Jole Sagges, MilanoFinanza 2/10/2014, 2 ottobre 2014
FONDI BCE? SOLO 3 MLD DI RICHIESTE
[Intervista a Federico Ghizzoni] –
«A oggi abbiamo prelevato 7,7 miliardi e abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse intorno ai 3 miliardi». Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, rivela a Class-Cnbc la cifra di prestiti T-ltro già prenotati dai clienti. «E nei prossimi mesi contiamo di esaurire il plafond a nostra disposizione».
Domanda. Dottor Ghizzoni, l’Italia è ancora in recessione. C’è da preoccuparsi?
Risposta. Purtroppo i dati non sono una sorpresa, erano attesi. Abbiamo digerito il fatto che il Pil sarà negativo e lo slittamento del pareggio di bilancio è una diretta conseguenza. Ci vuole crescita per generare ricavi e quindi andare nella direzione auspicata di un pareggio di bilancio veloce. Dobbiamo reagire, non è più il momento per piangere. La Bce ha preso decisioni pesanti, adesso aspettiamo passi importanti dal governo, come per esempio la discussione sulla riforma del lavoro.
D. Come giudica le mosse messe i campo dal premier Matteo Renzi, in particolare sull’intenzione di abolire l’articolo 18 e di inserire il 50% Tfr nello stipendio?
R. Queste proposte devono essere viste nei dettagli. In astratto il Tfr c’è solo in Italia e quindi una modifica potrebbe anche essere considerata. C’è da capire cosa verrà richiesto alle banche, certamente se dobbiamo andare in questa direzione è tempo che tutti si assumano le proprie responsabilità. Le banche non possono evitare di sedersi intorno al tavolo e discutere, ma dobbiamo aspettare dettagli più precisi.
D. La Bce ha erogato aiuti alle banche, compresa Unicredit. Come utilizzerete i soldi arrivati da Bce?
R. La domanda non è effervescente. Noi però dobbiamo essere molto propositivi. Io stesso sto contattando personalmente diverse imprese. Stiamo proponendo alle aziende di usare queste risorse per finanziare possibilmente investimenti industriali. E siamo disposti a passare alle imprese il beneficio in termini di costi che abbiamo andando a prelevare i fondi dalla Bce. Quindi condividiamo con loro questo beneficio.
D. Secondo lei il Qe è necessario?
R. Per me il Qe come misura in sé non è indispensabile per le banche. Ma sarà utile perché agirà sul cambio. Quindi credo che la Bce voglia contribuire ulteriormente alla riduzione dell’euro che darebbe una spinta alle esportazioni europee, comprese quelle italiane. Quindi bene se si va in questa direzione.
D. Si parla del contratto di lavoro e Unicredit si è già mossa. Su cosa sarà focalizzata la banca nei prossimi mesi?
R. L’accordo con i sindacati è stato molto soddisfacente per tutti. Spero che anche l’accordo collettivo vada in questa direzione. Non sono tra quelli che si tirano indietro perché trovare l’intesa è determinate sia per le banche sia per i loro addetti. Il nostro mondo sta cambiando, ci sono tecnologie nuove e nuove esigenze da parte del cliente. Dobbiamo adattarci se vogliamo rimanere competitivi. Lo hanno capito le banche, lo hanno capito anche i lavoratori e i sindacati. Bisogna trovare un nuovo modus operandi che sia in linea con i tempi di oggi.
Jole Sagges, MilanoFinanza 2/10/2014