Gabriella Greison, SportWeek 4/10/2014, 4 ottobre 2014
LE PAGELLE DI CONTE? È DA FAR VEDERE
Certi metodi non si improvvisano: se non lo hai sognato fin da bambino, non diventi Antonio Conte. Il c.t. della Nazionale era un numero uno anche a scuola, come dimostra la pagella di prima elementare che abbiamo trovato negli archivi della scuola De Amicis di Lecce: tutti dieci. E i suoi compagni di classe lo ricordano come uno studente attento e volenteroso, per non dire secchione. Studiava tanto, gli piaceva scrivere lunghi temi d’italiano, si dilungava in colloqui solitari con gli insegnanti, aveva sete di conoscenza. Sguardo da leader fin da piccino, si vestiva da Zorro alle feste di classe e proteggeva tutti con la sua spada. E siccome era più alto degli altri occupava l’ultimo banco, dove il suo compagno era l’inseparabile Roberto Buscicchio, che lo ricorda così: «Antonio era il riferimento per tanti nostri amici, e mio. Un esempio, un modello da seguire. Aveva una moralità come nessuno. E poi capiva tutto. A scuola ci metteva molta dedizione. Forse l’unica materia in cui peccava era matematica, ma recuperava con la parlantina. Oggi è rimasto una persona, non un personaggio. Il lato umano del calcio è lui, e prende l’ambiente esattamente come faceva con la scuola. Punta sempre al dieci». Dopo quattro anni alla “De Amicis”, Conte finisce le Elementari in un’altra scuola di Lecce, la “Cesare Battisti” (non si sa mai che in un’altra scuola ci siano altre cose da imparare). Poi, i tre anni delle medie al “Quinto Ennio”, utili per avvicinarsi alla lettura dei grandi classici; li divora, li legge e li rilegge, e nel tempo che resta c’è il pallone e la squadra di calcio di papà. Poi la scelta di fare ragioneria (stenografia, la sua materia preferita), e l’acquisizione di un metodo molto quadrato nell’affrontare i problemi di tutti i giorni. Il diploma all’Isef di Foggia e la rapida carriera nel calcio e in panchina. Sempre inseguendo la perfezione.