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 2014  settembre 28 Domenica calendario

GLI OLIGARCHI ALLA GUERRA DEL POTERE


La seconda quota di sanzioni alla Russia decise a Bruxelles si sta trasformando in provvedimenti concreti assunti dai governi dei paesi membri. L’operazione porta alla luce del giorno l’ampiezza delle proprietà acquisite da società e privati russi sul suolo italiano. Tali proprietà si possono suddividere in due categorie. La prima è fatta di immobili di lusso, in particolare in Sardegna, a Roma, sulla costiera toscana. La seconda categoria è composta da partecipazioni in gruppi industriali e finanziari: Pirelli, Generali, Unicredit, Saras, Erg, mentre si delineano nuove acquisizioni, ad esempio la casa di fashion Roberto Cavalli.
Come reagirà il Cremlino a questi provvedimenti? Una prima risposta è venuta con l’embargo di beni alimentari europei. La battuta che corre a Mosca è: d’ora in poi niente parmigiano. Ma è improbabile che si limiti a questo. Gli osservatori notano uno stato di agitazione più esteso nelle relazioni tra il Cremlino e il mondo degli affari. Igor Sechin, presidente di Rosneft (principale gruppo petrolifero a controllo statale) e socio di Tronchetti Provera in Pirelli, ha inviato due lettere al governo per chiedere un cambiamento del sistema di accesso alla distribuzione del gas. Ne ha il monopolio Gazprom, altro gigante statale, diretto da Aleksej Miller. Non è la prima volta che Rosneft e Gazprom si scontrano, ma avviene sempre più di frequente. Eppure Miller e Sechin (a suo tempo ufficiale del Kgb) fanno parte del ristretto inner circle di Putin.
Una settimana fa l’arresto di Vladimir Evtushenkov, 14° uomo più ricco di Russia e presidente della società Sistema che controlla la compagnia petrolifera Bashneft, ha sollevato la viva apprensione degli ambienti economici, un altro caso Chodorskovkij? È accusato di corruzione e riciclaggio di denaro. Nel 2009 Bashneft passò dalle mani della repubblica federata della Bashkirija a quelle del sistema con il versamento di una cospicua tangente successivamente riciclata secondo l’analista tedesco Janis Kluge, il motivo dell’arresto è un altro: Evtushenkov e cosi stavano preparando la quotazione di Bashneft alla Borsa di Londra (sottraendola al controllo esclusivo di Mosca), mentre Sechin si starebbe preparando ad appropriarsene, rafforzando il gigante di stato.
Il politologo Georgij Bovt fa notare che socio di Evtushenkov è un altro personaggio di primo piano negli affari, Vagit Alekperov, presidente di Lukojl. Per il politologo il boss di Lukojl fu partecipe dell’operazione in Bashkrija e quindi Alekperov potrebbe essere la prossima vittima dell’inchiesta giudiziaria. Anche Lukojl potrebbe essere nelle mire di Sechin. Se si vuole, una conferma dello stato di tensione a Mosca è venuta da Parigi il 20 settembre.