Alberto Flores D’Arcais, la Repubblica 2/10/2014, 2 ottobre 2014
JULIA, LA DONNA DI FERRO TRADITA DAGLI ERRORI DEI SUOI “SUPERAGENTI”
NEW YORK
Era stata chiamata, prima donna nella storia, a dirigere il Secret Service il 27 marzo 2013, ma travolta dalle accuse sulle falle della sicurezza alla Casa Bianca ieri Julia Pierson ha presentato le sue dimissioni. Obama aveva scommesso su di lei per “ripulire” l’immagine di uno dei più famosi corpi di agenti speciali degli Stati Uniti (che si occupa essenzialmente di crimini finanziari e soprattutto della sicurezza dei leader degli Usa, presenti e passati e dei loro familiari) sconvolto dallo “scandalo delle prostitute”.
Chi meglio di lei, scorta personale di George Bush padre e di George Bush figlio negli anni alla Casa Bianca del primo della dinastia, trent’anni di onorata carriera fatta di encomi e di una lenta ma inarrestabile salita ai vertici. Una ragazza del Sud, nata nella Florida del primo boom economico alla fine degli anni Cinquanta (1959), un’adolescenza passata a fare la “posteggiatrice” nella magica atmosfera del Walt Disney World di Orlando (la sua città natale) e tra i boy scout, in una sezione associata alla polizia dove scopre che la sua grande passione è quella di combattere il crimine.
È così brava questa “esploratrice” che nel 1978 viene nominata National Law Enforcement Exploring Youth Representative. Tre anni dopo si laurea in Giustizia criminale e si arruola nella polizia di Orlando dove pattuglia le strade (allora) più pericolose, quelle del Nord-est della città. Altri tre anni e arriva il grande giorno, quello del suo ingresso (1984) nel Secret Service come agente speciale.
Sono gli anni in cui si fa conoscere, prima lavorando sul campo negli uffici di Miami, poi tornando nella nativa Orlando. È il 1988 quando Julia Pierson viene chiamata a uno dei compiti più ambiti per un agente del Secret Service, quello di fare parte del gruppo di uomini scelti che dovranno vegliare sulla vita del presidente e dei suoi familiari. Alla fine del mandato di George Bush padre diventa la coordinatrice del programma anti-droga dell’agenzia e quattro anni più tardi viene promossa a numero due dell’Office of Protective Operations. Ritorna in Florida, questa volta a Tampa, per formare la prima grande task force chiamata ad occupassi di cybercrimini e poi il definitivo grande salto con la chiamata a Washington (è il 2008, l’anno in cui Obama verrà eletto presidente) per diventare capo dello staff. Il resto è storia recente, la promozione al vertice assoluto un anno e mezzo fa, i nuovi scandali, infine le dimissioni. «Julia ha avuto una carriera esemplare e so che con la sua esperienza affronterà al meglio questa nuova sfida», disse allora Obama. Non sapeva che sarebbe rimasto deluso.
Alberto Flores D’Arcais, la Repubblica 2/10/2014