Il Sole 24 Ore 25/9/2014, 25 settembre 2014
LA DIPLOMAZIA IRANIANA DELLE STRETTE DI MANO
L’anno scorso l’evento, la foto della stretta di mano tra il presidente americano Barack Obama e quello iraniano Hassan Rouhani, fu evitato e più per scelta di Teheran: meglio (allora) una meno pubblica telefonata. Quest’anno invece lo stesso Rouhani ha deciso di sfidare le possibili ire in patria dei falchi tra gli ayatollah e così le immagini del dialogo sulle poltrone delle Nazioni Unite con il primo ministro britannico David Cameron girano in rete da ore. Per i falchi, che coltivano un rancore ossessivo verso il fu impero inglese, questo evento è quasi peggiore del precedente, peraltro evitato. Per ora è la diplomazia dei piccoli passi, uno all’anno, e delle strette di mani che in tempi di guerra quasi globale al Califfato portano l’Iran in secondo piano come pericolo e in primo come interlocutore. Avete più sentito parlare del dossier nucleare? La speranza è che i passi siano verso la stabilizzazione dell’area - Iraq compreso - e non verso una corsa al riarmo atomico. I prossimi mesi saranno decisivi.