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 2014  ottobre 05 Domenica calendario

Ha ragione chi dice che l’Italia ha un disperato bisogno di una svolta liberale. Tanto varrebbe cominciare dalle piccole cose, quelle già pronte, dove è sufficiente limitarsi ad applicare le regole già esistenti

Ha ragione chi dice che l’Italia ha un disperato bisogno di una svolta liberale. Tanto varrebbe cominciare dalle piccole cose, quelle già pronte, dove è sufficiente limitarsi ad applicare le regole già esistenti. I cimiteri, ad esempio. L’associazione torinese delle imprese di pompe funebri ha inviato una diffida al Comune, tramite il suo legale, accusando Palazzo Civico e Afc (l’azienda comunale che gestisce i cimiteri) di concorrenza sleale. Una mossa che, nelle intenzioni, dovrebbe presto portare a un esposto alla procura. Alla base dello scontro c’è il fatto che Afc non solo (come prevede la legge) si occupa dei funerali degli indigenti, coloro che muoiono senza i soldi per pagarsi il funerale, ma di qualunque privato ne faccia richiesta: basta chiamare, prendere appuntamento e organizzare tutto, come con una qualunque agenzia di pompe funebri. Ma Afc non è un’impresa di onoranze funebri; è il gestore del cimitero. E secondo la legge non è possibile svolgere entrambe le attività. La coop delle esumazioni In realtà Afc ha affidato a una cooperativa, Barbara B, il compito di organizzare i funerali per indigenti e non. Barbara B è una delle sigle nate da Ics, la cooperativa che per anni si è occupata dei cimiteri per conto del Comune e che è finita invischiata nello scandalo esumazioni dieci anni fa: erano i suoi addetti a estrarre i resti delle bare dal terreno. Ora provvede ai funerali per conto della città. E lo fa - proprio perché Afc gestisce i cimiteri - a condizioni molto più vantaggiose rispetto alle imprese private. Oggi, a Torino, i cittadini non possono acquistare un loculo direttamente dal Comune (a breve sarà possibile, anche pagando a rate). Possono farlo solo attraverso un’agenzia di pompe funebri. La quale, ovviamente, deve pagare subito - da 4 a 12 mila euro - e poi farsi rimborsare dalla famiglia del defunto. La sepoltura in terra costa invece 1.400 euro, la cremazione con celletta decennale 1.600. In più ci sono le spese del funerale. I privati hanno margini su quest’ultimo aspetto: possono concedere sconti o rateizzazioni. Sul resto no: i loculi vanno pagati subito. Chi si rivolge ad Afc invece ha la possibilità di pagarli anche in sei rate. Un bel vantaggio. Senza contare che la cooperativa Barbara B, usando personale di Afc e locali del Comune, riesce a contenere le spese e a offrire il funerale a prezzi molto competitivi. I diktat dell’Antitrust Ora, in una città scossa dalla crisi, che il Comune offra un servizio costoso come il funerale a prezzi ridotti potrebbe essere un vantaggio per i cittadini, anche perché forse può contribuire a calmierare il mercato. Però contrasta con le leggi, secondo cui chi gestisce il cimitero non può anche occuparsi di onoranze funebri. È proprio contro questa prassi che le aziende del settore hanno scelto le vie legali, forti di una consolidata giurisprudenza. L’ultimo regolamento della Regione sulle attività funebri risale all’agosto 2012 e prevede regole ferree basate proprio sulla legge del 1990 a tutela della concorrenza e del mercato: «Nel caso in cui il gestore di servizi pubblici cimiteriali o necroscopici svolga anche l’attività funebre è d’obbligo la separazione societaria da attuare entro dodici mesi dalla entrata in vigore del presente regolamento». Sono passati oltre due anni e Afc continua a fare l’uno e l’altro. Nel frattempo sono arrivati anche numerosi pareri dell’Antitrust, l’autorità garante della concorrenza e del mercato. Tutti molto chiari: «La gestione delle aree cimiteriali è suscettibile di determinare un vantaggio concorrenziale per l’operatore che offre tale servizio, posto che lo stesso può utilizzare la sua presenza nelle aree cimiteriali come volano promozionale per la sua attività caratteristica di operatore funebre». E ancora: «La gestione dei servizi cimiteriali istituzionali è incompatibile con l’attività di onoranze funebri». Proprio quel che invece Afc continua a fare alla luce del sole, nonostante la diffida inviata dalle imprese di pompe funebri all’azienda e agli uffici comunali guidati dall’assessore Stefano Lo Russo. (REPORTERS) - Battaglia legale Le imprese di pompe funebri hanno contestato al Comune il doppio ruolo di gestore dei cimiteri e delle sepolture Dopo aver inviato una diffida potrebbero presto presentare un esposto alla procura per violazione della concorrenza