Guido Ruotolo, La Stampa 27/9/2014, 27 settembre 2014
Motivazioni in 15 giorni Ma il processo è destinato a finire in prescrizione La strategia difensiva dell’ex pm: scaricare Genchi La difesa nel processo di Luigi De Magistris lascia senza fiato
Motivazioni in 15 giorni Ma il processo è destinato a finire in prescrizione La strategia difensiva dell’ex pm: scaricare Genchi La difesa nel processo di Luigi De Magistris lascia senza fiato. Sarà stata solo una scelta processuale, ma che l’ex pm di Catanzaro ammetta di non aver esercitato alcun controllo sulla attività di un consulente è allarmante. Sin dall’incarico affidato al dottor Gioacchino Genchi: «Lo schema di incarico di consulenza mi fu sostanzialmente dato da lui che mi disse: “Questo è il tipo di incarico che in genere mi viene dato dai suoi colleghi di altre procure”». Appena due settimane e conosceremo le motivazioni (lampo) delle condanne di Luigi De Magistris e Gioacchino Genchi a 1 anno e 3 mesi per abuso d’ufficio. I giudici romani non hanno avuto dubbi, non hanno creduto nella innocenza del sindaco di Napoli, come il pm Felici che aveva chiesto la sua assoluzione. Questo è un processo probabilmente segnato, che potrebbe non arrivare a una sentenza definitiva. I fatti contestati risalgono all’aprile 2007 (è del marzo di quell’anno l’incarico di consulenza affidata a Genchi) e quindi potrebbe essere concreto il rischio prescrizione. Il 9 maggio scorso, al rush finale del dibattimento in aula, De Magistris ha provato a difendersi: «Il dottor Genchi mi inviava a mezzo mail all’indirizzo di posta elettronica la richiesta di acquisizione (di tabulati, ndr) che io firmavo. Questo era il modus procedendi con cui lavoravamo io e il dottor Genchi. L’individuazione delle utenze che mi venivano sottoposte era una scelta totalmente autonoma del dottor Genchi». Per essere più convincente, De Magistris nel corso dell’udienza preliminare, 28 aprile 2011, aveva letto la sua memoria difensiva: «Così come concordato col consulente nominato, ho via via accolto le proposte acquisitive che mi venivano inoltrate, sapendo perfettamente che la natura della consulenza presupponeva che tutta la prima fase fosse dedicata all’implementazione quantitativa dei materiali. Le richieste acquisitive erano del tutto sfornite di contenuti elaborativi. E non ho svolto alcun controllo critico, limitandomi, piuttosto, al recepimento dei suggerimenti e delle indicazioni che provenivano dal consulente». Avete presente la pesca con una rete a strascico? Prima o dopo qualche pesce cadrà nella rete. Torniamo all’interrogatorio in aula nel giugno scorso. Il pm Felici gli chiede se si fosse posto il dubbio che tra tutti i soggetti vi potessero essere dei parlamentari. Riconosce l’ex Torquemada di Catanzaro, oggi Masaniello di Napoli: «No, non mi sono posto il dubbio perché io non facevo l’analisi dei tabulati, avendo fiducia del dottor Genchi». Eppure, sia lui che Genchi avevano letto la rubrica telefonica che avevano sequestrato all’imprenditore Antonio Saladino. [gu. ruo.]