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 2014  settembre 25 Giovedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - PEDOFILIA. IL PAPA RIMUOVE UN ALTRO PRELATO


CITTA’ DEL VATICANO - Nuova mossa del Papa contro la pedofilia nella chiesa. Dopo l’arresto dell’arcivescovo polacco Jozef Wesolowsk, Francesco ha disposto lo spostamento dalla diocesi di Ciudad del Este in Paraguay di monsignor Rogelio Ricardo Livieres Plano, nominando al suo posto come "amministratore apostolico" monsignor Ricardo Jorge Valenzuela Rios. Livieres è accusato di malversazione e copertura di abusi sessuali di preti della sua diocesi. "La gravosa decisione della Santa Sede - si legge nel Bollettino ufficiale - ponderata da serie ragioni pastorali, è ispirata al bene maggiore dell’unità della Chiesa".
A Livieres, contestato dai fedeli e dai confratelli vescovi più o meno dal suo arrivo in diocesi nel 2004, vengono attribuiti, tra l’altro, una strana conduzione del seminario, rapporti personali conflittuali con i fedeli e con gli altri vescovi e aver dilapidato il patrimonio immobiliare della sua diocesi.
ARCHIVIO: Il Papa: "Come Gesù userò il bastone contro i preti pedofili" di Eugenio Scalfari
La diocesi sudamericana in questione era da anni investita dalle polemiche per la presenza di un prelato argentino, Carlos Urrutigoity, accusato nel 2002 di abusi sessuali, quando operava negli Stati Uniti. Il prete era stato trasferito prima in Canada e da nove anni operava invece in Paraguay, dove era diventato vicario generale della diocesi. Il suo alto ruolo aveva causato parecchie polemiche e liti pubbliche tra i vescovi del Paese. Per questo Papa Francesco aveva inviato in visita apostolica il cardinal Santos Abril y Castello, arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore, e monsignor Milton Luis Troccoli Cebelio, vescovo ausiliare di Montevideo, per "offrire assistenza per il bene di quella Chiesa particolare". Dopo la visita, Urrutigoity era stato rimosso dall’incarico di vicario generale del vescovo.
Livieres Plano, il vescovo rimosso per avere coperto abusi sessuali
Il Pontefice invita l’intera chiesa del Paraguay a "un serio processo di riconciliazione e superamento di qualsiasi faziosità e discordia" perché "non sia ferito il volto dell’unica chiesa acquistata con il sangue del suo proprio Figlio" e affinché "il gregge di Cristo non sia privato della gioia del Vangelo".

PEZZO DI REPUBBLICA DI IERI
CITTA’ DEL VATICANO - La decisione di Papa Francesco di arrestare l’arcivescovo polacco Jozef Wesolowski sul territorio vaticano non ha precedenti. L’ex nunzio apostolico, ai domiciliari da ieri per abusi su minori e possesso di materiale pedopornografico, sarà processato in base alle norme in vigore prima della riforma penale del 2013, e rischia una pena tra i 6 e i 7 anni di carcere. Più eventuali aggravanti. Francesco aveva promesso rigore e tolleranza zero e la decisione vale anche dal punto di vista giudiziario. I vescovi sono tutti col Papa. Il mondo sta guardando la chiesa reagire. La Commissione dell’Onu per i diritti del bambino, che nelle settimane scorse era intervenuta sul caso (VIDEO), ora comunica ufficialmente di "apprezzare enormente i passi presi dal Vaticano".
Wesolowski, 66 anni, si trova da ieri nel Palazzo del Tribunale vaticano, all’interno delle Mura Leonine, è difeso da un avvocato d’ufficio e la procedura istruttoria "richiederà alcuni mesi prima dell’inizio del processo", che potrebbe aprirsi negli "ultimi mesi di quest’anno" o "i primi del prossimo anno", ha spiegato padre Lombardi. "Il promotore di giustizia del Tribunale d’Oltretevere, Gian Piero Milano, compiute le indagini ulteriori che riterrà necessarie e gli interrogatori opportuni dell’imputato assistito dal suo avvocato, potrà formulare al Tribunale la richiesta di rinvio a giudizio. Qualora questa sia accettata inizierà il processo", ha detto il portavoce della Santa Sede.
Pericolo di fuga. L’arresto dell’ex nunzio apostolico a Santo Domingo, è stato deciso per impedire al prelato di sottrarsi alla giustizia allontanandosi o inquinando le prove". L’iter che lo attende era infatti già tracciato: alla pena canonica della riduzione allo stato laicale (che diverrà operativa dopo il secondo grado) non si aggiungerà solo la condanna penale dei giudici del piccolo Stato, ma anche l’estradizione ai paesi che la richiederanno formalmente (Santo Domingo e Polonia, e forse anche altri dove ha prestato servizio, la sua carriera si è svolta infatti in Africa meridionale, Costa Rica, Giappone, Svizzera, India e Danimarca, come consigliere di nunziatura, e in Bolivia Kazakhstan, Tagikistan, Kirghizistan e Uzbekistan, dove è stato nunzio apostolico, e potrebbero esservi altre inchieste giudiziarie in corso a suo carico).
Pedofilia, storico arresto in Vaticano: in manette l’ex arcivescovo Jozef Wesolowsky
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Cei, la Santa Sede non farà sconti. "L’avvertimento è chiaro. La giustizia della Santa Sede interverrà senza sconti a chicchessia. Poi vi sarà probabilmente l’azione penale di altri Stati". E’ quanto scrive la Sir, l’agenzia dei servizi di informazione religiosa della Cei. I vescovi italiani sono compatti, e sposano la linea dura di Francesco. "Il Papa della misericordia - sottolineano nell’editoriale del Sir - non vuole che la malattia devasti tutto il corpo. Ha usato il bisturi perché gli abusi sono ’un culto sacrilego’ che lascia cicatrici per tutta la vita, una ’terribile oscurità". Per l’agenzia dei vescovi italiani "ora la Chiesa ha tutti gli strumenti per vigilare, prevenire e pure colpire, senza se e senza ma". Ricordando che Papa Francesco aveva detto che la pedofilia è come la lebbra, il Sir scrive che "la lebbra si cura anche con il bisturi". Occorre dire un "mai più" ad un male "subdolo, prepotente e travolgente, forse sostenuto da qualche lobby", anche invocando la forza che viene dall’Alto. E’ necessario infatti evitare - conclude il Sir - che "lo scandalo provocato non ferisca talmente alcuni credenti da rifiutare Dio e allontanarsi dalla Chiesa e dallo stesso Vangelo".
ARCHIVIO Preti pedofili
Pedofilia, a ex Sant’Uffizio 600 denunce ogni anno. Il picco delle denunce di abusi ricevuti dalla Congregazione per la dottrina della fede, l’ex Sant’Uffizio, è stato nel 2004, con 800 denunce, mentre negli ultimi tre anni ci si è attestati sui 600 casi all’anno, che in maggioranza riguardano abusi commessi dal 1965 al 1985, come ha spiegato don Robert Oliver, da meno di un anno promotore di giustizia della Congregazione. Lo scandalo pedofilia ha pesato anche sull’ultimo conclave: oltre al caso del porporato scozzese O’Brien, che non ha partecipato all’elezione di Bergoglio dopo le rivelazioni su suoi approcci sessuali nei confronti di seminaristi, lo Snap, la rete americana dei sopravvissuti agli abusi dei preti, aveva stilato una lista di 12 cardinali da non eleggere "per rispetto alle vittime di abusi sessuali, soprattutto bambini, da parte di esponenti del clero, per le omissioni che hanno fatto nel denunciare i responsabili e per le giustificazioni che hanno dato nonostante le prove documentate". Ora tutta la vicenda pedofilia passerà al vaglio della commissione voluta da Bergoglio, creata con lo scopo primario della protezione dei minori. Ma il principio da seguire l’ha indicato con chiarezza Papa Francesco: "tolleranza zero".
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Famiglia Cristiana, svolta storica? Papa Francesco ha dato un "segnale fortissimo", scrive Famiglia Cristiana in apertura del sito lanciando un sondaggio tra i lettori: "La Chiesa contro la pedofilia: con l’arresto in Vaticano siamo a un svolta storica?". "Il Papa ha seguito in prima persona - scrive il giornale dei Paolini - tutta la vicenda, sempre più impressionato dai racconti delle violenze". Ma non si è fermato al risvolto religioso e quindi canonico della questione, Francesco ha chiesto che con rigore ci si occupasse anche del risvolto penale visto che le nuove norme prevedono il reato anche nella legislazione vaticana e si può procedere senza querela di parte, cioè in modo automatico a differenza di quanto avviene per esempio in Italia. Ecco la ragione dell’arresto".

ILMESSAGGERO.IT DEL 22 MARZO 2014
Il Papa, in nome della "tolleranza zero" contro la pedofilia, ha istituito la Commissione Pontificia per la Tutela dei Minori. La commissione, informa il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, è costituita da quattro donne e quattro uomini. Nel gruppo in maggioranza di europei c’è anche una vittima di violenze: si tratta di Marie Collins, irlandese. Gli otto costituiscono l’impalcatura della struttura che nel tempo si arricchirà di altri componenti.
Nella Commissione che dovrà tutelare i minori dalla pedofilia c’è anche il cardinale Sean Patrick Ò Malley, il francescano che aveva annunciato lo scorso dicembre la nascita di una commissione antipedofili ad hoc. Nel gruppo, la francese Catherine Bonnet, Maria Collins, di origini irlandesi, vittima di violenza. Dal Regno Unito, la prof. Sheila Hollins. Della commissione farà parte anche un giurista italiano, Claudio Papale, docente diritto canonico alla Urbaniana; l’ex ambasciatrice polacca Hanna Suchocka, il gesuita argentino Humberto Miguel Yanez e il decano della facoltà Gregoriana, il tedesco Hans Zollner.
La Commissione contribuirà «alla missione del Papa di rispondere alla sacra responsabilità di assicurare la sicurezza ai giovani. Questo gruppo iniziale - ha spiegato Lombardi - verrà successivamente integrato da altri membri scelti nelle varie aree geografiche del mondo». Al momento il gruppo degli otto, che costituisce l’impalcatura della struttura, è in maggioranza rappresentato da europei «per agevolare gli incontri», ha spiegato il portavoce vaticano.
«Nella certezza che la Chiesa deve svolgere un ruolo cruciale in questo campo, e guardando al futuro senza dimenticare il passato, la Commissione - osserva ancora Lombardi - adotterà un approccio molteplice per promuovere la protezione dei minori, che comprenderà l’educazione per prevenire lo sfruttamento dei bambini, le procedure penali contro le offese ai minori, doveri e responsabilità civili e canoniche, lo sviluppo delle ’migliori pratichè che si sono individuate e sviluppate nella società nel suo insieme».
Il gruppo composto da quattro donne e quattro uomini della neonata Commissione antipedofilia «è ora chiamato a lavorare speditamente per collaborare in differenti compiti, fra cui: elaborare la struttura finale della Commissione, precisandone scopo e responsabilità e proponendo i nomi di ulteriori candidati, in particolare da altri continenti e paesi, che possono essere chiamati al servizio della Commissione», spiega ancora padre Federico Lombardi.
«Papa Francesco ha deciso di formare una Commissione per la tutela dei minori continuando l’impegno dei suoi predecessori» e con questo nuovo atto «mette in chiaro che la Chiesa deve tenere alta la protezione dei minori fra le sue priorità più alte e per promuovere l’iniziativa in questo campo oggi il Papa ha indicato i nomi di diverse personalità che possono essere altamente qualificate e note per il loro impegno su questo tema».
Il monito ai media Basta con la bugia, la menzogna e la diffamazione. Papa Francesco riceve i membri dell’Associazione Corallo, network di emittenti di ispirazione cattolica presenti in tutte le regioni italiane ed esprime tutta la sua preoccupazione per un certo tipo di informazione sensazionalistica. «I media - ha detto Bergoglio in un discorso tutto a braccio - i più grossi, sono quelli che vanno sulla strada della bugia, della menzogna».
Papa Francesco indica i tre peccati di cui ci si può macchiare, facendo cattiva informazione: «disinformazione, calunnia, diffamazione sono peccati mortali. Ma la disinformazione è anche peggiore, è dire la metà delle cose, quelle più convenienti per me».
Sabato 22 Marzo 2014, 14:36 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 16:42
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