Gianandrea Gaiani, Libero 26/9/2014, 26 settembre 2014
ATTACCHI ALLE METROPOLITANE DI NEW YORK E PARIGI
Attacchi alle metropolitane di New York e Parigi: secondo il premier iracheno Haider al Abadi gli 007 di Baghdad avrebbero scoperto un piano dell’Isis contro i due Paesi in prima linea nei bombardamenti anti-jihad. La Casa Bianca ha preso atto dell’annuncio ma dice di non avere altri indizi sulla loro validità. Comunque il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, ha dichiarato che il livello d’allarme a Manhattan era già stato elevato da giorni. Lo stesso a Parigi. Ancora più freddo il portavoce dell’ente metropolitana di Washigton il quale ha affermato che nessuna minaccia specifica o credibile di un attentato è stata fatta al sistema di trasporti. Che l’allarme sia vero o solo un modo di al Abadi per tenere alta l’attenzione dei Paesi amici, resta il fatto che le incursioni aeree della Coalizione continuano con un ritmo blando sulla Siria e sull’Iraq. Gli ultimi report riferiscono di 16 attacchi (10 effettuati da jet sauditi ed emiratini) concentrati sulle raffinerie e i pozzi petroliferi del Califfato nella provincia di Deir Ezzor e contro veicoli e postazioni jihadiste a ovest di Baghdad e a sud-est del capoluogo curdo di Erbil. Dall’8 agosto scorso le forze aeree statunitensi e alleate hanno effettuate circa 200 incursioni in Iraq e appena 25 in Siria (numeri che in conflitti precedenti quali quello del Kosovo del 1999 o dell’Iraq nel 2003 venivano registrati in un solo giorno di operazioni belliche) a conferma di come le forze del Califfato siano sfuggenti e riescano a occultare molti obiettivi attaccabili dalla Coalizione. Secondo le valutazioni del Pentagono in Iraq sono stati distrutti finora 57 postazioni, 150 veicoli armati e trasporto truppe ruotati e 12 carri armati e cingolati. Le perdite tra i miliziani sono stimate in alcune centinaia di uomini mentre in tre giorni di raid in Siria, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus),vicino ai ribelli e con sede a Londra, le bombe della Coalizione hanno ucciso 130 miliziani ferendone altri 300 tra uomini del Califfato e qaedisti del Fronte al-Nusra. Risultati non certo esaltanti che per ora non sembrano influire in modo rilevante sull’andamento del conflitto anche a causa dell’assenza di forze terrestri efficaci in grado di sfruttare appieno i vantaggi offerti dall’appoggio aereo. In Iraq i curdi hanno riconquistato alcuni villaggi cristiani e turcomanni tra Erbil, Mosul e Kirkuk ma nella provincia occidentale di al-Anbar le truppe irachene continuano a subire umilianti rovesci con interi reparti che fuggono terrorizzati davanti ai guerrieri del Califfo mentre a Tikrit hanno già fallito tre offensive tese a riconquistare la città. Proprio qui ieri i jihadisti avrebbero fatto saltare in aria un santuario musulmano e minato una chiesa antichissima. La moschea Al-Arbaïn, nota per essere il luogo di sepoltura di 40 martiri dell’islam, fra cui i compagni del profeta Maometto, è stata fatta esplodere perché il Califfato considera eretica la venerazione dei martiri e dei luoghi di sepoltura. I jihadisti hanno fatto esplodere anche la Chiese Verde, una costruzione cristiana risalente al VII secolo. Nei territori curdi siriani lungo la frontiera turca l’offensiva del Califfato sembra aver subito una battuta d’arresto intorno ad Ain al-Arab: oltre 60 villaggi curdi sono stati occupati nei giorni scorsi mettendo in fuga verso la Turchia decine di migliaia di civili. Negli scontri intono alla città sono morti ieri 16 combattenti jihadisti e 20 curdi secondo l’Ondus. Nei prossimi giorni raggiungeranno la coalizione 12 cacciabombardieri F-16 olandesi e belgi e forse anche i Tornado britannici se oggi il Parlamento di Londra darà il via libera.