Tommaso Rodano e Carlo Tecce, il Fatto Quotidiano 24/9/2014, 24 settembre 2014
PASSIONE TAVECCHIO SOLO GRANDI UFFICI A GRANDISSIMI PREZZI
Etre. La saga della “Tavecchio immobiliare” s’arricchisce con il terzo episodio. In questi giorni il Fatto Quotidiano ha raccontato gli acquisti spericolati di appartamenti e palazzine a Roma da parte del nuovo presidente della Figc. Dove si può comprare a 10, Carlo Tavecchio paga almeno 15. Prima un intero piano a Piazzale Flaminio (pieno centro), poi un appartamento in via Cassiodoro (quartiere Prati). Non c’è due senza tre: l’ex padrone del calcio dilettanti ha colpito ancora l’anno scorso. Stavolta si tratta di un ufficio di 10 vani al secondo piano dello stesso stabile di piazzale Flaminio, dove ha sede la Lega Dilettanti. Prezzo d’acquisto (con contratto siglato il 20 dicembre 2013): 2 milioni e 500 mila euro, un costo altissimo per le valutazioni di un mercato in depressione da anni. Peraltro, l’immobile è ancora sottoposto a un’ampia ristrutturazione e, secondo la planimetria, non supera i 209 metri quadrati, esclusa una piccola cantina, una soffitta e le pareti: il costo a metro-quadro va ben oltre gli 8 mila euro che, a essere estremamente generosi, si possono pagare in questa zona centrale di Roma.
Facciamo un passo indietro e proviamo a mettere in fila tutte le prodezze del Tavecchio affarista. Che agisce – è bene ricordarlo – nel nome e con il denaro della Lega Nazionale Dilettanti. Il primo “colpaccio” del Tav lo ha raccontato un articolo de L’Espresso. Nel 2008, il ragioniere passato alla storia per aver definito i calciatori extracomunitari dei “mangiabanane” mette le mani – sue e della sua federazione – su un mega appartamento adiacente a piazza del Popolo. Obiettivo: trasferirvi la sede nazionale della Lega Dilettanti. Quarantasei vani, sei soffitte, terrazza con vista su una delle fontane più famose di Roma, cantine e posti auto. Tutto per quasi 20 milioni di euro. Un affare? Appena tre settimane prima i proprietari (l’immobiliare Vispa 07) avevano acquistato la stessa proprietà per poco più della metà: 11 milioni di euro. Una “plusvalenza” di 3 milioni a settimana, gentile concessione della Lnd Servizi srl, con firma di Carlo Tavecchio. L’affare numero due lo scopre il Fatto Quotidiano qualche giorno fa: un appartamento di 170 metri quadri al secondo piano di una palazzina in via Cassiodoro (Prati, quartiere centrale e residenziale di Roma). Sul sito dell’agenzia immobiliare Bonfiglio, il 4 aprile 2012, la casa è in vendita a 970 mila euro. Carlo Tavecchio (sempre come rappresentante della Lnd) l’acquista due settimane dopo, il 20 aprile, a 1 milione e 100 mila euro più il 20% di Iva. A gratificare della generosità del ragioniere, stavolta, è la società Edil Mbg srl, della quale è socio al 50 per cento Paolo Costa, già vicepresidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, la banca pubblica dello sport italiano. Lo stesso Costa che nel 2006 era stato nominato da Tavecchio presidente della Commissione per i campi sportivi della Lega Nazionale Dilettanti . L’appartamento di via Cassiodoro oggi ospita l’ufficio della Commissione impianti in erba artificiale.
Il ragioniere di Ponte Lambro, però, non si sazia nemmeno dopo il secondo, discutibile affare. Il terzo colpo, come detto, arriva nel dicembre del 2013. Tavecchio torna sul “luogo del delitto”: a piazzale Flaminio 9, dove ha comprato a peso d’oro la sede della Lnd. Stavolta si assicura un immobile al secondo piano. La metratura è incerta: la visura recita 10 vani. All’interno del contratto di compravendita si legge che la superficie utile dell’edificio è di 209 metri quadri. Tavecchio paga 2 milioni e 500 mila euro (compresi nel prezzo, una soffitta di 12,5 metri quadri e una cantina ampia più o meno la metà). A queste condizioni sarebbe un affare da oltre 12 mila euro al metro quadro. Uno sproposito. Dalla Lega Nazionale Dilettanti ribattono che la reale dimensione dell’edificio è di 290 metri quadri (numero che al Fatto non risulta). Anche dando per buona questa misura, non si potrebbe certo parlare di un’operazione oculata. I prezzi di mercato della zona – secondo le agenzie immobiliari consultate – oscillano tra i 5 e al massimo gli 8 mila euro al metro quadro. Questi ultimi, però, solo per immobili di particolare pregio e in condizioni perfette. Non è proprio il caso dell’appartamento di piazzale Flaminio (che peraltro sarebbe costato circa 8500 euro al metro quadro anche seguendo le stime della Lnd): l’edificio è al secondo piano e soprattutto, da gennaio, è sottoposto a pesanti lavori di ristrutturazione. Lavori che peraltro, a quanto apprendiamo, proseguono al rilento. Difficile comprendere quale fosse l’urgenza dell’ennesimo investimento ultramilionario (per gli uffici della divisione calcio a 5), avendo a disposizione 46 vani qualche piano più su e altri 8,5 vani qualche chilometro più in là. Lo stesso identico immobile (compresi soffitta e cantina) nel 1993 era stato acquistato per 575 milioni di lire. Nel giro di vent’anni è volato da un costo di poco inferiore a 300 mila euro a una cifra moltiplicata quasi per 10: 2 milioni e mezzo tondi.
Tommaso Rodano e Carlo Tecce, il Fatto Quotidiano 24/9/2014