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 2014  settembre 26 Venerdì calendario

L’AUSTRALIA DEPORTA I RIFUGIATI IN CAMBOGIA (A PAGAMENTO)

Trentacinque milioni di dollari in quattro anni e la Cambogia si prenderà tutti i richiedenti asilo asiatici che sbarcano in Australia, e che al momento vengono ospitati in campi in Nauru e Papua-Nuova Guinea: sono questi i termini generali dell’accordo che è stato firmato ieri a Phnom Penh tra i due governi, anche se i particolari, come osserva polemicamente l’opposizione cambogiana, sono segreti. In Australia, Paese storicamente popolato da immigrati ma che da sempre ha il timore di essere sommerso da emigranti «gialli», contro l’accordo stanno manifestando soprattutto organizzazioni umanitarie. Ma in Cambogia, Paese che a sua volta al tempo del genocidio dei khmer rossi e della successiva invasione vietnamita riempì il mondo di profughi, le varie centinaia di dimostranti che si sono raccolti davanti all’ambasciata australiana protestavano perché contrari all’«invasione» di stranieri. «L’Australia è un Paese potente e ricco», dicevano. «Possibile che non possa accogliere 100.000 persone che vogliono vivere lì?». Ma da quando nel 2013 il liberale Tony Abbott è diventato primo ministro australiano la lotta all’immigrazione clandestina è diventata il suo cavallo da battaglia. «Stop the boats», è stato il suo slogan. Per dimostrare che non c’è sotto alcun sottinteso razzista a metà del mese Abbott ha trascorso una settimana governando da un accampamento aborigeno. Ma quasi tutti i 20.000 richiedenti asilo che sono sbarcati in Australia nel corso dell’anno, contro i 7300 del 2011-12 e i 18.000 del 2012-13, in attesa di una decisione sul loro futuro sono stati appunto subito risistemati in Nauru e Papua-Nuova Guinea, pure lì in base a specifici accordi. E lì stavano aspettando, proprio per il problema di dover rinviare coloro ai quali l’asilo fosse stato negato. L’accordo con la Cambogia ora firmato dal ministro dell’Immigrazione Scott Morrison e dal ministro dell’Interno cambogiano Sar Kheng serve appunto a sbloccare questa situazione, anche se il governo australiano assicura che comunque il trasferimento avverrà, entro la fine dell’anno, su base volontaria. «Solo coloro che hanno un genuino diritto all’asilo e che acconsentono saranno inviati in Cambogia», promette il governo. E i 35 milioni dovranno anche servire al governo cambogiano a creare le occasioni per un loro proficuo inserimento economico. L’obiettivo è di evitare di rimandare qualcuno in situazioni pericolose, salvaguardando però il principio secondo cui a nessuno che cerca di entrare in Australia senza rispettare le procedure di legge sarà consentito di restare nel Paese. Nel contempo, è stata presentata una legge in Parlamento al fine di reintrodurre temporaneamente i visti per altri richiedenti asilo detenuti che sono al momento tenuti in strutture nell’entroterra o a Christmas: l’isola appartenente all’Australia nell’Oceano Indiano che si è da tempo trasformata in una sorta di Pantelleria o Lampedusa degli Antipodi, per la quantità di iracheni, iraniani, afghani e srilankesi che ci arrivano via mare attraverso l’Indonesia. Anche lì, non senza lasciare un bel po’ di cadaveri nel tragitto.