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 2014  settembre 28 Domenica calendario

«IO, SUORA DI CLAUSURA, SOTTO LA VESTE IL ROSSOBLU»

Il derby può essere una finestra socchiusa, un piccolo segreto, come quello di suor Francesca. «Quando ci sono le partite di sera i vicini fanno qualcosa per me: alzano al massimo il volume della radio, in modo che io, da dietro la finestra, possa sentire come va». Lei non ha altra possibilità, perché da 32 anni è entrata nel monastero delle Clarisse Cappuccine del S.S. Sacramento. È una monaca di clausura. Naturalmente non può uscire, né guardare la televisione. «Spesso, visto che lo stadio non è distante, ascolto i rumori e, interpretando i boati, capisco come va il risultato». Per lei domani il derby sarà anche un foglio di giornale, quello che un amico le porterà, come fa spesso, per aiutarla a seguire la sua grande passione: il Genoa.
«Quando i rossoblù vanno in campo – racconta da dietro la grata che divide in due lo stanzino dedicato alle visite – sotto la veste indosso la maglia di Marco Rossi». Suor Francesca sorride felice, raccontando la sua passione. «Nata in famiglia, a Pontedecimo, dove sono cresciuta. Fin da bambina ho avuto delle priorità: la religione davanti a tutto e il Genoa un po’ più indietro. È mia sorella a raccontarmi i dettagli delle partite». Infermiera per vent’anni, al Galliera, poi un anno in missione in Burundi, quindi l’incrocio determinante della sua vita: «Potevo fare la carriera ospedaliera, oppure tornare in Africa, ma un giorno seguii la messa al monastero e capii che avevo la vocazione, che dovevo restare qui. Non me ne sono mai pentita. Il Genoa è entrato qui insieme a me, non mancherei mai a un atto di devozione per seguirlo, ma se posso mi piace sentirmi genoana».
Suor Francesca prega abitualmente con il suo rosario rossoblù e mostra sorridente la maglia del Genoa, con il suo nome scritto sulla schiena, il numero 25, come gli anni di clausura in quel momento, e le firme dei giocatori. Un regalo di Fabrizio Preziosi: «Che vorrei tanto rivedere, per sapere come cresce la sua famiglia. E non nascondo che mi farebbe piacere conoscere suo padre Enrico. Ai tifosi invece chiedo di vivere la sfida con gioia. Ai giocatori dico di mantenere sempre l’umiltà, la dote fondamentale per raggiungere qualsiasi obiettivo. Loro possono vincere questo derby, ne hanno le capacità. Inviterei infine Gasperini a farsi un segno della croce prima di effettuare i cambi. Di sicuro male non fa». Lei li seguirà da dietro la finestra, soffrendo in silenzio. «Un giorno – racconta – ero in ospedale per un intervento chirurgico. Vicino a me ascoltavano la partita del Genoa su Radio Nostalgia, con il commento di Pinuccio Brenzini e Lino Marmorato. Non sono riuscita a resistere: portate via la radio, ho chiesto, che questi due mi fanno morire. Che ci posso fare: sono genoana. Ma è bello seguire lo sport, ce lo dimostra anche Papa Francesco, tifoso del San Lorenzo, che se non sbaglio, poi, è rossoblù».