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 2014  settembre 24 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - ULTIME DALL’ISIS. DECAPITATO UN FRANCESE


BEIRUT - Hervè Pierre Gourdel, il cinquantacinquenne francese rapito domenica in Algeria, è stato decapitato. Un video in possesso dell’Afp e non autenticato da fonti ufficiali, mostra le immagini dell’esecuzione. Gourdel è in ginocchio, con le mani dietro la schiena. Parla, si rivolge direttamente al presidente Hollande accusandolo di avere seguito la linea di Barack Obama. Poi cita la sua famiglia, li chiama per nome uno per uno, ma a quel punto l’audio si interrompe. Alle sue spalle quattro uomini armati e a volto coperto lo piegano a terra. Infine mostrano la sua testa, la sollevano in alto, staccata dal corpo, inneggiano ad Allah, affermano la loro lealtà al leader del gruppo dello Stato islamico, Abu Bakr al-Baghdadi, spiegano che stanno combattendo i loro nemici. Montato come sempre, con sigla e musica di sottofondo, il video ha anche un titolo: "Messaggio di sangue per il governo francese".
"E’ la vendetta" per "l’aggressione crociata francese al Califfato", sono queste le parole con cui si concludono i circa 4 minuti ripresi e messi in rete dai jihadisti algerini di Jund al-Khilafa. Il filmato, intercettato dall’organizzazione SITE Intelligence Group, assomiglia a quelli che mostravano le decapitazioni dei due giornalisti americani e dell’operatore britannico, ma invece del presidente Usa Barack Obama, mostra Hollande.
La morte di Hervè Pierre Gourdel è avvenuta dopo la scadenza dell’ultimatum di 24 ore posto martedì dal gruppo terrorista legato ad al-Qaeda che chiedeva a Parigi di fermare i raid aerei in Iraq contro l’Is (Stato islamico dell’Iraq e della Siria/ del Levante). La risposta ufficiale del presidente francese era arrivata poco dopo. La Francia non si sarebbe mai piegata davanti al terrorismo, ha detto Francois Hollande. "Per quanto questa situazione sia grave - ha continuato a New York nel suo discorso all’assemblea generale delle Nazioni Unite -, non cederemo mai ad alcun ricatto, pressione, ultimatum, non importa quanto spregevole. Ciò che è in gioco qui è la nostra libertà, la nostra sicurezza, la nostra sovranità. Nessun gruppo può influenzare la volontà, la posizione o la libertà della Francia. E’ una guerra che durerà a lungo ma noi non ci arrenderemo di fronte a nulla". La Francia ha cominciato attacchi aerei in Iraq venerdì.
Hervé Gourdel, una passione per i viaggi e la fotografia
Appassionato di foto e di viaggi, Hervè Gourdel, 55 anni, originario di Nizza, era una guida alpina di grande esperienza, con tanti viaggi alle spalle tra Marocco, Nepal e Giordania. Amava curare un suo sito internet dedicato agli "straordinari" paesaggi che fotografava. In un comunicato inviato ieri all’agenzia France presse, la famiglia dell’ostaggio aveva lanciato un ultimo messaggio di speranza. "Hervè, siamo impazienti di riaverti tra noi e ti aspettiamo". Non è servito. Gourdel è stato rapito domenica scorsa mentre stava facendo trekking sui monti della Cabilia. E’ stato sequestrato a Tizi-Ouzou, nella regione montagnosa di Djudjura in Algeria, individuato dai sequestratori proprio tramite la sua pagina Facebook, in cui indicava gli spostamenti, ha dichiarato a France Info lo specialista del mondo arabo Naoufel Brahimi.
Il ministro algerino della Difesa nazionale ha raccontato che domenica 21 settembre, verso le nove di sera, i miliziani hanno intercettato un veicolo con a bordo alcuni connazionali e Gourdel presso il villaggio di Ait Ouabane, nel comune di Akbil, prendendolo in consegna "contro la sua volontà". Gourdel aveva chiesto a Francois Hollande di fermare i raid in Iraq avvertendolo che in caso contrario sarebbe stato ucciso.
Il primo ministro di Parigi, Manuel Valls, ha detto di non poter confermare ufficialmente, per il momento, la morte dell’ostaggio. Le autorità competenti di Parigi stanno procedendo a tutte le verifiche necessarie. Oggi Valls ha ridifeso la decisione di partecipare ai bombardamenti contro l’Is.


DISCORSO DI OBAMA
NEW YORK - Autocritico, con una sincerità disarmante, Barack Obama nel suo discorso alle Nazioni Unite ammette che "anche noi qui in America abbiamo le nostre divisioni e tensioni razziali, il mondo intero ha visto gli scontri nella cittadina di Ferguson, Missouri, dopo l’uccisione di un giovane nero". E’ una frase per la quale sarà ancora una volta processato dalla destra americana, sempre pronta a fustigare "il presidente che chiede scusa al mondo intero". Ma sulla sfida mondiale contro il terrorismo, la violenza politica e religiosa, i fanatismi che predicano l’odio e la guerra santa, Obama rivolge un appello appassionato al mondo islamico: dirigenti e società civile. E’ prima di tutto "la missione di una generazione intera in Medio Oriente", creare un’alternativa concreta alla jihad: "Concentrando l’attenzione e l’energia sul futuro dei giovani, sul ruolo delle donne".

Il presidente usa frasi evangeliche: "Tratta il prossimo tuo come vorresti essere trattato". Invoca un "nuovo contratto tra i popoli civili", analogo a quello che diede la nascita alle Nazioni Unite dopo la seconda guerra mondiale. L’opzione che traccia è chiara: rinnovare un sistema di relazioni internazionali che ha funzionato, o essere travolti dall’instabilità. Il futuro dell’umanità, dice, dipende dalla sconfitta di quelli che vogliono dividerci su basi religiose o etniche. Propone una "guerra di valori" a tutto campo: inclusa la necessità di fare terra bruciata su Internet ai fautori della violenza, e di prosciugare le loro fonti di finanziamento.

Il linguaggio è drammatico, e la parola "guerra" vi appare più volte, fin dall’apertura del suo discorso al Palazzo di Vetro: "Siamo tutti a un bivio, tra la guerra e la pace, tra la speranza e la paura". Rifiuta però l’idea che fu teorizzata dal neoconservatore Samuel Huntington, di uno scontro di civiltà. "No, non esiste quello scontro di civiltà, così come non esiste un "noi" e un "loro". Dalla parte della civiltà ci siamo solo noi, inclusi milioni di musulmani che vivono qui in America".

Leggi Nel discorso di Obama duro attacco alla Russia

Per questa sua tensione morale, per lo sforzo di coinvolgere i popoli islamici, il discorso merita di figurare a fianco a quello che lui pronunciò all’inizio del suo primo mandato, nella primavera 2009 all’università del Cairo. Allora non erano neppure cominciate le primavere arabe, e qualcuno ex post attribuì proprio a quel discorso un effetto di incoraggiamento delle rivolte giovanili contro i regimi autoritari. La contraddizione, è che oggi Obama deve arruolare alcuni di quei regimi autoritari (Arabia Saudita e altri paesi del Golfo)



nei raid aerei contro lo Stato Islamico in Siria. Resta l’ispirazione fondamentale di questo presidente, convinto che "l’egemonia si fonda sui valori, non la forza", ma tutt’altro che riluttante nel guidare l’America in una funzione di leader di una coalizione per schiacciare i jihadisti.


ANSA.IT


’’Il gruppo terroristico conosciuto come l’Isis deve essere distrutto’’: gia’ ’’40 paesi si sono offerti di unirsi alla nostra coalizione: ’’chiedo al mondo di unirsi al nostro sforzo’’. Lo ha affermato il presidente americano, Barack Obama, intervenendo all’assemblea dell’Onu.

"Gli Stati Uniti non saranno mai in guerra contro l’Islam", ha aggiunto Obama. "L’Islam insegna la pace e milioni di musulmani-americani fanno parte del nostro Paese. Non e’ uno scontro di civilta’".

’’Non intendiamo inviare truppe americane a occupare terre straniere’’, ha affermato Obama, sottolineando che gli Stati Uniti ’’lavoreranno con un’ampia coalizione per smantellare questa rete della morte’’, ovvero l’Isis.

"Nessun Dio perdona questo terrore. Non si puo’ ragionare, non si puo’ negoziare con questo marchio del male", ha detto il presidente Usa. "L’unico linguaggio - ha proseguito - che questi terroristi capiscono e’ il linguaggio della forza. Gli Usa lavoreranno con una coalizione allargata per smantellare questa rete della morte".

Il mondo e le comunita’ musulmane respingano con forza l’ideologia di Al Qaida e dell’Isis. E’ stato l’appello del presidente americano, che si è rivolto direttamente ai giovani musulmani, invitandoli a rispettare e onorare la tradizione dell’islam, ovvero l’istruzione, l’innovazione e la dignita’ della vita.



Obama, dal podio dell’Assemblea Onu, ha lanciato un appello anche all’Iran: "Non lasciate che passi questa opportunita’ storica"." Possiamo raggiungere una soluzione che soddisfi il vostro bisogno di energia e rassicuri il mondo che il vostro programma nucleare e’ di pace".

"Siamo in uno dei periodi più pericolosi mai visti dall’11 settembre di tredici anni fa": a lanciare l’allarme ancora il capo della polizia di New York, Bill Bratton, secondo cui la minaccia terroristica in questo Paese, in questa citta’ e’ destinata sfortunatamente ad aumentare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi".

Nuova ondata di raid della coalizione internazionale su postazioni dell’Isis. Il Pentagono ha confermato che nuovi attacchi aerei sono stati lanciati dalla coalizione internazionale guidata dagli Usa in Siria e in Iraq contro obiettivi dello Stato islamico. Un raid e’ stato lanciato in Siria e altri 4 in Iraq, vicino a Baghdad e Erbil. Attesa per la riunione del Consiglio di sicurezza Onu nel giorno in cui si apre la 69/a sessione dell’Assemblea generale Onu. Presente anche Renzi.

L’Isis che semina il terrore nella sua avanzata in Iraq e Siria, ha lanciato una settimana fa un’offensiva nella zona di Ain al-Arab al fine di prendere questa città curda e garantirsi continuità territoriale su una vasta porzione di territorio al confine tra la Turchia e la Siria. Questa offensiva ha costretto alla fuga più di 130.000 civili curdi, che si sono rifugiati in Turchia.

"Li abbiamo fermati": cosi’ il segretario di stato americano, John Kerry, in un’intervista alla Cnn, respinge le critiche di chi sostiene che i bombardamenti in Iraq e in Siria finora non abbiano portato a grandi risultati. Il presidente americano, Barack Obama, ha aggiunto Kerry, intervenendo all’Assemblea generale dell’Onu lancera’ un appello all’Islam perche’ rivendichi la sua vera natura e si unisca alla lotta contro chi profana la loro religione.

JIHADISTI FILIPPINE MINACCIANO UCCISIONE OSTAGGI TEDESCHI - Abu Sayyaf, il gruppo jihadista delle Filippine, minaccia di uccidere due ostaggi tedeschi nelle proprie mani se Berlino continuera’ a sostenere gli Usa contro l’Isis. Lo riferisce Site. Il gruppo chiede inoltre alla Germania di pagare un riscatto per la liberazione dei due. Secca la replica di Berlino: la strategia del governo tedesco contro Isis non cambierà. È quello che ha detto la portavoce del ministero degli Esteri tedesco, rispondendo alle minacce di morte arrivate dal gruppo terroristico delle Filippine Abu Sayyaf su due ostaggi tedeschi.

NUOVA ONDATA DI RAID - Sono 13 i raid aerei della coalizione arabo-sunnita guidata dagli Stati Uniti compiuti nelle ultime ore nella regione orientale siriana di Dayr az Zor al confine con l’Iraq contro postazioni dello Stato islamico. Lo riferiscono attivisti e testimoni oculari citati dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), precisando che i bombardamenti sono tornati a colpire anche il valico frontaliero di Albukamal-Qaim.

Nella notte la coalizione ha sferrato attacchi a quasi 35 km a ovest e a sud di Kobané, che si trova al confine con la Turchia, ha riferito Rami Abdel Rahman, capo dell’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo (OSDH). Queste incursioni arrivano quasi 24 ore dai primi attacchi effettuati da Washington e dai suoi alleati arabi contro l’organizzazione jihadista su suolo siriano.

"Decine di morti e feriti" tra i jihadisti dello Stato islamico (Isis) e’ il bilancio di bombardamenti compiuti dagli Usa su un’area a nord-ovest di Kirkuk, in Iraq, finora risparmiata dai raid americani. Ne ha dato notizia Khalid Shwani, responsabile curdo del distretto di Dibis, 45 chilometri a nord-ovest di Kirkuk, dove sono avvenuti gli attacchi. I bombardamenti, ha precisato Shwani, sono avvenuti la scorsa notte. "Si tratta dei primi raid americani su quest’area", ha aggiunto.

INCERTA LA MORTE DEL LEADER DI AL NUSRA - Nei raid della notte, secondo quanto riporta la Cnn, sarebbe rimasto ucciso il leader del Fronte al Nusra, gruppo siriano legato ad al Qaida. A renderlo noto un tweet con una dichiarazione dello steso gruppo al Nusra, che posterebbe anche una foto che proverebbe la morte di Abu Yousef Al Turki. Tuttavia il segretario di Stato Usa, Kerry, ha detto che non può confermare né l’uccisione del leader di al Nusra, né di quello di Khorasan. Sul leader di Khorasan, Muhsin al-Fadhli, è intervenuto anche il consigliere per la Sicurezza nazionale, Susan Rice, la quale ha detto alla Nbc: i raid in Siria hanno avuto un "forte impatto", ma non è chiaro se negli attacchi aerei il leader di Khorasan sia rimasto ucciso.

LONDRA SI PREPARA AI RAID AEREI - Intanto, secondo quanto riferito da media britannici, il premier britannico David Cameron sarebbe pronto a convocare per venerdì prossimo il Parlamento di Westminster in una sessione straordinaria per discutere della partecipazione di Londra ai raid aerei contro l’Isis. Ancora non ci sono conferme ufficiali in questo senso - Downing Street ha parlato di ’’pure speculazioni’’ - ma secondo la stampa britannica Cameron dovrebbe fare un annuncio nel corso dell’Assemblea generale dell’Onu a New York.

Vertice tra Obama e Paesi arabi coinvolti in raid Siria - Il video dal profilo YouTube della Casa Bianca

Si e’ svolto a New York l’annunciato vertice tra il presidente americano e i rappresentanti dei cinque Paesi arabi che hanno preso parte alla prima ondata di raid aerei in Siria. Nel corso dell’incontro - organizzato dal segretario di Stato Usa John Kerry a margine dell’Assemblea generale dell’Onu - Barack Obama ha ringraziato Arabia Saudita, Emirati Arabi, Giordania, Barhein e Qatar per il loro sostegno alla lotta contro l’Isis.