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 2014  settembre 28 Domenica calendario

“Scelgo di fare solo le cose che mi spaventano” L’attore in”Gone girl” di David Fincher: “Il rischio della vita è accontentarsi, nel lavoro e in amore

“Scelgo di fare solo le cose che mi spaventano” L’attore in”Gone girl” di David Fincher: “Il rischio della vita è accontentarsi, nel lavoro e in amore. Io accetto le sfide” Lorenzo Soria Quando Gone Girl è uscito nel 2012 è diventato subito un fenomeno. Undici settimane al vertice della classifica del New York Times, 40 ristampe, ha venduto sinora nel mondo sette milioni di copie. Ma oltre a generare l’ammirazione dei lettori, il bestseller di Gillian Flynn ha avuto anche quella del mondo letterario, perché è un thriller che tiene in sospeso con il classico interrogativo su «chi è stato» ma anche un crudele racconto sulla voracità, e la superficialità dei media contemporanei. E sull’istituzione del matrimonio, la vivisezione di una coppia che ci conduce in un oscuro gioco di bugie, proiezioni, inganni, segreti e sangue. L’amore bugiardo (è questo il titolo in italiano) è una storia complessa e appassionante, che sposta continuamente il punto di vista: a tradurla per il grande schermo ci ha pensato la stessa autrice, alla sua prima esperienza di sceneggiatrice. Il regista è invece David Fincher, autore di film adrenalinici come Seven, The Fight Club e The Social Network. «Alla base di tutto - spiega Fincher - c’è la società di oggi, profondamente cambiata dalla rete e dai social network. Una società in cui tutti noi possiamo fare l’editing alla nostra vita, abbellirla per gli altri e metterla in mostra: e dunque in cui tutti mentiamo di più». Il protagonista è Affleck nei panni del marito accusato della scomparsa della moglie (Rosamund Pike). «Ci sono registi che sanno tutto sul piano tecnico - commenta Ben Affleck - altri che sono bravi nelle relazioni umane. David è la rara combinazione di un autore con la testa di un ingegnere e il gusto di un artista». Perché questo film, Ben. Che cosa ci ha trovato? «Perché me lo ha chiesto Fincher e di lui mi fido totalmente. Voglio continuare a dirigere film e quando recito come attore voglio farlo con registi dai quali posso imparare. E poi è una storia che ti appassiona, che presenta tanti strati e sottostrati». èun atto pesante d’accusa contro i media, della cui voracità lei sa qualcosa nella sua vita personale... «Non sono mai arrivato ad avere così tanti camioncini della televisione fuori casa, ma conosco bene il gioco in cui prima ti adorano e poi ti buttano giù e ti cannibalizzano. Come Nick, il mio protagonista, anche io credevo di dover andare avanti per la mia strada e se non mi capivano pazienza. Ma come lui ho capito che questa è una posizione ingenua e che a volte ignorare quello che dicono di te non basta». E quando giravate il film e tornava a casa da Jennifer Garner, da sua moglie, che pensava? «Quando sei sposato a un certo punto la maschera salta e tra marito e moglie vengono fuori delle verità che non sempre sono piacevoli. Spesso uomini e donne vogliono cose diverse. Io sono stato fortunato, e non tutti lo sono. E al contrario del mio protagonista, ho una moglie adorabile che da quanto ne so io non è mai stata accusata di avere ucciso nessuno! Più passa il tempo e più ho ammirazione e rispetto per Jen. Per noi uomini è più facile, ma quando sei una moglie e una mamma che lavora sembra che qualunque cosa tu faccia, finisci per sbagliare» Passiamo a un altro suo progetto: tra un po’ la vedremo nei panni del nuovoBatman,una scelta che dopo avere vinto un Oscar e tutto quello che c’era da vincere come regista diArgocambierà la percezione di chi è Ben Affleck. «Intanto è un film che vedremo tra due anni. Perché ho detto di sì? Perché una delle cose che ho imparato con Argo è che voglio cercare sempre nuove sfide e prendere rischi. Se un progetto mi fa paura, diventa automaticamente una buona ragione per dire di sì. E poi, come ho detto prima, penso sempre per prima cosa al regista e anche Zac Snyder è uno da cui ho molto da imparare. Ha un talento visivo e una conoscenza tecnologica straordinari. E non conosco nessun altro con la sua energia». Lei ha 42 anni. Non ha più niente da provare, come attore e come regista. E’ un marito e un padre felice. Cosa la motiva? «Come ho detto, voglio continuare a dirigere e per farlo a imparare dai migliori. Oggi vivo un periodo felice, ma a volte vai su, a volte giù. E’ la natura del nostro business e ho imparato ad accettarlo e andare avanti e dare sempre il mio meglio. Col matrimonio è lo stesso. In una relazione devi investire, ogni giorno. Se no appassisce».