Antonella Sparvoli, Corriere/Salute - Corriere della Sera 5/10/2014, 5 ottobre 2014
Prima o poi tutti dobbiamo fare i conti con la presbiopia e trovarci così a dover inforcare un paio di occhiali per fare tutte quelle attività, dal leggere allo scrivere un sms sul cellulare, che esigono si veda bene da vicino
Prima o poi tutti dobbiamo fare i conti con la presbiopia e trovarci così a dover inforcare un paio di occhiali per fare tutte quelle attività, dal leggere allo scrivere un sms sul cellulare, che esigono si veda bene da vicino. «La presbiopia non è una malattia, ma un fenomeno normale legato all’invecchiamento — spiega Paolo Vinciguerra, direttore di Humanitas Centro Oculistico, Milano —. La capacità di mettere a fuoco gli oggetti alle varie distanze, la cosiddetta accomodazione , si riduce con il passare degli anni, complice una lunga serie di modificazioni come, per esempio, il progressivo indurimento del cristallino, l’indebolimento dei muscoli che ne regolano i movimenti, l’allungamento delle fibrille che collegano i muscoli al cristallino. Il risultato è che il presbite non riesce più a mettere a fuoco gli oggetti alla normale distanza, ma deve allontanarli. Oppure, se già miope, è costretto a togliere gli occhiali per vedere bene da vicino». Quali sono i trattamenti disponibili? «La presbiopia non può essere prevenuta, ma solo adeguatamente trattata. Le strategie sono numerose, ma non sempre soddisfacenti. L’approccio più semplice, e spesso più valido, prevede l’uso di occhiali in grado di supplire alla funzione accomodativa. In genere, in assenza di difetti visivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo) o qualora si sia portatori di lenti a contatto per correggerli, si ricorre ai classici occhiali monofocali , da indossare al bisogno quando si legge o si svolgono attività che necessitino di una visione ravvicinata. Le lenti multifocali sono, invece, indicate nei casi in cui la presbiopia si somma ad altri difetti visivi; consentono una buona messa a fuoco a tutte le distanze, ma richiedono una fase di adattamento per sfruttarne le potenzialità al meglio. Esistono anche le lenti a contatto multifocali ; la qualità visiva non sempre è ottimale e vi si adatta con più facilità chi è già abituato a portare lenti a contatto». Che cosa si può fare sul fronte chirurgico? «La chirurgia prevede due diversi approcci, che consentono sia di intervenire sulla presbiopia, sia di rimuovere, quando necessario, anche la cataratta. L’utilizzo del laser ad eccimeri , ormai consolidato con ottimi risultati nella correzione di miopia, ipermetropia e astigmatismo, inizia ora a estendersi anche alla presbiopia, seppure in casi molto selezionati e in pazienti che siano disposti ad accettare una visione non ottimale in tutte le condizioni. Nei casi in cui questo tipo di intervento è indicato, il laser può mirare a correggere nella stessa occasione altri difetti eventualmente associati alla presbiopia che richiedono l’utilizzo dell’occhiale, anche se con alcuni possibili inconvenienti, quali una ridotta qualità visiva notturna e la presenza di aloni alla sera. Si sperimentano in continuazione tecniche sempre nuove, tuttavia allo stato degli studi finora condotti non è stata ancora individuata una soluzione ottimale, che garantisca risultati ripetibili su un larghissimo numero di pazienti, con assenza di complicanze importanti». E si ha anche la cataratta? «Per chi è affetto da cataratta, può essere presa in considerazione la sostituzione del cristallino con lentine monofocali, che consentono una messa a fuoco ottimale solo da lontano o solo da vicino, oppure con lenti multifocali per consentire la visione da lontano e da vicino, ma non quella intermedia. Una recente soluzione, infine, è “l’extended focus”, che consente una zona di fuoco molto estesa, permettendo ai pazienti di ricorrere ad un eventuale occhiale solo in particolari circostanze». Antonella Sparvoli