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 2014  settembre 25 Giovedì calendario

TUTTE LE SCATOLE CINESI DEL RAGIONIER TAVECCHIO

Ormai è chiaro: Carlo Tavecchio ama gli immobili. Dopo gli acquisti spericolati che il Fatto Quotidiano ha raccontato in questi giorni – tre appartamenti di varie dimensioni in centro a Roma, con una sola costante: tutti pagati a prezzi incomprensibilmente alti – il nuovo presidente della Figc qualche mese fa si è creato anche una nuova società ad hoc per gestire il patrimonio accumulato.
Si chiama Lnd Immobili srl. È stata costituita il 9 luglio 2014 (giorno della seconda semifinale dei Mondiali brasiliani, quelli del disastro della Nazionale azzurra). Socio unico: la Lega Nazionale Dilettanti. Amministratore unico: Carlo Tavecchio. Per statuto, dovrà occuparsi di “acquisto, rivendita e permuta di unità immobiliari di qualsiasi tipologia, nonché di terreni sia edificabili che agricoli”. Avrà il compito, insomma, di amministrare il tesoro immobiliare del calcio dilettanti. Quello delle varie sedi regionali, ora disperso. Ma anche, magari, quello messo insieme da Tavecchio in questi anni alla guida dell’altra cassaforte della sua ex lega: la Lnd servizi. In sostanza, appena un mese prima della sua elezione alla guida della Federcalcio, il Tav siglava la nascita di una nuova società riconducibile alla Lega Dilettanti, proprio mentre si apprestava a lasciarne il controllo dopo 15 anni , per scalare la montagna della Federcalcio. Quindi Tavecchio, oltre alla presidenza della Figc, oggi ha contemporaneamente le mani sulle due società che contengono il patrimonio della Lega Dilettanti: Lnd servizi e ora Lnd immobili. Un bel conflitto d’interessi. Che il ragioniere, peraltro, non sembra avere alcuna intenzione di sciogliere. “Prenderà una decisione solo dopo l’elezione del nuovo presidente della Lnd, prevista entro il 18 novembre. Farà la sua valutazione in modo sereno, seguendo il criterio dell’opportunità”, garantiscono in Figc. Ma si premurano anche di aggiungere che “le cariche non sono incompatibili”. Come a dire: Tavecchio ha tutto il diritto di cumularle.
OGGI, suonano molto più chiare le parole che il ragioniere ha pronunciato per replicare all’articolo de L’Espresso che lo accusava di aver pagato una cifra spropositata per acquistare l’appartamento che ospita la sede della Lega Nazionale Dilettanti. Si tratta di un intero piano di una palazzina di piazzale Flaminio, a Roma, di fronte a piazza del Popolo. Quarantasei vani pagati la bellezza di 19,7 milioni di euro. Lo stesso immobile, appena tre settimane prima, era stato venduto a 11 milioni. Tavecchio rispose così: “Abbiamo fatto un investimento che già oggi è super rivalutato. Si è trattato di un accantonamento, cioè anziché tenere i soldi in banca, abbiamo fatto un investimento funzionale alla Lega Dilettanti. Faccio un esempio: se la Federcalcio un giorno volesse fare una sede unica, la Lega Dilettanti potrebbe vendere e magari guadagnarci rispetto all’investimento iniziale”.
In sostanza, con il suo esempio, Tavecchio ipotizza di vendere a se stesso (dalla Lega Dilettanti di cui gestisce gli immobili alla Federcalcio di cui è presidente, e facendo anche una plusvalenza). Può sembrare uno scherzo, ma alle condizioni attuali c’è poco da ridere: se il ragioniere non dovesse rinunciare al ruolo di amministratore unico di Lnd servizi o di Lnd immobili – continuando a tenere il piede in due staffe – in teoria potrebbe portare a termine persino un’operazione di questo tipo.
Quella sull’immobile di piazzale Flaminio – come il Fatto ha raccontato in questi giorni – è la prima ma non l’ultima operazione immobiliare spericolata dell’ex presidente dei Dilettanti.
Nel 2012 un secondo appartamento in via Cassiodoro (Prati, centro di Roma) è stato pagato 1 milione e 100 mila euro più Iva, quando appena due settimane prima il prezzo degli stessi uffici, sul sito dell’agenzia immobiliare Bonfiglio, era in vendita a 970 mila euro. La società che ha beneficiato della generosità di Tavecchio apparteneva al 50 per cento a Paolo Costa, ex dirigente dell’Istituto per il Credito Sportivo (la banca pubblica che ha erogato i fondi – tra gli altri – anche per le società della Lnd che sono passate all’erba sintetica). Poi c’è il terzo acquisto, di cui il Fatto ha dato notizia ieri, di un terzo immobile (ancora nel palazzo di piazzale Flaminio) acquistato a un prezzo altissimo (2 milioni e mezzo di euro) rispetto alle valutazioni del mercato immobiliare e alla cifra pagata in passato dai venditori. Le attività della “Tavecchio immobiliare” non sono cessate: nel 2014 è arrivato l’acquisto di un terreno in provincia di Campobasso e di una palazzina a Potenza.
Tavecchio ha precisato che i soldi con cui ha condotto queste operazioni non sono versati dalle società dilettantistiche: si tratterebbe di denaro che la Lega Dilettanti ha accantonato con il marketing.
In realtà i fondi che hanno permesso i pesanti investimenti immobiliari della Lnd servizi derivano da un prestito infruttifero di 20 milioni di euro da parte del suo socio unico, la stessa Lega Dilettanti. E quindi, anche dalle quote dei tesserati e delle società dilettantistiche.
Tommaso Rodano e Carlo Tecce, il Fatto Quotidiano 25/9/2014