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 2014  settembre 24 Mercoledì calendario

ORA TOCCA A FURLAN, LA PRIMA DONNA ALLA SEGRETERIA DI VIA PO

Il futuro segretario generale della Cisl sarà con ogni probabilità una donna, e non avrà un compito semplice. A meno di sorprese. Annamaria Furlan, cinquantasei anni, genovese, succederà a Raffaele Bonanni. A nominarla sarà all’inizio di ottobre il Consiglio generale Cisl. Una successione annunciata, visto che soltanto tre mesi fa lo stesso Bonanni l’aveva designata come segretario generale aggiunto e ufficiale numero due dell’organizzazione. Con l’idea di favorire un ricambio e un rinnovamento al vertice, e allo stesso tempo assicurare il massimo possibile di continuità nella linea politica. Se verrà eletta, sarà la seconda donna, insieme a Susanna Camusso, a dirigere una grande confederazione sindacale. Una prima volta assoluta per la Cisl.
Furlan ha cominciato a 22 anni la sua carriera nella Cisl. Nel 1980 infatti ha debuttato come delegata del sindacato dei postelegrafonici (uno dei più forti, storicamente, del sindacato di Via Po) di cui è diventata prima segretario genovese e poi segretario ligure. Da qui, sotto l’occhio benevolo dell’allora segretario generale Sergio D’Antoni, approda alla direzione della Cisl di Genova, e poi della Cisl di tutta la Liguria. È Savino Pezzotta a chiamarla a Roma nel 2002 come segretario confederale della Cisl, dove segue per molti anni il settore del terziario e dei servizi, importante, ma non decisivo. Non cerca (e non ottiene) un profilo pubblico importante all’esterno della Cisl, e la sua poltrona di segretario confederale sopravvive alle vicissitudini dell’organizzazione di questi 12 anni. Solo a inizio 2014, e un po’ a sorpresa, Raffaele Bonanni decide di affidarle un compito significativo: coordinare il negoziato con gli altri sindacati e Confindustria sul testo unico sulla rappresentanza. Prova superata. E arriva l’elevazione alla dignità di numero due, e di successore in pectore alla carica di segretario generale.
Tutti in casa Cisl la definiscono una persona seria e tranquilla, di grande buona volontà ed equilibrio. Nei rapporti politico-sindacali viene considerata tendenzialmente più incline a cercare l’unità e l’accordo con Cgil e Uil, piuttosto che la divisione. Ma per valutare le sue mosse da leader molto dipenderà dagli eventi. Certamente condivide con Bonanni l’idea tipicamente cislina che il sindacato e i corpi sociali intermedi rappresentino un cardine della democrazia. Possibile punto debole - concordano su questo sia gli estimatori che i critici - potrebbe essere la sua relativa carenza di esperienza come leader sindacale ad altissimo livello, quando si tratta di prendere decisioni anche molto rischiose. Non è un caso che inizialmente lo stesso Bonanni - uno che ha sempre amato decidere da solo - avesse immaginato un cambio di mano alla guida soltanto nel corso del 2015. Ma il trasferimento di poteri graduale che era stato immaginato non è stato possibile. Ad Annamaria Furlan non resta che gettarsi nell’arena. Avrà a che fare con un’Italia in grave crisi, un premier che pensa tutto il male possibile del sindacato, e un’organizzazione che deve ritrovare un suo ruolo.
r. gi., La Stampa 24/9/2014