Gloria Satta, Il Messaggero 28/9/2014, 28 settembre 2014
ROMA SENZA CIAK C’ERA UNA VOLTA LA CAPITALE DEL CINEMA
L’INCHIESTA
ROMA Si gira il remake di “Ben Hur”, uno dei film più famosi di tutti i tempi. Indovinate dove il regista Timur Bekmambetov vorrebbe ambientare la corsa delle bighe: al Circo Massimo. Ci riuscirà? E’ tutto da vedere. Girare film a Roma, infatti, è diventato sempre più difficile e oneroso come hanno appena denunciato i rappresentanti dell’industria.
Costa troppo occupare il suolo pubblico, accedere alle ztl e riprendere i monumenti. Se inquadri il Colosseo da lontano paghi un tot, se lo filmi in primo piano c’è il supplemento. E, come se non bastasse, gli astrusi regolamenti comunali costringono i produttori a fare lo slalom tra una giungla di norme, tariffe, coefficienti e codicilli che rimbalzano da un uffico all’altro. Meglio emigrare verso regioni come il Trentino che, insieme a Puglia, Piemonte, Alto Adige, al cinema offrono finanziamenti e facilitazioni. Avete notato quante montagne e laghetti compaiono negli ultimi film italiani?
«Malgrado esista una legge regionale che incoraggia le produzioni, girare film a Roma è diventata un’impresa complicatissima e, quando è possibile, si va altrove. Io, per esempio, ho preferito ambientare a Trieste Diverso da chi?», conferma il produttore Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica. Risultato: a dispetto di un film come “La grande bellezza” che ha vinto l’Oscar e magnificato l’immagine della città nel mondo, nella Capitale quasi nessuno vuole più girare e negli ultimi anni si è perso l’80 per cento della produzione. L’era ruggente in cui Cinecittà era la succursale di Hollywood è lontana: a dispetto della bella rinascita degli studios sulla via Tuscolana, le produzioni preferiscono alternative come Ungheria, Bulgaria, Malta.
COSTRETTI A EMIGRARE
Perfino Carlo Verdone, personaggio simbolo di Roma, ha deciso di emigrare e ambienterà la sua nuova commedia fuori dalla Capitale. «La nostra città è il più grande set all’aperto del mondo e abbiamo gli ottimi studios di Cinecittà», dice Ranieri De Cinque, presidente delle industrie tecniche dell’Anica, «eppure le difficoltà ci spingono altrove. Mettiamo intorno a un tavolo e troviamo una soluzione nell’interesse di tutti». Aggiunge Francesca Cima, presidente dei produttori: «Il cinema, come ha sottolineato il ministro Franceschini, è un’industria strategica che crea indotto. E’ il momento giusto per affrontare il problema e io sono ottimista».
Cima ha prodotto La grande bellezza con Nicola Giuliano, che racconta: «Impresa complicatissima. Le location pubbliche e private del film ci sono costate un occhio della testa. I bravissimi funzionari dell’Ufficio Cinema del Comune ci hanno aiutato a navigare tra i regolamenti che rendono difficile anche il loro lavoro, ma se si può si evita la città. Film come Il Divo e Benvenuto presidente, due storie ”romane”, li abbiamo girati a Torino».
Magari esistesse un solo ufficio, aggiunge il direttore di produzione Maria Panicucci. «Devi confrontarti con Comune, sovrintendenze, polizia municipale, i referenti di ciascun monumento, Acea per le fontane. E tutte queste entità non comunicano tra loro. Avevamo ottenuto il permesso di girare a Monti una scena di Buoni a nulla e la mattina delle riprese troviamo gli operai che asfaltano la strada. Nessuno li aveva avvertiti».La produttrice Viola Prestieri (ha girato a Roma Miele e girerà Io e lei) denuncia i prezzi esorbitanti del suolo pubblico: «L’entrata nelle ztl è quasi raddoppiata, non puoi parcheggiare nel centro, lavorare a Roma è una corsa a ostacoli».
GLI AMERICANI
Per Devil May care, il nuovo film di 007, è previsto un inseguimento in via Quattro Fontane e presto sbarcherà a Roma, a parte Ben Hur, anche il set di Diabolik. «Gli americani stanno tornando», dice il presidente della Film Commission Luciano Sovena, «e il sistema va assolutamente riformato. Magari con un coordinamento più stretto tra Film Commission e Ufficio Cinema del Comune. Ho trovato molto sensibile al tema l’assessore alla Cultura Giovanna Marinelli».
Conferma, Marinelli: «Ci stiamo muovendo su due fronti: il rilancio della Film Commission e lo snellimento delle procedure burocratiche. Cercheremo in ogni modo di facilitare il lavoro delle produzione a Roma: l’industria dell’audiovisivo è un tesoro della città che non possiamo permetterci di perdere. Riportare le produzioni a Roma è una nostra priorità».