Michela Tamburrino, La Stampa 27/9/2014, 27 settembre 2014
IL NUOVO SIPARIO DEL REGIO
48 METRI DI VELLUTO D’AUTORE
Michela Tamburrino
Il profumo di un sipario che si apre sa di sogni e di mistero, svela la vita che per un piccolo lasso di tempo occuperà altre vite. Il sipario che muove l’aria è come Campanellino ricco di promesse. Il sipario è l’anima di un teatro e un teatro è il cuore di una città.
Sarà anche per questo che il gruppo Prada dovendo aprire un grande punto vendita nel centro di Torino, in piazza San Carlo, ha voluto rendere omaggio ai suoi abitanti donando un nuovo sipario al Teatro Regio. Un’iniziativa nata in collaborazione con il Fai nel solco di una tradizione che li vede collaborare fin dal 2010 e che oggi, nella triangolazione di suggestioni, fa sì che la città acquisisca un altro gioiello.
«Il progetto parte da lontano - ci informa Stefano Cantino, direttore comunicazione e marketing del Gruppo Prada - appunto da una collaborazione che data anni. Ci sembrava questo il modo giusto di comunicare ai torinesi l’arrivo di un marchio. E che cosa meglio di un regalo per stabilire un contatto amichevole?».
A raccogliere l’offerta, il sovrintendente Walter Vergnano che per l’occasione si è concesso una buona dose di orgoglio mai celato: «L’oggetto sipario ha mille significati, è la scoperta della scena, in termini estetici è bello e funzionale, rappresenta lo spirito di passione del luogo, oltre a essere un momento importante di regia. Siamo felici che Prada e il Fai consentano al Teatro Regio di avere un nuovo elemento scenografico, altamente tecnologico. Segno questo, del loro legame con l’arte e consentendo di aggiungere splendore a uno dei teatri di più antica tradizione».
In cifre: 48 metri di larghezza e 10 di altezza, 1450 chili di velluto, naturalmente rosso ma tendente al ciliegia per tendere a un recupero filologico sulle orme dell’architetto Mollino che lo progettò nel 1973 e che per quarant’anni si è mosso milioni di volte. Allora, si aprì per la prima volta sui Vespri siciliani, regia di Maria Callas e di Di Stefano, scene di Aligi Sassu.
Complicato bissare ma la festa ci sarà, assicurano, quando tra febbraio e marzo i lavori saranno ultimati e l’enorme drappo issato al suo posto. Intanto è partita la gara di appalto per le aziende use a questi lavori, tra le altre, le stesse che si sono occupate della Scala e de La Fenice di Venezia.
Sarà un bel momento - dice Maria Cattaneo Leonetti, presidente regionale del Fai Piemonte e Valle D’Aosta - abbiamo operato a questa triangolazione per consolidare il rapporto con Prada che ci ha fatto crescere nel territorio e con il Regio che generosamente spesso ospita i nostri soci. Siamo tre realtà diverse ma è stato molto facile lavorare insieme». Bellezza e cultura perché parlare di lussi potrebbe indurre in confusione, male interpretato come esclusività. «Non ci piacciono gli stereotipi, sono sempre riduttivi e poi il lusso è qualcosa di soggettivo - interviene Cantino all’unisono con Cattaneo e Vergnano -: funziona bene far bene le cose e il sipario ne sarà un ulteriore esempio».
In scena Da sinistra, Walter Vergnano, Maria Cattaneo Leonetti, Stefano Cantino