Raffaella De Santis, la Repubblica 7/10/2014, 7 ottobre 2014
PAASILINNA, OKSANEN, KATJA KETTU: NOMI DIFFICILI DA RICORDARE, MA PIACEVOLI DA LEGGERE. SONO GLI SCRITTORI FINLANDESI OSPITI DELLA FIERA DI FRANCOFORTE
Da un po’ di anni nella letteratura spira un vento nord europeo. Dopo aver fatto indigestione di gialli svedesi, iniziamo a fare incetta di scrittori finlandesi dai nomi impronunciabili ma abili ad affrontare grandi temi (solitudine, immigrazione, guerra, ecologia) con ironia e qualche stravaganza surreale. E insuperabili nel descrivere la natura selvaggia, popolando i loro romanzi di foreste, lande innevate e fiordi, per noi più esotici delle palme e delle notti arabe. Quest’anno la Finlandia sarà ospite d’onore alla Fiera del Libro di Francoforte (da domani al 12 ottobre), con 60 scrittori e 37 editori pronti a promuovere i loro libri scommettendo sulla Finlandia fredda ma figa, come recita lo slogan: Finnland Cool. Tra gli autori ci saranno Katja Kettu, Sofi Oksanen, Tuomas Kyrö, Kari Hotakainen, Matti Rönkä, Rosa Liksom e l’esordiente Pasi Ilmari Jääskeläinen.Ogni anno vengono tradotti trecento libri finlandesi, in almeno 40 lingue. In Italia gran parte della letteratura finlandese è edita da Iperborea, editore specializzato nel mondo culturale nordico. Un longseller come L’anno della lepre di Arto Paasilinna, uscito in Italia venti anni fa, ha venduto 130 mila copie ed è alla ventiseiesima edizione. «Al momento abbiamo quaranta titoli finlandesi in catalogo, tutti tradotti dalla lingua originale», spiega Pietro Biancardi di Iperborea, editore appassionato che ha preso le redini della casa editrice fondata nel 1987 da sua madre Emilia Lodigiani scoprendo nuovi scrittori come Tuomas Kyrö e riscoprendo classici come Tove Jansson (di cui a Francoforte sarà celebrato il centenario dalla nascita) e Mika Waltari, in libreria con un’edizione integrale de Gli amanti di Bisanzio, ambientato a Costantinopoli nei giorni della caduta dell’impero romano d’Oriente. Ma è l’umorismo paradossale, sottile, non incline alla battuta esplicita — lo stesso del grande regista Aki Kaurismäki, amato in tutto il mondo — a marcare in modo riconoscibile lo stile finlandese. Uno humour discreto e assai poco mediterraneo. Come quello di Kari Hotakainen, implacabile nel mettere alla berlina i mali dei nostri giorni: in Colpi al cuore il sistema dei media, in Via della Trincea e Un pezzo di uomo la falsa illusione capitalipopolare sta che la felicità sia comprabile sborsando denaro. Con Piccoli suicidi tra amici Paasilinna però fa un passo ulteriore: prende un argomento tabù e lo trasforma in commedia nera. Atto coraggioso, visto che la Finlandia è la tredicesima nazione al mondo per tasso di suicidi. Oggi Paasilinna è talmente cult da meritarsi una parodia (in uscita a novembre Professione angelo custode , Iperborea). Tuomas Kyrö, classe 1974, amante delle serie tv, del cinema e dei fumetti, ha scritto L’anno del coniglio ( Iperborea), ribaltamento giocoso dell’ Anno lepre : qui il protagonista è l’immigrato Vatanescu, rumeno braccato da polizia e mafia russa. Kyrö ironizza sull’idea romantica che lega libertà e natura: «Nella nostra letteratura i laghi, le foreste, i fiordi della Lapponia hanno un grande ruolo. Ma la natura sta cambiando. Tagliamo le foreste e costruiamo centri abitati. I fiordi sono diventati centri sciistici».Ci sono poi gli scrittori che mescolano realtà e fiabesco. Una tradizione che risale al Kalevala , grande poema nazionale in versi che raccoglie canti e miti della tradizione (il libro finlandese più tradotto all’estero, in oltre sessanta lingue). Pasi Ilmari Jääskeläinen, ospite alla Fiera, è in uscita in Italia per Salani con Società letteraria di Sella di Lepre , un po’ thriller e un po’ fiaba, un condensato di atmosfere nordiche, popolato di miti, fantasmi e folletti. È l’onda stravagante di Jääskeläinen, amante di Michail Bulgakov, Isabelle Allende e Italo Calvino: «La maggior parte degli scrittori del mio paese è ancorata al genere realista, io preferisco le storie fantastiche, radicate nel vecchio folclore. Una volta, da bambino al risveglio ho visto un fantasma. Una vecchia signora stava in piedi accanto al mio letto. Il tempo di sbattere gli occhi ed era scomparsa. In quel momento ho capito che tra sogno e realtà il confine è molto sottile». Particolare curioso: anche nel libro di Jääskeläinen torna la lepre, confermando una passione degli scrittori finlandesi.Ma al di là delle derive fantastiche, resta numeroso il gruppo di scrittori ancorato alla tradizione del romanzo storico. Katja Kettu, trentaseienne con un passato punk, in L’amore nel vento (Salani) racconta un momento difficile della storia nazionale: durante la seconda guerra mondiale una levatrice s’innamora di un ufficiale delle SS. Allo stesso serbatoio di storia nazionale attinge Quando i colombi scomparvero di Sofi Oksanen (Feltrinelli), ambientato in un’Estonia lacerata dalle occupazioni tedesche e sovietiche. Mentre in Scompartimento n. 6di Rosa Liksom, candidato quest’anno al Premio Strega Europeo, il carattere russo è incarnato nella figura di un uomo chiassoso e sgradevole ma a suo modo molto passionale incontrato sul treno della Transiberiana da una giovane e timida studentessa finlandese. Liksom, che è anche un’artista, presenterà alla Buchmesse le fodella tografie di donne col burqa scattate nel verde della campagna finlandese. Leggendo molti di questi libri scorrono davanti le immagini del cinema di Ali Kaurismäki, la sua vena leggera, il suo amore per gli ultimi, per i folli di ogni tipo. La scuderia dei finlandesi riuscirà ad eguagliare il successo dello svedese Stieg Larsson o del norvegese Jo Nesbø? Non che i thriller in Finlandia non piacciano ma in genere hanno un carattere diverso, sono più di atmosfera, meno concentrati sul plot: dai libri di Matti Rönka (L’uomo con la faccia da assassino e Fratello buono, fratello cattivo) al noir di sapore francese Chi ha ucciso la signora Skrof? di Waltari (tutti Iperborea).La Finlandia sta vivendo un grande fermento culturale: si pubblicano tra i 13 e i 14 mila libri l’anno, tra cui 4500 novità (tante per un paese di 5 milioni di abitanti). Insomma oggi nessuno ne parlerebbe più come di «una piccola patata sperduta lassù, nel lontano nord» (l’espressione è di Rosa Liksom).
Raffaella De Santis, la Repubblica 7/10/2014