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 2014  settembre 26 Venerdì calendario

CSM, IL COLLE SFERZA LE TOGHE POLITICIZZATE


IL CASO
ROMA No alle toghe politicizzate e ad un Csm «assemblaggio di correnti», sì ad una riforma della giustizia «non più rinviabile». E’ un intervento lungo e articolato quello che Giorgio Napolitano rivolge al palazzo del Quirinale ai membri uscenti e a quelli appena insediati dell’organo di autogoverno della magistratura, avendo accanto i presidenti di Camera e Senato. Il capo dello Stato non fa sconti a nessuno ed è molto chiaro nel sottolineare l’urgenza di riformare una macchina giudiziaria «lenta e caotica, il cui funzionamento è largamente insoddisfacente». Un riforma non più procrastinabile - spiega Napolitano - perché di certezze e garanzie ha bisogno lo sviluppo dell’attività economica e dell’occupazione, lo sviluppo di iniziative e progetti d’investimento da parte di operatori pubblici e privati, italiani e stranieri. Insomma, una riforma diventata un «nodo essenziale» per ridare dinamismo e competitività all’economia italiana». Ma non solo.
OMAGGIO A VIETTI

Ovviamente l’analisi di Napolitano che - come è noto - presiede anche il Csm non si ferma qui. Egli rende omaggio all’attività svolta dal suo «vice» Vietti ed auspica che nella scelta del nuovo vicepresidente vi sia «piena libertà ed autonomia». Ma non manca di sferzare e di bacchettare duramente il Csm sottolineando come esso, nella sua componente togata, non è un assemblaggio di correnti con «estenuanti, impropri negoziati alla ricerca di compromessi e malsani bilanciamenti», bensì un tutto unitario. «Non prevalgano logiche spartitorie che provocano sfiducia e delegittimazione» ammonisce Napolitano riferendosi alla scelta di capi degli uffici giudiziari nei quali le donne «sono ancora un’esigua minoranza». Insomma, serve una «più netta presa di distanza dalle appartenenze che rischiano di viziare di pregiudizialità le valutazioni». Quindi il capo dello Stato ripercorre le scelte e le decisioni che portarono, in sede di Assemblea costituente, alla nascita dell’attuale Csm. E non manca di sottolineare (forse con uno sguardo all’attuale dibattito politico nel Pd) che allora si decideva «anche con uno stretto margine di maggioranza, nel presupposto che ciò non avrebbe comportato rotture fatali». Da ieri all’oggi, l’invito di Napolitano, rivolto sia membri togati che a quelli laici del Csm, è di reagire «condizionamenti di ogni tipo» e di non cedere di fatto a pregiudizi inconcepibili, come appunto il pregiudizio di genere.
In tale contesto - spiega ancora Napolitano - va valutata anche l’attività disciplinare nei confronti delle toghe che non risponde a intenti punitivi, ma «all’esigenza di trasmettere ai cittadini la sicurezza che il magistrato è assoggettato ad uno scrupoloso vaglio interno dell’attività esercitata, in un sistema in grado di rimuovere eventuali deviazioni». Né manca un richiamo al ruolo del Csm e al suo apporto al processo legislativo con proposte (ispirate a senso del limite). Insomma, l’appello ai membri del Consiglio è di rendere un servizio «alto» alla collettività, non rendendosi «acritici interpretidi posizioni di gruppi politici o di singoli esponenti politici, di gruppi dell’associazionismo giudiziario o di singoli magistrati anche solo per ragioni di appartenenza o di debito elettorale».