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 2014  ottobre 05 Domenica calendario

LA CORAGGIOSA SORELLA DI BLAISE

Il nome Pascal si associa a Blaise, il grande matematico e filosofo che per la vertiginosa radicalità del suo pensiero «non ha ancora finito di parlare all’uomo» (Carlo Bo). Ma Pascal è anche Jacqueline sua sorella minore insieme a Gilberte. Silvana Bartoli, studiosa che da anni si occupa di storia delle donne rivolgendo un’attenzione specifica alle forme e ai modi della monacazione femminile nel Seicento, ci consegna la sua storia nel prezioso e intrigante Jacqueline Pascal che raccoglie le lettere di questa giovane dalla bellezza abbagliante e dall’ingegno vivace.
A Rouen, dove la famiglia si era trasferita, entrò in contatto con l’ambiente di Port-Royal, il monastero riformato da Angélique Arnauld in cui si praticava una religione austera che insegnava alle monache unicamente a meritare la grazia di Dio. Da quel momento la sua vita incontra il cammino religioso. Preceduta dal padre e dal fratello nella conversione al giansenismo, dalla fine del 1646 non pensò ad altro che alla possibilità di entrare «nell’amata abbazia»; alla morte del padre, che non amava i conventi e osteggiava il suo ardente desiderio, dovette fronteggiare anche l’opposizione del fratello, che inizialmente l’aveva sostenuta. «La figlia e la sorella devota si trasformò in ribelle per seguire la vocazione», scrive Bartoli, e il 4 gennaio 1652 Jacqueline entra definitivamente a Port-Royal, sostituendo il nome "mondano" con quello di una santa, Suor J. de Sainte-Euphémie. La vestizione è fissata per il 26 maggio 1652, e le sue lettere raccontano il tentativo estremo del fratello di impedirla, e la sua ostinata decisione di non cedere: «Non mi togliete ciò che non potete darmi, se non siete capaci di seguirmi non mi trattenete, non è il mondo che mi lascia ma io che lo abbandono», scrive la fiera Jacqueline. Dopo essere stata incaricata maestra delle novizie nella casa di Parigi, viene trasferita nella sede di Champs per aiutare la priora; nel frattempo la sua passione e la sua totale consacrazione a Dio avevano coinvolto finalmente anche Blaise, e i dettagli della conversione, che diventa per Jacqueline una missione volta a salvare l’amato fratello, si seguono con apprensione e ammirazione attraverso le parole della monaca. Una donna come Jacqueline, così come molte delle monache di Port-Royal, spaventa e incanta per l’umiltà e la forza delle sue convinzioni; timore e tremore arrivano alle alte sfere, e i re e la gerarchia cattolica decidono di «chiudere i conti con una comunità che si avviava sulla strada della libertà di coscienza, dimostrando una capacità di attrazione sempre più pericolosa».
Trattate come eretiche e streghe, alle religiose viene imposto nel giugno del 1661 di firmare un Formulario che condanna la dottrina delle cinque proposizioni di Jansen contenute nel suo Augustinus. Lei, in tutta risposta, indirizza una lettera a Antoine Arnauld (l’erede dell’abate di Saint-Cyran, il confessore delle monache di Port-Royal), in cui esprime la propria indignazione di fronte al comportamento di coloro che, uomini di Dio, stanno giurando il falso, e la propria inattaccabile posizione di testimoniare la fede, anche a costo di dare scandalo: «So bene che non tocca alle fanciulle difendere la verità; ma poiché i vescovi hanno un coraggio da fanciulle, le fanciulle devono avere un coraggio da vescovi. Se non tocca a noi difendere la verità, tocca a noi morire per la verità». Con il suo gesto disperato Jacqueline «salva la dignità della religione cattolica», e ci spiega «perché bisogna dire no anche quando si sa che nessuno lo ascolterà». Due giorni dopo quella lettera, cui non ricevette risposta, lei, che in fondo era "solo" una donna, alla quale era impedita alcuna trasgressione e alcuna volontà, viene obbligata, per poter continuare a essere monaca, a firmare il Formulario. Confinata ormai in una solitudine carica di senso di colpa per aver tradito il suo amore, e dunque se stessa, poiché «amare l’altro non è che amore verso di sé», Jacqueline muore quattro mesi dopo la firma, il 4 ottobre, alla vigilia del suo trentaseiesimo compleanno. Suo fratello Blaise Pascal, dopo aver partecipato attivamente alle controversie sul Formulario sostenendo le tendenze più intransigenti contro le posizioni di compromesso, morirà l’anno successivo. Gli amori come questi, da sempre e per sempre, non conoscono compromessi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Jacqueline Pascal, Il coraggio delle fanciulle. Lettere, a cura e traduzione di Silvana Bartoli, et al., Milano,
pagg. 176, € 15,00
Chiara Pasetti, Domenica – Il Sole 24 Ore 5/10/2014