito in varie sedi tra Marocco e Algeria, e mentre in Italia Bottai viene condannato all’ergastolo, in Algeria a Battaglia viene l’ulcera e il comando lo destina a lavori d’ufficio. Nel 1946 viene scoperto ma la Legione, che protegge sempre i suoi uomini, lo ribattezza «George Jacquier, cittadino svizzero nato il 28 febbraio 1900 ad Arrens». Il 7 dicembre del 1947 si viene a sapere che Bottai è stato assolto e il 24 giugno 1948 e a Fort Saint-Nicolas, a Marsiglia, dove gli viene consegnato il clemanceau, il vestito borghese che lo riporta alla vita civile. Poi tornerà in Italia.
Campo Quel legionario che con il ventre squarciato urlò «Mon dieu, j’ai raté ma mort» perché sarebbe morto in una corsia d’ospedale anziché sul campo.
Ospedale «Quando un fante entra in ospedale, è per essere rimpatriato; un tiratore scelto per guarire; un legionario per morire» (Un tenente medico).
Corpi «Negli altri corpi si può vincere, nella Legione si sa come morire» (un capo legionario).
Numeri 4 Tra il 1945 e il 1961 entrano in Legione 40.340 tedeschi, 15.530 italiani, 3.382 polacchi, 1.540 iugoslavi.
Benvenuto «Non appena si chiudono i battenti del portone, troviamo ad accoglierci una decina di nerboruti caporali muniti di scudiscio, i quali coprendoci di insulti e di improperi ci strattonano, ci spingono e ci dividono in gruppi di venti. Dopo questo benvenuto ci portano a dormire senza farci nemmeno cenare. […] Il giorno dopo, con la sveglia comincia l’inferno: un addestramento estenuante, ossessivo, che non smette mai; e poi lezioni di francese, che dobbiamo imparare in fretta perché ogni incomprensione costa cara» (Andrea Funitto, molisano, arruolatosi alla fine degli anni 40).
Marcia Dopo due mesi di addestramento i deboli se vanno, i riottosi vengono allontanati, i più forti e i più disperati s’imbarcano per l’Africa. E dopo altre settimane infernali, la marcia conclusiva, quella del képi bianco: 120 chilometri nel deserto con equipaggiamento completo. Solo le reclute che riescono a completarla diventano legionari effettivi.
Tutto «Il legionario può fare tutto, basta che non pensi» (il generale Rollet).
Uniformi Per le parate le uniformi dovevano essere immacolate, mostrine cucite e pieghe stirate: sul davanti e sul retro della camicia. Ogni piega doveva essere netta e dritta. Su ciascun taschino anteriore della camicia ci dovevano essere tre pieghe che scendevano dalla spallina. Le pieghe dovevano essere distanziante esattamente 35 millimetri. Sulla parte posteriore della camicia le pieghe dovevano essere distanziate di 53 millimetri.
Coperte Le coperte devono essere ripiegate in quadrati perfetti e deposte in fondo al letto, le lenzuola arrotolate in due cilindri e posti uno sul lato destro e l’altro su quello sinistro della coperta, il cuscino viene posizionato sopra, al centro. Ogni uomo passa la scopa e lo straccio attorno al suo letto.
Pulizia Il pavimento e le scale del forte devono essere puliti e lavati due volte al giorno e quando il vento trasporta la sabbia i piantoni puliscono anche tutto il giorno.
Trasandati «La Legione ha uno standard di severità impensabile circa l’apparenza esteriore di guarnigione, dove tutto, anche il più remoto avamposto deve essere spazzato a ogni soffio di scirocco. Ma quando marciano i legionari sono i soldati più trasandati che abbia mai incontrato, quando è in corso una spedizione nessun ufficiale o sottufficiale infligge ai soldati ispezioni all’abbigliamento» (il giornalista Ward Price).
Alcol In legione l’alcol va per la maggiore: i soldati spesso si ubriacano con il pinard algerino (vino rosso): costa poco e scivola in gola. Dopo l’arruolamento dei tedeschi in arriva anche la fiumi birra. Così tanta che la Legione stinge in accordo commerciale con la Kronemburg di Strasburgo. Gli ufficiali invece preferiscono il cognac francese. Ogni tanto si vede qualche bottiglia di assenzio, ma l’uso di marijuana o hashish rimane modesto. Solo durante la campagna di Indocina più di qualcuno prese l’abitudine di fumare oppio nonostante fosse severamente vietato.
Alcol 2 Quando, nel dopoguerra, anche la Legione promuove l’iniziativa per diminuire l’uso di alcolici compaiono i primi manifesti che rappresentano un teschio dalle ossa incrociate con la scritta «L’alcol provoca la morte». Sullo stesso manifesto dopo poco la scritta viene completata con «e il legionario non teme la morte».
Bmc Bmc, bordel militaire controlé, ovvero gruppi di prostitute nordafricane ed europee organizzate e controllate periodicamente dai comandi. Dopo il 1945 questo servizio verrà ulteriormente organizzato in bordelli chiusi con stanzette e ampio bar. Ogni reparto ha un suo gruppo di prostitute che si spostano al seguito della truppa all’interno del Paese.
Village Nègre Tappa fissa di ogni legionario, il village nègre, quartiere di Sidi-Bel-Abbès, dove ragazzine di 15 anni fanno cenno di avvicinarsi con il dito. C’erano negre dai corpi massicci, francesi esauste e dipinte come se fossero sul sentiero di guerra e spagnole e qualche kabila dagli occhi azzurri.
Amanti Congai, giovani donne annamite, molto disinvolte, che si comportavano come amanti fisse dei legionari. Nonostante fossero vietate, seguivano le truppe con madri e figli e se il loro uomo moriva o veniva rimpatriato, tornavano al bordello in cerca di un nuovo legame fisso.
Moglie Quella congai che stette con un capitano e che poi, una volta rimpatriato, fece affari d’oro grazie ai soldati che traevano eccitazione nell’andare a letto con quella che era stata la “moglie” del capo.
Cibo Ogni Forte ha scorte di cibo per sei mesi: farina, riso, fagioli, piselli, lardo, carne in scatola, caffè, zucchero, vino e orzo per gli animali.
Scorbuto Per evitare lo scorbuto derivante dal costante consumo di cibo in scatola vengono distribuite razioni di succo di limone.
Infezioni I Legionari che seppellivano il letame per evitare infezioni.
Biblioteche Dalle sei e trenta alla cena i legionari hanno il tempo libero. Dopo il 45 ogni guarnigione è dotate di uno spaccio dove si può giocare a carte, cantare, fumare, ci sono piccole biblioteche per chi vuole leggere, la radio per chi vuol avere notizia dal mondo e spiazzi per giocare a calcio.
Numeri 5 La legione che nel 1945 conta ventimila uomini nel 50 sale a trentamila e nel 53 arriva a 36.312.
Pieds-Noirs I pieds-noirs, immigrati francesi, ma anche spagnoli, italiani e maltesi, che, dopo la Seconda guerra mondiale, detengono a tutti gli effetti potere politico, controllano le attività produttive, impongono sistemi amministrativi ed economici. Ma anche tra loro vi sono differenze sociali basti considerare che, nel 1950, il 30 per cento possiede l’85 per cento delle terre appartenenti agli europei, e il 70 per cento, il restante 15.
Sale Guèrre La guerra in Indocina, la sale guèrre, combattuta nella giungla dove i Viet hanno strategie di guerriglia del tutto particolari: si rintanano in buche strette strette che si allargano sotto, come fossero giare, tutte collegate tra loro con dei tunnel sotterranei, e quando il nemico si avvicina sbucano fuori cogliendolo di sorpresa.
Viet Piccoli, esili ma dotati di un’incredibile vitalità colpiscono dappertutto, tagliano teste, braccia e gambe. Sono uomini senza paura che non temono la morte, anzi sembrano cercarla purché con loro portino qualche soldato nemico.
Torture Torture, stupri, pestaggi, incendi sono all’ordine del giorno per le truppe francesi: «c’era chi si vantava del numero di omicidi o stupri che aveva commesso, dei metodi di tortura che aveva usato o degli averi che aveva rubato».
Cisterne Tecniche di tortura: calci e pugni, bruciature di sigarette, tagli con la baionetta, sale sulle ferite aperte, stupri di gruppo, o ancora la cuvée au vin, quando il prigioniero viene chiuse in cisterne di vino appena svuotate, dove le esalazioni provocano sensazioni di soffocamento.
Donna Ruconi, detto l’Industriale, che diceva di essersi arruolato perché assediato dai debitori ma che in realtà fuggì dopo aver trovato la moglie a letto con un’altra donna.
Caduti Il 21 luglio 1954 la conferenza di Ginevra sancisce la fine dell’Indocina francese. Laos e Cambogia conquistano l’indipendenza mentre il Vietnam viene diviso in due stati con il confine stabilito sulla linea del 17°parallelo. Nel periodo 1945-1954 la campagna indocinese è costata alla legione oltre 10mila morti: 309 ufficiali,1.82 sottufficiali e 9.062 soldati
Numeri 6 I caduti complessivi della Legione nel periodo 1954-1962 sono 65 ufficiali, 278 sottufficiali e 1.633 legionari.
Deportati Nell’Aurès, dove la lotta di liberazione appare più radicata, viene deciso il trasferimento della popolazione civile per separare i ribelli da ogni possibile aiuto. Nel periodo 1957-1961 vengono deportate dalle proprie case oltre un milione e cinquecentomila persone, quasi il 20% della popolazione algerina.
Finanziere Simon Murray che all’istruzione e all’agio di una buona famiglia inglese preferì l’inferno della Legione, per vedere se sarebbe riuscito a cavarsela da solo nel mondo dei grandi, ma soprattutto per dimostrarlo alla sua fidanzata Jennifer. E così fu perché, congedato, dopo cinque anni di guerra in Algeria, diventa imprenditore e finanziere, prima ai vertici della Jardine Matheson fino a diventare, nel 1996, presidente del consiglio di amministrazione per la Deutsche Bank in Asia. Al suo ritorno dalla guerra sposò anche Jennifer.
Para’ Simon Murray assegnato al reparto paracadutisti, trasferito a Sully, una fattoria a 16 chilometri da Sidi-bel-Abbès dove «la camerate sono enormi granai riconvertiti, il lavabo è un trogolo per cavalli nel cortile, e per i bisogni usiamo una trincea che funge da latrina a 300 metri dal caseggiato, piena di mosche e di puzza».
Atteraggio Posizione d’atterraggio in paracadute: gambe unite. ginocchia leggermente piegate, gomiti stretti al corpo, mani sulle bretelle vicine al mento, testa abbassata e infine l’impatto, con la posizione perfettamente mantenuta per attutire il colpo.
Dio «Dicono che il primo salto sia il migliore […] Io mi sentivo un Dio» (Simon Murray, legionario paracadutista).
Nulla Quella volta che Simon Murray chiese all’italiano Auriemma cosa facesse prima di arruolarsi e lui rispose «Je donnais un coup de main à mon père» (davo una mano a mio padre) e alla domanda sul mestiere del padre rispose «Rien il ne faisait rien» (nulla, non faceva nulla).
Uomo «Un grand’uomo onorario» (Jean Paul Sartre a proposito di Charles De Gaulle).
Indipendenza Il 5 luglio 1962, con gli accordi di Evian, viene ufficialmente proclamata l’indipendenza dell’Algeria con Ahmed Ben Bella alla giuda del paese.
Amico Nell’ottobre del 1962 la Legione lascia Sidi-bel-Abbès e guadagna Aubagne, Marsiglia, in Francia: «La maggior parte di noi guardava l’Algeria scomparire con rimpianto e dispiacere, con un senso di perdita profondo. Era come se avessimo assistito alla morte di un amico». In Francia i legionari impazzirono perché non avevano più guerre da combattere.
Sterratori «Il generale Lefort è venuto a darci notizie che potrebbero salvarci dalla pazzia del non far nulla. I reparti subiranno una metamorfosi significativa che li trasformerò in unità speciali dell’esercito francese, pronte ad affrontare operazioni che potrebbero insorgere in futuro. Per questo saranno organizzate sezioni specializzate nel combattimento subacqueo, demolizioni, guerriglia, combattimento notturno e armamenti speciali. Ci addestreranno a manovrare carri armati, ci insegneranno a sciare e scalare […] Finalmente c’è qualcuno che crede che noi legionari si possa fare qualcosa di più che costruire dannate strade tutto il giorno. Noi ci siamo arruolati per combattere non per fare gli sterratori» (Murray nel 1962).
Reggimenti Il 1° reggimento, a Aubagne, si occupa del reclutamento ed esercita le funzioni che erano state di Sidi-bel-Abbès; il 2° reggimento resta in Algeria a controllare i pozzi di petrolio che, l’accordo di Evian, ha lasciato alla Francia per cinque anni. Nel 1963 il 3° reggimento si sposta in Madagascar ex colonia rimasta in buoni rapporti con l’ex madrepatria. Il 4° reggimento viene sciolto nel 1964 per poi essere ricostituito nel 1977 come reggimenti d’istruzione e ribattezzato nel 1980 come 4é??? reggimento straniero. Il 5° reggimento viene ricostituito nel 1963 e inviato a Tahiti, nella Polinesia francese, e nell’atollo di Mururoa inizia la costruzione di un impianto per test nucleari. Il 6° sciolto nel 1963 tornerà effettivo nel 1984 con compiti di costruzione ed eliminazione di ostacoli, disinnesco delle mine, sabotaggio etc.
Operazioni Nel 1969 l’indipendenza del Ciad (ottenuta nel 1960) viene minacciata dalla guerriglia dei Fronlinat (un gruppo di tribù musulmane). Così, il presidente François Tombalbaye chiede aiuto alla Francia che gli invia il secondo reggimento paracadutisti, il primo reparto ad essere impegnato in una guerra dopo l’abbandono dell’Algeria. Tra gli anni Sessanta e ottanta, la Legione viene poi spedita nel Corno d’Africa, dove nel 1976 libera trentuno bambini di Gibuti sequestrati da un gruppo di ribelli somali. Negli anni 90 sono in Gabon dove solo la loro presenza accelera i negoziati per la liberazione di alcuni europei presi in ostaggio da gruppi ribelli al governo di Libreville, nel 1991 vanno a Kinshasa ad aiutare per evacuare i cittadini stranieri durante un periodo di scontri sanguinosi tra fazioni locali. Nel 1991 alcuni sono in Ruanda mentre altri partecipano alla prima guerra del Golfo, Nel 1993 sono in Bosnia, tra il 1999 e il 2005 sono in Kosovo, negli anni 2000 in Costa d’Avorio, nel 2012 in Mali e dal 2001 a tutt’oggi, a turno, hanno operato in Afghanistan.
Operazioni 2 Attualmente i reggimenti impegnati in operazioni internazionali sono il 1°Rac, unità corazzata di stanza a Orange, formato da 800 uomini; il 1° Reg. 852 uomini spesso mobilitati per le operazioni di soccorso contro le calamità naturali in patria; il 2° Rei, dislocato a Nîmes, con i suoi 1.384 soldati è il più corposo reggimento di fanteria francese; il 2°Rep, dal 1967 a Calvi in Corsica, conta 1.122 paracadutisti; il 3° Rei, 673 uomini, dal 1973 a Forget de Kerou nella Guiana francese. Lì hanno anche il compito di proteggere la base di lancio missilistica europea «Ariane»; la 13° Dble sino al 2011 a Gibuti trasferita poi negli Emirati Arabi Uniti dove funge da riferimento per le forze impiegate in Asia e Africa. A queste si aggiungono il Dlem, il distaccamento della Legione straniera a Mayotte (dipartimento d’Oltremare della Repubblica francese); il Grle, il gruppo di reclutamento. E poi c’è il comando generale, dislocato nella sede di Aubagne che agisce alle dirette dipendenze del capo di stato maggiore dell’esercito francese. Oggi la maggior parte degli arruolati arriva dell’Est europeo, in cerca di occupazione ancor prima che di fuga.
Oggi Attualmente la Legione rappresenta il 7 per cento dell’Armée de terre. Conta settemiladuecento effettivi ed è composta dal comando e undici reggimenti o unità formanti corpi specifici (otto di stanza nel territorio metropolitano, due nei territori francesi d’oltremare e una all’estero). L’arruolamento è riservato a volontari di età compresa tra i 17 e 40 anni che possono presentarsi in uno dei 12 centri di informazioni per poi essere inviati nel centro di Aubagne.
Stipendio Stipendio iniziale di un legionario: 1.300 euro al mese.
Reclute Ogni anno vengono reclutate circa 800 persone su ottomila che hanno fatto domanda. La Legione continua ad avere l’atipicità di arruolare su semplice autodichiarazione di identità (ribadita della legge del 24 marzo 2005 sullo statuto dei militari) ma intende cautelarsi con i necessari approfondimenti per non dare copertura a chi si è macchiato di delitti infamanti, perciò non intende farsi carico del passato del legionario a meno di non conoscerlo integralmente.
Anonimato «La Legione prima vuole sapere tutto di te, poi ti garantisce l’anonimato».
Addestramento Chi supera la selezione di Aubagne firma un contratto di cinque anni, e solo dopo una visita al museo di Aubagne, che serve a inculcare la «mistica combattentistica legionaria», viene inviato a Castelnaudary per la formazione di sedici settimane. L’addestramento si conclude con la Marcia del Képi, la consegna del Képi blanc, e altre cinque settimane di addestramento tecnico-pratico sul terreno. Dopo cinque anni di servizio l’arruolato può richiedere la cittadinanza francese.
Vedere «Non si tratta di stabilire se uno può farcela fisicamente ad essere un soldato. Quello che vogliono è scoprire i punti deboli e individuare le reclute che cercano sempre la via più facile. Ti instillano il modo di vedere della Legione su come vanno fatte le cose e perché, soprattutto, uno non deve mollare, mai e poi mai» (Padraig O’Keefe, ex legionario irlandese).
Cervello «Nella Legione ti abbattono e ti rimodellano nel modo che vogliono loro. È un lavaggio completo del cervello» (Charles Jackson).
Sfilata «Quando il 14 luglio i legionari chiudono la sfilata nazionale sugli Champs Elysées, e i képi bianchi avanzano compatti, lentissimi, solenni, al ritmo di sessanta passi al minuto, il pubblico intravede ancora uno scenario di dune, di vento e di luce, dove i dannati della terra marciano verso la fine del mondo, bruciando sotto il sole i loro ricordi e le loro colpe».