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 2014  ottobre 02 Giovedì calendario

NYTIMES, FUORI 100 GIORNALISTI

Il New York Times taglierà cento posti di lavoro entro la fine dell’anno. Scure che cade soprattutto sui giornalisti e in misura minore sul personale amministrativo e commerciale. L’editore Arthur Sulzberger Jr. e l’a.d. Mark Thompson (ex Bbc) hanno definito le uscite «esodi incentivati» attraverso l’assegnazione di azioni ma, se non ci saranno abbastanza volontari, si procederà coi licenziamenti.
La decisione di ridurre l’organico della newsroom di circa il 7,5% non è la prima, anzi è l’ultima di una serie iniziata da alcuni anni e culminata nel 2008 con altre cento uscite, con altre cento l’anno successivo e con più di 30 graduati tagliati a inizio 2013.
In parallelo, però, i giornalisti sono cresciuti toccando il record di 1.330 dai 1.250 di fine 2013. Le assunzioni sono state concluse per sostenere i nuovi progetti digitali tra web, applicazioni e video. E allora proprio nel mondo digitale stanno in parte le ragioni alla base dei nuovi tagli: alcune iniziative non hanno prodotto i risultati richiesti né in termini di audience né dal punto di vista economico. La difficoltà, sempre secondo Sulzberger e Thompson, è individuare la giusta formula per offrire per esempio applicazioni a basso prezzo, pur riuscendo a guadagnarci qualcosa. Tra gli insuccessi c’è la nuova applicazione Nyt Opinion che non ha raggiunto il numero minimo atteso di sottoscrizioni e per questo viene chiusa.
Il destino dell’ultima app lanciata, Nyt Cooking, rimane invece in bilico visto che sta coinvolgendo un pubblico crescente ma bisogna vedere quanti lettori si abboneranno quando la sua offerta di contenuti passerà da gratuita a pagamento. Più chance di fare breccia sul mercato sembra avere invece Nyt Now, dedicata ai lettori più giovani e pensata per il mobile.
«Sono tutti esperimenti», hanno sottolineato Sulzberger Jr. e Thompson in una lettera ai dipendenti, «che siamo determinati a fare anche investendo ulteriormente, perché crediamo siano essenziali per la futura crescita del New York Times. Ma siamo pronti anche a cambiare prontamente rotta, se necessario». In particolare gli investimenti si concentreranno su tecnologie digitali, allargamento dell’audience e offerta mobile, un po’ i binari già individuati dal rapporto interno dello scorso maggio sui punti di debolezza del quotidiano secondo cui c’era troppa attenzione alla carta e poca attività sui social. L’obiettivo finale della testata diretta da Dean Baquet (primo direttore di colore, che ha sostituito la prima donna al vertice della testata Jill Abramson, tagliata fuori all’improvvisa lo scorso maggio) è «salvaguardare la profittabilità del giornale nel lungo periodo». Il taglio dei cento giornalisti dipende quindi dall’incertezza di successo dei nuovi progetti digitali oltre che, come spesso negli ultimi anni, dal continuo calo delle inserzioni pubblicitarie. Gli utili calano infatti del 2,43% nel terzo trimestre finito a inizio mese, anche se la raccolta digitale cresce del 16% e gli abbonati digitali stanno per aumentare di oltre 40 mila unità, il più alto incremento mai registrato dal 2012.
Il New York Times non è comunque l’unica testata americana a mandare a casa giornalisti, visto che anche il Wall street journal ha avviato la scorsa estate una cura dimagrante (con una dozzina di esuberi) mentre Usa Today ha accompagnato all’uscita 70 dipendenti.
Marco A. Capisani, ItaliaOggi 2/10/2014