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 2014  settembre 26 Venerdì calendario

“GIUSTIZIA CAOTICA ORA STOP ALLE CASTE” IL QUIRINALE CHIEDE LA RIFORMA

ROMA.
La magistratura non sia «una casta chiusa», il Csm deve avere un ruolo «alto». E la riforma della giustizia «non è più rinviabile». bisogna mettere mano ad una «macchina giudiziaria lenta e caotica». Giorgio Napolitano “officia” al Quirinale il passaggio delle consegne fra Consiglio superiore della magistratura uscente ed entrante, fa un bilancio di quattro anni difficili e al tempo stesso traccia il “vademecum” per il nuovo plenum, finalmente al completo dopo il lungo stallo in Parlamento. La prima riunione, per eleggere il vicepresidente al posto di Michele Vietti, è convocata martedì a Palazzo dei Marescialli. Nel Salone degli Specchi del Colle, con a fianco i presidenti Grasso e Boldrini, il capo dello Stato però ammonisce subito: basta con il correntismo. L’organo di autogoverno della magistratura, nella sua componente togata «non è un assemblaggio di correnti». Per cui sono dannosi «gli estenuanti, impropri negoziati nella ricerca di compromessi e malsani bilanciamenti» fra le componenti. Piuttosto Napolitano a tutti i consiglieri, togati e laici, chiede di reagire ad ogni condizionamento, a cominciare dal pregiudizio di genere: largo alle donne allora, quelle che occupano ruoli di vertice «sono ancora una esigua minoranza» mentre al contrario è molto cresciuta «la partecipazione femminile al rinnovamento della magistratura». Quasi un viatico per una vicepresidenza “al femminile”.
Il Csm è un servizio da rendere alla collettività, il contrario di un modello che invece è «il rendersi acritici interpreti di posizioni di gruppi politici o di singoli esponenti politici, nonché di gruppi dell’associazionismo giudiziario o di singoli magistrati anche solo per ragioni di appartenenza o di “debito” elettorale». Il primo problema che il nuovo Csm si ritroverà sul tavolo è il persistente blocco nelle nomine in molti uffici giudiziari, incarichi da affidare avverte Napolitano sulla base di «accertate professionalità» e «senza dare all’opinione pubblica l’impressione di logiche spartitorie». Il cuore però resta la riforma della giustizia che non può tardare oltre. Napolitano è «certo» che anche il nuovo Csm «non mancherà di fornire preziose valutazioni, osservazioni e proposte in merito ai provvedimenti di riforma, da poco approvati dal governo e portati all’esame del Parlamento». In questo delicato passaggio il capo dello Stato pone le speranze di «restituire efficienza, efficacia ed economicità ad una macchina giudiziaria lenta e caotica, il cui funzionamento è largamente insoddisfacente».
E non è solo un problema di riforma della giustizia in senso stretto. Perché il corretto e spedito funzionamento del sistema giudiziario «appaiono vitali al fine di dare le certezze e le garanzie di cui ha indispensabile bisogno lo sviluppo dell’attività economica e dell’occupazione». Insomma, anche dall’efficienza e dalla trasparenza della macchina del tribunali passa «lo sviluppo di iniziative e progetti d’investimento da parte di operatori pubblici e privati, italiani e stranieri». E questo, conclude Giorgio Napolitano, «è ormai un nodo essenziale da sciogliere per ridare dinamismo e competitività all’economia italiana».
Umberto Rosso, la Repubblica 26/9/2014