Carlo Bastasin, Il Sole 24 Ore 7/10/2014, 7 ottobre 2014
LA BCE E L’OMBRA DI KARLSRUHE
I mercati finanziari hanno reagito con grande delusione, la scorsa settimana, dopo che la Banca centrale europea aveva mancato di comunicare dettagli certi degli attesi programmi di acquisto di titoli.
Come è noto, mentre tutte le altre banche centrali stanno allargando i proprio bilanci, accumulando attività in cambio di liquidità, la Bce sta riducendo sensibilmente il proprio dalla metà del 2012. Nei momenti di crisi finanziaria, di eccesso di debiti o di tassi d’interesse vicini a zero, il focus della politica monetaria si sposta dal livello dei tassi alla dimensione del bilancio della Banca centrale. Quello che era chiaro ai tempi del gold standard, non lo è stato negli anni Trenta: le banche centrali ridussero i propri bilanci precipitando il mondo in una depressione così grave da portare tragiche conseguenze politiche.
Una ragione per la quale la Bce non ha potuto avanzare sul programma di acquisto di titoli è l’attesa del pronunciamento della Corte di giustizia europea sul programma di Omt, le operazioni di acquisto titoli da parte della Bce a favore di paesi sotto programma. Draghi aveva annunciato gli Omt con la sua famosa promessa del 26 luglio 2012 in cui assicurava che la Bce avrebbe fatto "tutto il necessario" per salvare l’euro. La dichiarazione di Draghi sciolse di colpo le tensioni che stavano distruggendo l’euro.
Il 14 ottobre, il presidente della Bce si recherà al Lussemburgo di fronte ai giudici europei che nei tempi successivi procederanno alla sentenza. Quello che si teme non è tanto il parere della Corte europea, ma l’influenza che su di esso grava da parte dei giudici costituzionali tedeschi. I giudici di Karlsruhe, come al solito di concerto con la Bundesbank e con gli ambienti più conservatori della politica tedesca, stanno facendo filtrare condizioni che si aspettano che i giudici di Lussemburgo accolgano per non aprire un contenzioso privo di precedenti tra le due corti.
Nel febbraio di quest’anno i giudici tedeschi avevano rinviato alla Corte europea la decisione ultima sulla loro valutazione degli Omt come operazioni che violano la legislazione europea primaria. Pur riconoscendo che non era loro giurisdizione, i giudici tedeschi si aspettano che la Corte europea dica che gli Omt violano il divieto alla Bce di finanziare gli Stati. Karlsruhe ha già argomentato contro le motivazioni della Bce sulla necessità di riparare con gli Omt il funzionamento del mercato monetario. Inoltre, con la pretesa di difendere l’identità della Legge fondamentale tedesca, la corte federale ha annunciato un proprio successivo giudizio "definitivo" sugli Omt, sui quali vuole avere l’ultima parola rispetto ai giudici europei. Il potenziale di conflitto tra Germania ed Europa è enorme: i pronunciamenti di Karlsruhe vincolano il governo e la Bundesbank. A quest’ultima può essere vietato partecipare agli Omt, a costo di vedersi denunciare dalla Bce presso la Corte europea per violazione dello Statuto del sistema europeo di banche centrali. La credibilità dell’euro andrebbe a picco.
Dal mese di ottobre l’unione monetaria entrerà dunque in un terreno oscuro e minato. È probabile che Karlsruhe adotti la finzione di un rapporto cooperativo con la giustizia europea evitando di bocciare del tutto gli Omt. Detterà tuttavia le condizioni in base alle quali essi sarebbero compatibili con la legge tedesca. Tra queste condizioni ci sono quella di non privilegiare i paesi vulnerabili negli acquisti, di non accettare costi fiscali (cioè haircut sui titoli acquistati) e di non interferire sulla formazione dei prezzi dei titoli sovrani. Poiché gli Omt riguarderebbero solo paesi sotto programma di assistenza, si capisce che le condizioni della Corte tedesca e della Bundesbank non riguardano affatto gli Omt, bensì sono un fuoco di sbarramento contro la minaccia che la Bce proceda all’allentamento quantitativo (QE), cioè all’acquisto di titoli sovrani di singoli paesi non sotto programma. Il QE infatti altro non è che un Omt privo di condizioni e quindi dal punto di vista tedesco ancora più temibile.
Ma senza allentamento quantitativo, senza cioè poter acquistare titoli sovrani della zona euro, la Banca centrale europea non riuscirà ad ampliare le dimensioni del proprio bilancio abbastanza da riportarlo almeno alle dimensioni di inizio 2012. Per la Corte del Lussemburgo non sarà facile evitare un conflitto istituzionale con Karlsruhe se non vorrà assorbire nel proprio giudizio le obiezioni tedesche.
D’altronde gli ostacoli giuridici e istituzionali posti da un successivo parere dei giudici tedeschi pregiudicherebbero l’efficacia degli Omt. Sul breve termine questo creerebbe nuova instabilità sui mercati finanziari riportando nello scenario dell’unione monetaria il rischio estremo di rottura dell’euro in assenza della difesa ultima da parte della Bce. Lo scossone finanziario della scorsa settimana ne è stato un preannuncio. Ma sul lungo termine, le obiezioni giuridiche tedesche renderanno impossibile alla Bce allargare il proprio bilancio e combattere così la deflazione dell’euro area. Proprio come nei terribili anni Trenta che nessuno in Europa, tanto meno in Germania e Italia, dovrebbe dimenticare.
Carlo Bastasin, Il Sole 24 Ore 7/10/2014