Il Sole 24 Ore 26/9/2014, 26 settembre 2014
LA ZANZARA, LA PRIVACY E IL PRIMATO DELLA NOTIZIA
Il diritto alla privacy è un diritto primario e nessuno più di noi sa quanto vale la dignità delle persone e quanto rispetto meriti quella dignità. Sappiamo altrettanto bene, guai a dimenticarselo, che la notizia deve superare sempre ogni delicatezza, il racconto dei fatti viene sempre prima di tutto. Ci è toccato, ieri, di apprendere in modo singolare prima dalle agenzie di stampa e poi dalla posta certificata del Garante per la Privacy che lo scherzo telefonico de la Zanzara di Radio 24 a Fabrizio Barca (rivelava a un finto Vendola le pressioni dell’ingegnere, Carlo De Benedetti, per accettare un incarico ministeriale nel governo Renzi) è ritenuto un illecito. L’oggetto della comunicazione del Garante recita testualmente: «Provvedimento di divieto nei confronti di Radio 24». La notizia, contenuta nella conversazione telefonica, è giudicata frutto di un raggiro ignorando una lunga tradizione di scherzi radiofonici, ma nulla (proprio nulla) può scalfire la rilevanza pubblica di quella notizia e l’interesse primario a informarne i radioascoltatori. Il caso ha voluto che la comunicazione del Garante avvenisse proprio nel giorno in cui la Zanzara aveva previsto di mandare in onda un altro scherzo radiofonico di un finto Zoff a Silvio Berlusconi. Radio 24 ha deciso di sospendere la messa in onda della conversazione, in ossequio a un provvedimento del Garante che impugnerà, e ha chiesto in diretta l’assenso di Silvio Berlusconi. Che è arrivato a stretto giro nonostante il richiamo dell’authority. Onore per una volta al Cavaliere che certo non ha gradito lo scherzo, ma ha dimostrato, in questo caso sul campo, di comportarsi da liberale. Dai bavagli l’informazione non ci ha mai guadagnato e il primato della notizia non può essere sacrificato (mai) sull’altare di qualsiasi convenienza.