Mario Giordano, Libero 25/9/2014, 25 settembre 2014
IL PROFUGO CON SMARTPHONE E LA GRANDE INVASIONE [2
pezzi] –
Caro Giordano, ho letto la rubrica dell’altro giorno, quella in cui rispondeva al lettore che evidenziava l’uso di telefonini costosi da parte degli extraeuropei accolti ingiustificatamente (esclusa l’infima minoranza meritevole di veri profughi di guerra) da “mare nostrum”. Mi permetto tre osservazioni: 1) se ognuno ha speso molte migliaia di euro per giungere qui, che problema avrebbe a spenderne poche centinaia per uno smartphone?; 2) un somalo stava per essere linciato da quei sedicenti affamati, perché riconosciuto come tra chi li aveva sequestrati nel Sahara e rilasciati solo in cambio di molto denaro (anche 12.000 euro); 3) nessuno del miliardo di persone che soffre la fame vivendo con meno di 1 dollaro al giorno potrebbe permettersi di pagarsi l’arrivo in Italia e nemmeno i 50.000 senzatetto/senzatutto d’Italia, o il milione che vive in famiglie a reddito zero. Ma per questi ultimi, appartenenti all’inferiore razza italica non ci sono risorse. Queste criminali ingiustizie hanno fatto suicidare migliaia di italiani, serve una rivolta violenta delle vittime per far vedere questa semplice realtà a politici ed “intellettuali”? Angelo Rosa – Mantova
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Ritorno sull’argomento perché ho ricevuto diverse lettere al riguardo. Fra l’altro, anche una del medesimo Angelo Trotta, lettore-autore della denuncia sugli immigrati con telefonino al seguito. Quest’ultimo mi ha precisato che la notizia l’aveva letta sulla stampa locale (Cronache del Salernitano, La Città). Non la metto in dubbio, naturalmente. E forse con l’aiuto del signor Rosa ho capito quello che lei voleva dire. E cioè che quest’invasione non è una fuga di disperati senza nulla ma un piano scientifico di invasione e distruzione del nostro Paese organizzato con precisione e generosità di mezzi. Se è così, sono perfettamente d’accordo con voi: continuo a pensare che tale organizzazione non distribuisca davvero smartphone di ultima generazione agli immigrati e resto convinto (caro signor Rosa) che tale organizzazione si serva più di poveracci che di benestanti, perché i poveracci sono disposti a tutto, anche a salire su barcacce improponibili pagando il viaggio a caro prezzo (e spesso anche con la vita). Ma non c’è dubbio che quella che stiamo vivendo non è un’emergenza, ma un’aggressione. Di fronte alla quale, con Mare Nostrum, abbiamo dichiarato una resa totale: uno Stato incapace di difendere i suoi confini, in effetti, è uno Stato incapace di difendere i suoi cittadini. E non si capisce la ragione per cui allora continui ad esistere e a riscuotere le tasse.
GLI IMMIGRATI SENZA NIENTE CHE INVADONO L’ITALIA [23-9-2014] –
Carissimo Giordano, Salerno è diventata porto di sbarco di cosiddetti immigrati che, in tre mesi, assommano a 5.000 unità. Gli sbarchi avvengono da navi della marina militare che si prodigano anche di prelevarli dai barconi in mare aperto. La cittadinanza e gli operatori dell’accoglienza si sono stupiti che, appena sbarcate, moltissime persone che avevano traversato il mare, si sono fatte selfie con sfondo della costiera amalfitana. Tutti si sono chiesti dove questi cosiddetti poveri cristi avessero preso tanti smartphone di ultima generazione. Non è bene, secondo lei, che ne venga informato colui che ricopre l’incarico di ministro degli Interni di questo Paese, in modo che si ponga le stesse domande? Angelo Trotta
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Ma che vuol dire, caro Trotta? Che gli immigrati che sbarcano in Italia sono ricchi? Che non sono affatto disperati? Magari. Magari avessero lo smartphone e pure il tablet, magari avessero il portafoglio pieno di soldi e, anziché sotto i ponti, andassero a dormire all’Hotel Excelsior. In quel caso, anziché essere «un’emergenza», visto il numero, sarebbero una risorsa capace di rilanciare la nostra economia. Magari, anziché andare a far gruppo con criminalità e spacciatori, andassero a far gruppo con i turisti che si fanno fotografie sulla costiera amalfitana o sotto la torre di Pisa. Non so dove abbia visto la notizia, ma così come la riporta rischia di dare un’immagine sbagliata della questione. Certo, ci sono gli scafisti, che spesso si nascondono in mezzo alla folla, e che davvero sono dotati dei dispositivi più moderni e hanno le tasche gonfie di soldi (fra l’altro il Consiglio europeo ci ha appena bacchettato perché per migliaia che ne sono stati catturati solo 23 sono stati condannati. Che sia Bruxelles a dirlo un po’ m’infastidisce, ma stavolta come dargli torto?). Ma la maggioranza di coloro che arrivano nel nostro Paese davvero non hanno nulla. E questo è il problema. Perché così, senza nulla, vengono dispersi in tutto il territorio nazionale, distribuiti nei paesi, caricati su treno verso destinazioni a caso… Così, senza nulla, li troviamo dormire nei giardinetti pubblici, nei parcheggi dei supermercati o alla stazione di Milano, come quei bambini le cui foto sono state pubblicate su tutti i giornali, a maggior gloria dell’incapacità del sindaco Pisapia. Così senza nulla, spesso anche senza voglia di lavorare per altro, invadono le nostre città. E su questo vorrei si interrogasse il ministro dell’Interno, ancor prima di informarsi se dalle imbarcazioni scende qualcuno con Blackbarry o iPhone.