Karen Rubin, Il Giornale 28/9/2014, 28 settembre 2014
ORA NON PROVATE A CANCELLARCI I BRUTTI RICORDI
Gli scienziati del Massachusetts Institute of Technology hanno scoperto come convertire un brutto ricordo in un bel ricordo. Almeno per quanto riguarda i topi di laboratorio, è bastato illuminare con una luce pulsata aree specifiche del cervello coinvolte nella memoria per cambiare la valenza emotiva dell’esperienza vissuta. Un trauma, come un terremoto, potrebbe avere un impatto psicologico meno devastante.
Negli ospedali americani già da qualche anno un farmaco betabloccante, che era usato per prevenire le malattie cardiovascolari, è somministrato a chi ha avuto un incidente automobilistico stressante o un abuso sessuale. La sostanza inibisce l’effetto della noradrenalina, un neurotrasmettitore indispensabile nel consolidamento della memoria, con una riduzione dei sintomi che caratterizzano il disturbo post traumatico da stress. Riducendo la portata emotiva di una rapina subita o di un lutto, si accelerano i tempi di metabolizzazione del trauma e si patiscono minori conseguenze emotive. Sarebbe una terapia che riduce la sensibilità e cambia il modo di valutare un avvenimento in senso qualitativo e quantitativo. Vogliamo controllare selettivamente la nostra vita emotiva. Eppure ricordiamo quello che ci emoziona di più e sono le passioni a obbligarci alla reazione contro qualcosa che ci ferisce o a guidarci nelle esperienze creative più originali. Senza emozioni tutte le nostre relazioni, quello che vediamo e sentiamo perderebbe di senso. Una sensibilità che è responsabile della reazione depressiva che sopraggiunge quando siamo di fronte alla frustrazione e alla sofferenza. Per questo gli scienziati hanno inventato un pacemaker che stimolando il nervo vago aiuta il tono dell’umore e quindi la depressione.
La memoria emotiva ci crea problemi e poco importa se è il mezzo con cui amiamo e percepiamo l’amore degli altri. Di contro vorremmo potenziare la memoria cognitiva per ottenere un plus di rendimento scolastico e lavorativo. Gli studenti utilizzano uno stimolante del sistema nervoso centrale, un principio attivo utilizzato per la cura dei bambini con Adhd, per potenziare la loro capacità di apprendimento. Dall’uso terapeutico al miglioramento delle prestazioni normali. Chi non ne userà sarà discriminato rispetto ai superdotati. E invece chi non ricorderà con grande emozione un caro perduto o un incidente vissuto avrà un approccio alla vita diverso da chi li imprime nella memoria? Con le nostre capacità cognitive siamo arrivati su Marte, con l’emozione associata ai ricordi negativi abbiamo impedito alla storia di ripetere certe mostruosità.
La memoria umana ha la tendenza a conservare più a lungo le emozioni positive di quelle negative ma alcune persone tendono a farsi travolgere dai fatti sfavorevoli senza trovare una strategia per uscirne. Una credenza popolare è stata documentata dai ricercatori dell’università di Buffalo: le persone che attraversano situazioni a rischio riescono a superare le avversità molto meglio di quelle che non hanno mai avuto grossi problemi. Quello che non uccide fortifica.