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 2014  settembre 25 Giovedì calendario

GERMANIA, PIÙ CANI CHE BAMBINI

da Berlino
Parecchi anni fa, quando bastava mettere in copertina una modella in bikini per vendere, Stern osò presentare uno dei simboli della Germania: un cane lupo. Contro i pronostici, vendette 40 mila copie in più. Focus in estate ha messo in copertina la foto di un cucciolo, non ho capito di che razza, forse sarà stato un Mischling, un bastardino.
Si ignorano ancora i risultati.
Il settimanale di Monaco è ottimista: in Germania, nelle famiglie, ci sono più cani che bambini, e solo per il cibo dei loro amici a quattro zampe, i tedeschi spendono 2 miliardi di euro, più che per il vitto dei neonati. Il cane è innanzi tutto un grande affare: il giro d’affari degli allevatori ammonta a 380 milioni all’anno, si vendono cuccioli per oltre un milione di euro al giorno. Senza contare i cuccioli che vengono contrabbandati dai paesi dell’Est, in particolare dalla Repubblica Céca. Costano un quinto di quelli con pedigree ma non sono vaccinati, e muoiono spesso dopo pochi mesi.
I veterinari costano altri 700 milioni. Le spese per i cani rappresentano lo 0,22% del prodotto nazionale lordo, e creano oltre centomila posti di lavoro. Tra di loro, possiamo annoverare la professoressa Renate Ohr, dell’Università di Gottinga, specializzata nello studio dell’economia canina: «Nonostante l’alto livello, assicura, è un settore in grande sviluppo. I tedeschi continueranno a spendere sempre di più». Di continuo l’industria presenta nuovi prodotti, nuove cure, creando un complesso di colpa nei padroni: non faccio abbastanza per il mio amico?
Ci sono veterinari omeopatici per animali, anzi, sono loro a garantire per l’utilità dell’omeopatia di cui ancora qualcuno continua a dubitare. I pazienti umani possono suggestionarsi, gli animali no: se guariscono è merito del medico e della medicina. Ci sono psicoanalisti canini, ma esistono da tempo negli Stati Uniti, le tv trasmettono programmi dedicati a «come capire» il pechinese o il boxer di casa. Se si comporta male, ovvio, è sempre colpa del suo padrone, ansioso, nevrotico, inesperto.
Pensioni per cani e gatti sono normali. Ma a Berlino si è aperto un hotel ad ore per i padroni che non vogliono lasciare il loro animale nemmeno per breve tempo: possono lasciarlo quando vanno al cinema o a teatro. E i gestori garantiscono che l’ospite non si annoierà, se il tempo è bello lo portano in un bosco con uno speciale bus.
Non basta comprare una normale scatoletta per il pranzo o la cena. Birgitta Omau, 37 anni, ha creato una piccola azienda che fornisce specialità d’alta cucina per i cani golosi, la «Terra Canis». I prodotti usati sono biologici, e la carne proviene da un allevamento che garantisce la genuinità dell’alimento. Non sono stati usati ormoni o antibiotici. Frau Birgitta ha cominciato nel 2005 producendo qualche centinaio di confezioni che consegnava a domicilio con la sua Fiat Punto. Quest’anno il suo fatturato supererà i 12 milioni di euro.
E, alla fine, c’è il problema del funerale: comprare una tomba in un cimitero canino in una grande città arriva a costare qualche migliaio di euro. Centinaia di euro costa la cremazione, e un’urna in media arriva a 300 euro. Perché l’industria prospera? La risposta è semplice: aumentano di continuo i singles, a Berlino il 40% vive da solo. La solitudine si vince con un cane di razza o con un bastardino salvato dal canile municipale. In passato un padrone di casa poteva vietare all’inquilino di tenere un animale, ma i giudici ormai dichiarano nulli questi contratti. Violano i diritti umani elementari. Anche loro hanno a casa un cane, o un gatto. O almeno un pesce rosso.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 25/9/2014