Massimo Rebotti, Corriere della Sera 2/10/2014, 2 ottobre 2014
IL SINDACATO ORA DELUDE ANCHE PISAPIA E DORIA
Adesso la polemica più calda è a Milano, ma in tempi recenti il copione si è ripetuto a Genova, a Roma, a Cagliari. Il confronto tra un sindaco di sinistra e i sindacati (la Cgil in particolare) spesso si tramuta in scontro, e anche duro. In ogni città il tema del contendere è stato diverso: a Genova furono i trasporti, a Roma gli stipendi dei dipendenti comunali, a Cagliari addirittura la nomina del soprintendente al teatro Lirico. La contesa però è simile: c’è un sindaco che denuncia il potere di veto dei sindacati, e i sindacati che rimproverano il sindaco di volerli scavalcare.
A Milano, ed è materia di queste ore, Pisapia ha definito «difesa corporativa inaccettabile» l’opposizione dei sindacati ad alcuni (minimi) spostamenti di personale del Comune. E ieri ha rincarato la dose: «È la sacrosanta verità». La reazione della Cgil milanese assomiglia a quella avuta in precedenza in altre città: «In questi anni Pisapia non si è mai degnato di riceverci, mentre in campagna elettorale prometteva un cambiamento radicale».
Il riferimento alla campagna elettorale è rivelatore. Al candidato sindaco di sinistra, evidentemente, la Cgil affida una serie di aspettative, forse anche quella di cogestire alcune decisioni. Quando quel candidato diventa sindaco e passa dall’altra parte del tavolo, la scena cambia. Se le scelte non coincidono con le aspettative, lo scontro si accende e, visto che il sindaco è considerato «vicino», si fa perfino più aspro: «Ha una doppia faccia, come dottor Jeckyll e mister Hyde» diceva la Cgil del sindaco Marco Doria nei giorni dello sciopero dei trasporti a Genova. E a Milano adesso non sono da meno: «Pisapia denigra i sindacati e ignora i lavoratori». Accuse che, si ritiene, faranno più male perché indirizzate a qualcuno che arriva dalla stessa storia. Ma la risposta di Pisapia indica che quella storia forse è finita: «Ho creduto nel sindacato, ma ci credo ogni giorno di meno».