Andrea Biondi, Il Sole 24 Ore 2/10/2014, 2 ottobre 2014
MEDIASET-SKY, CONTESA ALL’ULTIMO ABBONATO
MILANO
Da una parte c’è la crisi che sta picchiando duro sui beni "voluttuari", come la pay tv. Dall’altra ci sono gli uno-due che Mediaset e Sky si stanno scambiando con gli spettatori che iniziano a essere disorientati. Dall’altra ancora c’è la voglia di calcio negli italiani (Roma-Cska Mosca vista da quasi 5 milioni di spettatori su Canale 5, con 19,14% di share), nonostante vari indicatori segnalino come il valore delle squadre e della Serie A stia scemando.
È tempo di cambiamenti per l’Italia pallonara che si ritrova davanti al piccolo schermo. Cambiamenti nelle proposte dei broadcaster attivi sulle piattaforme pay, che però si trovano a fare i conti con un parco abbonati asfittico. Pur non dando numeri puntuali, né in casa Sky né in casa Mediaset si fa infatti mistero del fatto che la platea degli italiani disposti a pagare un abbonamento tv per il calcio sia al momento non espandibile: circa 3 milioni di abbonati per Sky (su un totale di 4,7 milioni in lieve calo rispetto all’anno precedente) e 1,6 milioni per Mediaset Premium (su 1,9 milioni totali).
In questo quadro, la ruota della fortuna per quest’anno è sembrata girare dalla parte del gruppo di Cologno. Con l’uscita del Napoli dalla Champions League le squadre italiane in Europa League (esclusiva Mediaset) sono diventate quattro. Nella Champions – i cui diritti sono invece di Sky – le italiane sono di conseguenza due. Ma quest’anno la migliore partita del mercoledì sarà trasmessa in esclusiva in chiaro, su Canale 5, come accaduto ieri sera per Atletico Madrid-Juventus. Alla fine, con 59 milioni di euro (a tanto ammonterebbe l’esborso di Mediaset per quest’anno per l’Europa League) uniti alla spesa per la Champions (63 milioni annui, ma solo la metà cash) sulle reti del Biscione si vedranno le partite di 5 squadre italiane. Su quelle di Sky (135 milioni di euro quest’anno per la Champions) una italiana in esclusiva e tutto il resto della competizione.
Dal prossimo anno con la Champions che sarà esclusiva di Mediaset e l’Europa League di Sky, paradossalmente le parti potrebbero invertirsi con la tv di Murdoch a "gestire" la trasmissione in video di più squadre italiane. Certo è che il colpo di Mediaset sulla Champions League - senz’altro a caro prezzo visto che fra questo e la Serie A ci sono circa 300 milioni di euro in più all’anno da sborsare - si è sentito dalle parti di Sky. Dove però si ribatte mettendo l’accento sui diritti tv per le prossime tre stagioni di Serie A (Sky ha tutte le squadre, mentre Mediaset solo le migliori 8). C’è poi il capitolo sensibile di Fox Sports (sempre del gruppo Murdoch) con le sue esclusive su Premier League, Liga, Ligue 1 (Bundesliga è di Sky), visibile anche su Mediaset Premium. Continuerà a essere così o il gruppo Murdoch renderà pan per focaccia? Del resto il contratto, biennale, fra Mediaset Premium e Fox scade a luglio 2015, giusto prima dell’inizio della trasmissione della Champions league in esclusiva su Mediaset Premium. Dall’altra parte secondo i manager Mediaset, da Pier Silvio Berlusconi in giù, le aumentate spese dovute ai diritti saranno ripagate da un aumento consistente degli abbonati a Mediaset Premium.
In questo quadro, i due broadcaster stanno cercando di valorizzare la propria stagione, affilando al meglio le armi per la prossima. In cui la possibilità di un’intesa viene data per esclusa. «Allo stato delle cose stiamo lavorando senza prevedere alcun accordo» ha confidato un manager Sky.
Certo è che se Mediaset vede nella Champions League la sua killer application, dall’altra parte, in Sky Italia per "diversificare" si sta puntando molto su fiction tv (sia produzioni originali sulla scia di Gomorra, sia prodotti internazionali) e intrattenimento (alla X Factor). L’attesa è poi anche per l’arrivo sul mercato della soluzione che nascerà dalla partnership con Telecom. A quanto risulta infatti al Sole 24 Ore, con l’avvio della nuova Iptv (contenuti Sky veicolati attraverso la fibra Telecom) i due "sposi" avrebbero previsto una road map di nuove attivazioni, con qualche centinaio di migliaia di abbonati in più nei cinque anni a partire dal febbraio 2015. E guai se a qualcuno (leggi Telecom Italia i cui destini potrebbero incrociarsi a quelli di Mediaset Premium via Vivendi) venisse in mente di ritirarsi dall’affare: c’è in ballo c’è una penale da 360 milioni di euro, a scalare rispetto al ruolino di marcia delle nuove attivazioni.
A ogni modo, quello che sia Sky sia Mediaset considerano un punto fermo per i prossimi mesi, è la non praticabilità di azioni sulla leva prezzo. Del resto le produzioni di qualità e i diritti costano ed entrambe le realtà hanno chiuso senza grande soddisfazione l’ultimo bilancio: ricavi a 2,8 miliardi (in calo del 2,2%) e perdita di 8 milioni (anche se ridotta rispetto ai 38 del bilancio precedente) per Sky Italia (che ha un ricavo medio per addetto di 43 euro); ricavi per 638 milioni (40 in più rispetto all’anno precedente), ma costi superiori ai ricavi per 12 milioni di euro per Mediaset Premium (25 euro di Arpu), a break even nel 2010, ma poi sempre in rosso.
Andrea Biondi, Il Sole 24 Ore 2/10/2014