Goffredo Pistelli, ItaliaOggi 26/9/2014, 26 settembre 2014
VERONA, UN CIMITERO DI 34 PIANI
Chissà se ItaliaNostra abbia già pronto l’appello, prima firma, che domande, Salvatore Settis. Chissà se a Milano, Vittorio Gregotti, il grande architetto dall’invettiva facile per qualsiasi manufatto che esageri in altezza (se non la fa lui) non sia pronto a rilasciare dure interviste. Chissà se, da qualche parte, siano già in circolazione i rendering che documentino l’impatto visivo del «mostro» sulla skyline veronese, purché si veda bene l’Arena sullo sfondo però. Il «mostro» è un palazzo di 34 piani che la società Cielo Infinito Srl vuol realizzare in un’area di oltre 72mila metri a Fondo Frugose, alle porte di Verona, «tra la Mattarana e lo stabilimento Aia» scrive il Corriere Veneto che ha dato ieri la notizia. Area comprata proprio nei giorni scorsi, cedente il Comune guidato dal leghista Flavio Tosi, per 11milioni.
Nel grattacielo, la società vuol realizzare un modernissimo camposanto. Proprio così, un vero cimitero verticale, altro che il Bosco, bellissimo grattacielo, realizzato da Stefano Boeri a Milano. E proprio nel capoluogo lombardo, spiega il quotidiano veneto, l’idea era stata presentata tre anni fa, ma poi le condizioni per farlo davvero si sono realizzate in riva all’Adige, dove il municipio stava cedendo appunto un’area ricevuta in lascito da un cittadino. Forse la Cielo Infinito, considerando le urla e gli strepiti che all’ombra della Madunina si pronunciavano all’epoca contro i grattacieli, che nella scala dell’indignazione venivano un gradino sotto la mala della Barona e del Giambellino, forse la Cielo Infinito, dicevamo, ha pensato che fosse il caso di far emigrare il proprio progetto. Non bagattelle ma, citiamo di nuovo il giornale veronese, «almeno 4mila ’camere dedicate’ per ospitare fino a 60mila salme, su di un’area di circa 25mila metri quadri di cui due terzi destinati a un grande giardino».
Secondo i progettisti, Pier Giulio Lanza (presidente di Icon Consulting Srl) e l’architetto Riccardo Manfrin, «il progressivo invecchiamento della popolazione, gli spazi disponibili sempre più ridotti, le nuove abitudini e gli attuali stili di vita, rendono necessarie nuove soluzioni per affrontare un tema delicato e importante come il culto dei defunti». E i mega-cimiteri, con le loro estensioni enormi, chi sia stato al Verano di Roma, o al camposanto di Trespiano a Firenze ne sa qualcosa, possono essere di fatto di difficile accesso per gli anziani visitatori. Lanza e Manfrin, invece, puntano a «una struttura moderna, semplice e snella nella sua organizzazione a torre, in cui la verticalizzazione sembra incarnare l’idea dell’ascesa verso il cielo e nello stesso tempo costituirebbe la risoluzione al problema della qualità e quantità delle superfici disponibili». E non è escluso che, dall’originaria ipotesi dei 34 piani, la struttura possa crescere ancora di più in altezza.
Roba che un bel comitato contro, lo solleciterà certo. Non tanto, si spera, per l’impatto ambientale di tanti poveri resti concentrati, quanto per lo sfregio che la struttura provocherà al paesaggio. Una storia che forse potrebbe riecheggiare quella di Porto Marghera (Venezia), dove han fatto la guerra allo stilista Pierre Cardin e al suo progetto di torri in cemento-vetro, il Palais Lumière, 250 metri, perché inquinava visivamente la veduta di Venezia. Si arrivò persino a un appello a Giorgio Napolitano (Settis, Gregotti e Dario Fo, tra gli altri), parlando di attentato alla Costituzione che, com’è noto, tutela il paesaggio. Il grande sarto se la dette a gambe levate, portando altrove il suo pluri-miliardario investimento.
Oppure potrebbe scatenarsi a Verona, quello che è successo a Casale sul Sile (Treviso), dove Ikea da anni vorrebbe realizzare un centro commerciale da 1.500 posti (di lavoro, eh, non auto), osteggiata da un variegato fronte politico, dalla Lega a Sel, anche perché divorerebbe vari ettari di campo.
O ancora, l’elettrodotto Dolo-Comin di Terna, contro cui si è sollevata un vastissimo fronte di comitati e sindaci che, oltre alla bandiera della lotta all’elettromagnetismo, hanno sventolato quella del massacro paesaggistico e il nocumento alle famose ville del Brenta.
Last but not least: c’è di mezzo Tosi, sindaco amato-odiato. Odiato in genere dagli avversari politici che asfalta elettoralmente. E infatti la reazione del Pd locale, quello che s’era indignato perché il sottosegretario renziano Luca Lotti aveva dato al sindaco e non al partito la notizia dello sblocco di un fondo statale per gli autobus Verona, è subito scattato all’attacco.
Secondo Michele Bertucco, il candidato sindaco democrat sconfitto da Tosi alle comunali del maggio 2012, 76.904 voti contro 30.493, il «Fondo Frugose è la vergogna di questa amministrazione». Motivo? Sarà l’acquirente dell’area a decidere cosa realizzarci e, scagliandosi con l’assessore all’urbanistica, Stefano Vallani, gli ha chiesto pubblicamente: «È questo il suo modello di urbanistica partecipata?».
Non è nota la reazione dell’assessore ma certo immaginiamo Tosi fare spallucce e ridacchiare col suo ghigno solito, mentre gli uffici comunali fanno sapere che, la precedente asta per quell’area, aveva registrato un’offerta di 750mila euro e dunque Palazzo Barbieri, sede della municipalità, accarezza 10,25 milioni di maggior ricavo. Neppure una sparata a zero di Adriano Celentano, che trasformasse il suo celebre inno ecologista, Un albero di 30 piani, in Un camposanto di 30 piani, potrebbe fermare il cimitero di Tosi. E pazienza per l’urbanistica partecipata.
Goffredo Pistelli, ItaliaOggi 26/9/2014