Valentina Conte, la Repubblica 2/10/2014, 2 ottobre 2014
ALLARME TESORO: “OGNI ANNO EVASI 91 MILIARDI”
ROMA.
«Mai più condoni», scrive il ministero dell’Economia nel suo primo Rapporto sull’evasione fiscale, presentato martedì al Consiglio dei ministri e inviato al Parlamento, come prevede il decreto bonus. Mai più condoni, in un Paese che ne ha avuti ben 80 in 153 anni di storia, dall’Unità d’Italia ad oggi. E che ciononostante o forse proprio per questo evade 91 miliardi di imposte l’anno, ma ne riesce a recuperare solo 13, come accaduto nel 2013, sebbene al massimo storico.
«L’evasione comporta un aumento della pressione fiscale» per i contribuenti corretti, si legge nel Rapporto Padoan. E dunque «genera iniquità sociale, mina i principi di solidarietà e legalità». Chi non paga il dovuto «trae vantaggio anche dall’onestà altrui». E i condoni aggravano il quadro, in quanto percepiti come «incentivi ad evadere» e «cedimenti dello Stato». Distruggono la «credibilità acquisita» nella lotta all’evasione, distorcono la concorrenza, hanno effetti diseducativi e alti costi politico-sociali. Al contrario, promette il ministero dell’Economia, i successi di questi anni nel recupero di tasse non versate «genereranno risorse aggiuntive che saranno destinate interamente a finanziare sgravi fiscali, cioè a ridurre la pressione fiscale sui contribuenti che si comportano correttamente».
Più della metà, il 52% dell’evasione totale - quei 91 miliardi di tax gap relativi a Iva, Ires, Irpef e Irap, ovvero il divario tra tasse dovute e pagate - si concentra al Nord con ben 47,6 miliardi negati al Fisco nel 2013. Segue il Centro con 24 miliardi (26% del totale) e il Sud con 19,8 miliardi (22%). Una suddivisione che certo rispecchia anche il maggior reddito delle regioni settentrionali. Irpef e Ires da sole totalizzano 44 miliardi di evaso, segue l’Iva con 40 miliardi, infine l’Irap con 7,2. Cifre annue pari alla media del periodo 2007-2012, lievemente inferiori a quanto registrato tra 2001 e 2006. Un’evasione da 91 miliardi all’anno, scrive ancora il Mef, equivale al 7% del Prodotto interno lordo. Un’enormità. Solo nel 2013 la Guardia di Finanza ha scovato 8.315 evasori totali, altri 2.451 nei primi 4 mesi dell’anno. Si tratta di commercianti (22,5% dei casi), imprenditori nel settore costruzioni (20,5%), imprenditori manifatturieri (8,5%), professionisti (6,1%). In generale, la nuova strategia dell’Agenzia delle entrate - controlli mirati sui grandi evasori sembra portare i primi frutti: il 4% in meno di accertamenti (circa 713 mila rispetto ai 741 mila del 2012), ma maggior recupero (13,1 miliardi contro 12,5 miliardi). I grandi contribuenti e le imprese di medie dimensioni destinatari di appena il 5,3% dei controlli totali - hanno però consentito di recuperare la maggiore imposta accertata e dunque ben 9 miliardi, il 37,6% del totale.
Una sezione del Rapporto è infine riservata a valutare il “contrasto di interesse”, la possibilità cioè per il contribuente di detrarre o dedurre gli “scontrini”. Se «indiscriminato» su tutte le spese - allo Stato può non convenire.
Valentina Conte, la Repubblica 2/10/2014